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Il Sistema Mnemonico del danzatore

Giovedì, 21 Settembre 2023 16:30 Scritto da

La ricerca proposta in questo articolo ha come obiettivo l’analisi e l’individuazione dei processi di apprendimento e ritenzione di un’abilità motoria da parte di danzatori e insegnanti di danza professionisti, categorie molto abili nel memorizzare sequenze lunghe anche diversi minuti, si è cercato di comprendere il meccanismo per cui questo avviene e dimostrarlo. Come mai un danzatore ha una capacità così elevata di memorizzare una sequenza di movimento in tempi molto brevi, e ripeterla immediatamente.
Anche l’osservazione effettuata su ragazzi perfino di giovanissima età che evidenziava la loro velocità nell’acquisire le legazioni che venivano proposte durante le lezioni di danza, ci ha portati a domandarci: perché ragazzi che studiano fin da piccoli ad un livello professionale risultano così abili nella memorizzazione mentre i loro coetanei mostrano una difficoltà rilevante posti davanti a sequenze anche semplificate?
La ricerca svolta si pone l’obiettivo di trovare delle risposte proprio a questa domanda. Per eseguire un’indagine sui sistemi mnemonici dei danzatori e cercare delle risposte ai quesiti posti, è stato necessario risalire al precursore della memoria stessa: la memoria, in effetti, non è altro che il risultato dell’apprendimento, dovuto all’allenamento e all’esperienza.
Per farlo è stato innanzitutto affrontato il processo di apprendimento di un’abilità motoria, con i relativi stadi e modalità; in seguito, sono stati analizzati i processi di ritenzione con le relative teorie, insieme ai processi attentivi e motivazionali che risultano essere di supporto all’apprendimento ed alla successiva ritenzione di una sequenza motoria. In un’ultima analisi, è stata presa in considerazione la concezione più moderna di intelligenza, affrontando in particolare la teoria delle intelligenze multiple di Howard Gardner.
Questo percorso teorico è stato necessario per dare supporto ai risultati ottenuti dalla somministrazione di sequenze motorie ad un campione di trenta soggetti suddivisi in tre gruppi seguite dalla somministrazione di un test di memoria di cifre.
Come detto il campione esaminato è composto da trenta soggetti di età compresa tra i venti e i venticinque anni (x : 22,93; s: 1,6), suddivisi in tre gruppi di dieci persone ognuno; un gruppo composto da danzatori e insegnanti di danza professionisti (A), uno da danzatori amatoriali (B) e un terzo da non danzatori (C).
Non si evidenzia una differenza significativa tra le età dei tre gruppi, dato molto importante per escludere differenze di comportamento dovute propriamente a questa.
Ad ogni gruppo sono state mostrate due sequenze di movimento che prevedevano l’esecuzione di movimenti fisiologici di base, accessibili anche a chi non ha mai acquisito delle abilità tecniche di alcun livello, senza l’utilizzo di brani musicali ma scandite soltanto numericamente.
Le prove hanno seguito criteri specifici di somministrazione: è stato cronometrato il tempo dall’inizio della fase di apprendimento della sequenza fino alla fine dell’esecuzione; è stata presa nota del numero di tentativi e di errori effettuati dai soggetti durante l’esecuzione. Oltre alla memoria implicita, è stata messa alla prova la memoria esplicita dei partecipanti adottando il sub-test “memoria di cifre” del test WAIS (Wechsler Adult Intelligence Scale); si è quindi richiesto ai partecipanti di ripetere l’elenco di cifre che veniva presentato verbalmente, prima in forma diretta e successivamente inversa, così da avere una panoramica di entrambe le forme di memoria, sia implicita che esplicita, nei tre gruppi.
I risultati ottenuti sono stati analizzati secondo due direzioni: la prima analisi è stata una verifica visiva dei grafici ottenuti, che ha permesso di evidenziare immediatamente le differenze o le somiglianze dei risultati. Successivamente, si è proceduto al calcolo della t di Student per verificare la significatività della differenza delle medie ottenute nelle diverse prove nei tre gruppi. Il test della t di Student è stato effettuato sia per campioni indipendenti (confronto tra i tre gruppi osservati), che per campioni dipendenti (confronto dei risultati ottenuti negli stessi gruppi nelle due prove).
I valori ottenuti evidenziano delle decise differenze tra i gruppi:
dopo la verifica relativa all’età (che come detto è servita per eliminare differenze dovute a periodi diversi di vita) si è passati ad analizzare i risultati ottenuti nel “tempo di apprendimento”. Nelle due prove appare evidente come il gruppo dei danzatori professionisti (A) impieghi decisamente meno tempo rispetto agli altri due anche se la differenza statisticamente significativa si rileva solo nel confronto con il gruppo dei non danzatori (C). Il fatto che non si rilevi differenza tra i danzatori professionisti e quelli amatoriali ci fa pensare che già nel danzatore amatoriale sia presente una capacità mnemonica cinestesica che tende a svilupparsi pur non risultando ancora così elevata per poter ottenere una differenza col gruppo dei non danzatori. Per quanto riguarda gli errori si evidenzia anche come il gruppo dei danzatori professionisti (A) compia un numero minore di errori nell’esecuzione delle prove proposte, rispetto ai gruppi B e C, pur avendo svolto il medesimo numero di tentativi. Dai risultati della prova della memoria di cifre non è stata rilevata una particolare differenza tra i gruppi, dimostrando che le capacità cognitive di partenza erano le medesime.
Possiamo dire che il tipo di allenamento previsto da una classe di danza richiama l’attenzione costante dell’esecutore, permettendo così di migliorare l’attenzione divisa nella quale viene chiesto di porre il controllo su due o più informazioni simultaneamente. Possedere un ampio patrimonio motorio facilita anche questo compito poiché la creazione di automatismi richiede minore impiego di risorse cognitive e il richiamo degli stessi non richiede un’attività cosciente.

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*Giuseppina Franzese - Danzatrice diplomata all’Accademia Nazionale di Danza di Roma, docente di Tecnica della danza classica presso Licei coreutici. L'articolo è un estratto dalla  sua testi di laurea, coordinata da Carlo del Proposto, psicologo, psicoterapeuta e docente di Psicologia presso l’Accademia Nazionale di Danza di Roma.

Oltreconfine

Giovedì, 21 Settembre 2023 16:27 Scritto da

La migrazione dei talenti italiani verso la danza come professione.

Quando si stanno per raggiungere i primi 40 anni, si cominciano a fare i primi bilanci: lavoro, famiglia, esperienze di vita, obiettivi raggiunti, obiettivi non raggiunti. E se fino a non molto tempo prima si guardava al futuro con occhi sognanti, da un giorno all’altro ci si sveglia pensando: “sono più i rimorsi o i rimpianti?!”.
Tutte queste sembrano frasi fatte ce ne rendiamo conto tutti, però, allo stesso tempo, a un certo punto della vita cominciamo davvero a fare i conti con le esperienze fatte e quelle non fatte, con gli obiettivi raggiunti e con quelli, aimè, non raggiunti. Il fatto che di questi tempi, l’aver trascorso periodi di vita all’estero stia diventando l’ago della bilancia di questi bilanci di vita, ha visto, negli ultimi decenni, una vera e propria ondata di giovani partire verso mete attraenti, sia dal punto di vista geografico che dal punto di vista economico e, sicuramente, questa migrazione, ha coinvolto anche moltissimi talenti del mondo della danza.I motivi che spingono a lasciare il nostro Paese sono diversi: il primo è sempre quello di fare esperienze utili e rendere il proprio bagaglio sempre più appetibile dal punto di vista professionale e, se parliamo di danza, in questo periodo storico, l’estero sembra l’unica possibilità per diventare professionisti.
Parlare di estero è un concetto un po’ aleatorio, indefinito, ma i Paesi che oggi hanno Compagnie di alto livello sono davvero numerosi, per cui le possibilità sono evidenti, ma no, tra questi Paesi, purtroppo non possiamo menzionare l’Italia. Una volta compresa la strada da percorrere, bisogna però riuscire ad aprire la porta d’accesso verso questi Paesi e soprattutto verso queste Compagnie. Le Compagnie internazionali organizzano audizioni costanti, in diversi angoli di mondo e spesso anche in Italia e, vi dirò di più, le compagnie spesso si “nutrono” di danzatori italiani, del loro spirito, della loro vena artistica, per questo le audizioni trovano spesso spazio in Italia. Uno dei Paesi più concreti da questo punto di vista è l’Olanda. Nei Paesi Bassi, troviamo Compagnie (tantissime quelle di danza contemporanea), teatri all’avanguardia, opportunità di crescita e di vita, insieme a una essenziale libertà di espressione davvero non paragonabile all’esperienza italiana.
Ci siamo confrontati con diversi danzatori che al momento stanno vivendo in Olanda quello che è il loro “sogno di danza” e ci siamo resi subito conto del velo di amarezza con il quale raccontano la necessità di lasciare l’Italia per riuscire a vivere dignitosamente di danza, anche se cogliamo da subito l’entusiasmo di cui si nutrono ogni giorno e che comunicano senza alcuna esitazione. Perché l’Olanda per loro è stata davvero quella porta verso la dignità artistica di cui può e deve vivere un danzatore.
Abbiamo parlato con Mandela Giudice, Rebecca Speroni e Delia Albertini, tre giovani italiani, laureati al Codarts, Università di arti performative con sede a Rotterdam, dove i talenti possono davvero trasformare la propria passione in professione, il trait-d‘-union tra lo studio e l’applicazione della propria arte all’interno di progetti e performances.
I tre danzatori vivono in Olanda da più di quattro anni, sono poco più che ventenni, ma i danzatori sono così, hanno una consapevolezza insita nei loro comportamenti, che rende semplice comprendere quanto siano pronti a diventare professionisti già in giovane età. Spesso però sono i genitori che, leggendo tra le righe, capiscono di dover agire prima del tempo per supportare i giovani figli e così a 13 anni Mandela prende parte a uno stage internazionale a Cannes, presso il Pôle National Supérieur de Danse Rosella Hightower, rendendosi così conto di voler diventare ballerino, vivere di danza dignitosamente. Entra in contatto con il Codarts ancora prima del raggiungimento del diploma, frequentando il corso DIP Dance Intensive Programme, corso di studi pre-universitario promosso dal Codarts di Rotterdam, ZHdK BA Contemporary Dance di Zurigo e A.E.D. Al conseguimento del diploma, il corso apre le porte di queste prestigiose realtà, dando modo ai giovani danzatori di perseguire i propri obiettivi professionali.
Parliamo un po’ con Mandela, forte di esperienze in diversi ambiti e contesti, ci parla con trasparenza e cognizione di ciò che significa studiare danza in Italia e in Olanda: due Paesi europei, ma estremamente diversi dal punto di vista culturale, aprono le porte verso due modi di vivere la danza estremamente diversi. L’Italia, con la sua storia, si trova ancora molto legata al mondo accademico, ad un approccio impostato e poco incline all’individualità e alla sua valorizzazione. Al contrario l’Olanda favorisce proprio lo sviluppo e l’espressione della propria individualità artistica, senza appiattire, ma dando spazio all’essere prima ancora che alla tecnica. Inoltre gli insegnamenti in ambito universitario puntano alla trasformazione dello studente in ballerino dando la possibilità di esibirsi già durante il percorso scolastico. Il confronto con la realtà italiana è sconfortante anche dal punto di vista della valorizzazione di quest’arte: il governo olandese ogni anno riserva fondi ai giovani artisti, siano essi danzatori, ma anche pittori e musicisti per la realizzazione dei loro progetti. Le strutture e i teatri sono spesso all’avanguardia e sono presenti centri culturali di primordine che facilitano anche l’ingresso delle giovani compagnie nel mondo di teatri e festival.
Rebecca però ci tiene a ricordare come le compagnie straniere siano comunque piene di danzatori italiani di grandissimo talento. Ci rende partecipi di questa “migrazione” sottolineando come in Codarts, quasi ogni anno, la metà degli studenti siano italiani: “ormai questa non è più una sorpresa” ci dice “gli insegnanti di danza contemporanea, compresa la mia, ci hanno detto chiaramente che i ballerini italiani hanno una passione speciale, qualcosa che nasce dentro e che non si trova in altri ballerini”. Questo è solo una delle tante conferme del grande lavoro della scuola di danza italiana, una scuola che, sin dalle classi di propedeutica, forma una classe di professionisti unici, professionisti che purtroppo non possono vivere di questo lavoro in Italia perché qui manca il supporto. Rebecca e Mandela condividono quest’idea, sostengono la mancanza totale di investimenti nei confronti dell’arte, con teatri semideserti che sono lo specchio di un’Italia ancora assente nei luoghi di cultura, ma spesso presente negli stadi. Non c’è equilibrio nella ripartizione degli investimenti tra arte e sport, non c’è equilibrio nella valorizzazione delle attività per ragazzi, non c’è equilibrio nell’offerta di opportunità professionalizzanti. Per questo, chi può, comincia con le audizioni ancora prima di diplomarsi. Anche Delia Albertini ha trovato la sua strada in Olanda, partendo proprio dalla Codarts. Come ci spiega, questa università, inesistente in Italia, dà la possibilità di ampliare le conoscenze tecniche e fisiche, senza dimenticare materie teoriche, come alimentazione, psicologia e anatomia, storia della musica e storia della danza, dando così gli strumenti per comprendere la danza a 360° acquisendo allo stesso tempo consapevolezza costante sul proprio corpo e, grazie alle grandi opportunità formative, il ballerino sviluppa sin dal primo anno una forte conoscenza di sé, che lo guida fino a plasmare la propria soggettività artistica. Una consapevolezza approfondita del proprio essere in quanto danzatore che permette, una volta concluso il percorso accademico, di plasmare la propria figura professionale in modo concreto.
La differenza sostanziale con l’Italia è la possibilità di confrontarsi con altre culture e altre prospettive sulla danza: in Codarts, infatti, gli studenti e i docenti arrivano davvero da tutto il mondo e il confronto è aperto e costante, apportando ricchezza culturale, ma anche artistica e tecnica.
L’esperienza è totalizzante e gli aspetti positivi sono numerosi: il cambiamento principale è legato alla mentalità. In Italia l’approccio è molto più fisico, schematico e oggettivo, legato alla coreografia in sé e all’esecuzione del movimento; mentre in Olanda, in questo caso, alla Codarts, c’è uno stimolo costante verso lo sviluppo di una propria identità di movimento, una propria identità artistica e questo aiuta molto la crescita artistica. Parlando con questi giovani talenti, una cosa risalta: frequentare un percorso accademico di questo tipo fa comprendere l’importanza del lavoro di squadra, l’importanza del confronto aperto per il raggiungimento di un obiettivo formativo comune, che li conduce da subito a lavorare in Compagnia o da freelancer grazie anche ai contatti sviluppati negli anni con coreografi e direttori artistici provenienti dalle più svariate compagnie in Olanda, Europa e nel resto del mondo.
Parlando con Mandela, Rebecca e Delia, ci rendiamo conto che l’Italia resta il Paese del cuore, il Paese dove l’arte ha trovato la sua massima espressione nella sua storia, ma che era e resta ancora troppo ancorato alla valorizzazione di questa storia passata dimenticando purtroppo il presente con l’assenza di investimenti verso l’arte; mentre all’estero, nel frattempo, i nostri giovani continuano a portare la passione italiana in compagnie e progetti di danza oltreconfine.

L'accompagnamento di IDA verso al Riforma dello Sport

Giovedì, 21 Settembre 2023 16:10 Scritto da

Il 26 luglio il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per lo Sport e i Giovani e del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, ha approvato in via definitiva il decreto legislativo che ha introdotto disposizioni integrative e correttive dei decreti attuativi della Riforma dello sport, già in vigore dal 1° luglio 2023. Il 5 settembre è stato approvato, con l’uscita nella Gazzetta ufficiale, anche il Correttivo Bis.

A partire da questa data viene sancito in modo definitivo un nuovo modus operandi per il mondo sportivo italiano. La Riforma con i relativi correttivi prevede infatti nuove tutele per i lavoratori; maggiore trasparenza e semplificazione per venire incontro alle specificità del comparto; nuova gestione dei rapporti di lavoro nel settore; l’elenco di figure che pertengono al mondo sportivo; le modalità di rapporto del lavoratore sportivo che è già occupato anche nella pubblica amministrazione; il rapporto tra volontari e l’attività gratuita dei dirigenti sportivi; la necessità di adeguare gli Statuti alle nuove norme entro il 31/12/2023; la possibilità dell’acquisizione della personalità giuridica con un patrimonio minimo; l’abolizione del modello Eas; la possibilità di usufruire di locali in cui si svolgono le attività sportive compatibili con tutte le destinazioni d’uso, nuove modalità per l’acquisizione della personalità giuridica, la costituzione di un Osservatorio che avrà il compito di monitorare gli impatti della riforma e di proporre eventuali ulteriori modifiche che ne migliorino l'efficacia e la sostenibilità.
Nel dettaglio il nuovo correttivo prevede inoltre che: per tutti gli adempimenti inerenti alle co.co.co sportive dilettantistiche, nonché per i conseguenti versamenti, riferiti al periodo luglio 2023/settembre 2023 viene confermato una sorta di periodo di tolleranza fino al 31 ottobre; i compensi co.co.co. erogati dalle asd/ssd, fino alla soglia stabilita di € 85.000,00, restano al di fuori dalla determinazione della base imponibile Irap; i co.co.co. sportivi sono esenti da obblighi Inail, in quanto già coperti dalla tutela dell’obbligo assicurativo art. 51 legge 289 2002; Asd e Ssd possano utilizzare anche le prestazioni occasionali.

IDA come sempre in aiuto alle associazioni e alle società sportive, per rispondere ad ogni dubbio metterà a disposizione una consulenza gratuita con un esperto del settore che fornirà tutti gli aggiornamenti necessari oltre ad aggiornare costantemente con i propri social anche attraverso dirette. Ida fornirà anche consulenza agli insegnanti in caso di dubbi su diplomi e tesserini tecnici in possesso valutando gratuitamente i titoli di qualifica.

Per maggiori informazioni si può contattare il numero 0544/34124 o scrivere una e-mail a danza@idadance.com

Educhiamo i nostri allievi a nutrirsi bene

Giovedì, 21 Settembre 2023 16:06 Scritto da

Avevo 14 anni quando ho iniziato a lavorare come ballerina. Lavoravo come ballerina di Ensemble per una compagnia internazionale e, come ogni giovane ballerina alla prima esperienza internazionale, mi sentivo grata, felice, ma anche molto spaventata. Come ogni adolescente, il rapporto con il mio corpo era un rapporto profondo, ma anche piuttosto complesso: mi guardavo attorno e nel confronto con le colleghe nascevano moltissimi dubbi e altrettanti complessi: alcune belle e armoniose, tecnicamente inappuntabili e banalmente, in questo confronto, le vedevo sempre e puntualmente più magre, benchè io avessi un indice BMI perfetto, ma non per quel determinato lavoro, non per i miei datori di lavoro. In quegli anni le battute legate all'aspetto fisico erano all'ordine del giorno. Ogni giorno l'ansia da bilancia era viva e per questo motivo cercavo di tenerla sotto controllo attraverso diete e regimi alimentari improvvisati: dieta del minestrone, dieta ipocalorica, dieta detossificante, una dopo l'altra, senza sosta e senza alcun risultato, se non quello contrario. Avevo fame, tanta fame! Ad un certo punto della mia vita ho però dovuto scegliere me stessa, la mia salute fisica e mentale, cominciando a nutrirmi in modo adeguato. A quel punto, anche se il confronto con le colleghe continuava, cominciavo a vedere me stessa sotto una luce diversa, vedevo come, grazie ai giusti nutrimenti, riuscivo ad affrontare allenamenti quotidiani, stanca, ma in forza, a differenza di colleghe che, purtroppo, nonostante il valore tecnico dei loro gesti, concludevano gli allenamenti sempre al limite delle loro forze. A 17 anni gli allenamenti erano tanti, intere giornate anche nei mesi più caldi e, senza cibo, gli svenimenti e gli episodi di disidratazione, gli infortuni, spesso legati anche a dimagrimenti non sani, erano all'ordine del giorno. Da quel momento ho capito che avrei perseguito la strada della corretta alimentazione nella danza, come nella vita. Per rendere al meglio, il nutrimento è alla base di una quotidianità sana e per un ballerino, saper mangiare equivale ad allenare in maniera eccelsa la tecnica. Predico questa lezione da sempre, da quando ho cominciato ad insegnare, soprattutto quando noto che il rendimento delle mie allieve a lezione non è ottimale: sono stanche, accusano crampi alle gambe o ai piedi, non sono concentrate, hanno cali di pressione, dimagriscono in modo veloce, accusano giramenti di testa e impallidiscono, non bevono durante la lezione finendo per isolarsi. Un bravo maestro deve afferrare certi indicatori di malessere e agire come o meglio di un genitore. Il maestro deve creare atleti in salute e benessere, non macchine da guerra. Nello scorso articolo ho parlato di come ci si alimenta prima di una performance, di qualsiasi natura (spettacolo o gara), ma a casa cosa consumano i nostri allievi? Come possiamo aiutarli a capire quanto sia importante alimentarsi nel modo corretto? Ci sono alcuni “trucchetti” che possiamo fare con i nostri allievi per creare dei veri momenti di educazione alimentare che, allo stesso tempo, si trasformano in momenti divertenti, di aggregazione, perché il cibo è la nostra benzina e mangiare deve essere un momento di estrema serenità e convivialita’.Ecco alcuni suggerimenti:

  1. creare situazioni di incontro con allievi e genitori insieme, proponendo delle vere e proprie lezioni interattive in cui, con l’aiuto di un professionista, si spiega la nutrizione di base e la sua importanza;
  2. creare delle tematiche ad ogni incontro, dando sempre nuovi spunti, come ad esempio "cosa mangiare a colazione";
  3. creare situazioni di gioco all’interno della classe usando gli strumenti che si trovano all’interno della sala, come ad esempio: creare ballando la Piramide alimentare con oggetti (step, cerchi, cubi, tappeti, fitball ecc) oppure usando il proprio corpo, creando delle vere e proprie coreografie;
  4. interpretare il cibo: soprattutto per i più piccoli si può chiedere loro di “trasformarsi” in tutti i tipi di frutta, creare degli stati d’animo davanti allo specchio (es. l’albicocca è un frutto che ride sempre, l’anguria è un frutto che riposa al sole e suona la chitarra ecc…);
  5. fare la spesa con i propri allievi comprando sia cibi protettivi (fondamentali per il nostro organismo) che cibi “spazzatura” per poi tornare in sala e discutere insieme sul valore nutrizionale di ognuno;
  6. con l’aiuto delle famiglie, cucinare con loro i piatti preferiti;
  7. creare con loro in sala il gioco del semaforo: disegnare un semaforo su una lavagna e incollare le immagini (magari disegnate da loro, e qui utilizzare anche l’aspetto ludico pittorico) dei cibi “buoni” vicino alla luce verde, dei cibi “cattivi” vicino alla luce rossa, dei cibi da
  8. consumare sempre ma con le giuste porzioni vicino alla luce gialla;
  9. andare fuori a cena con gli allievi, magari cercando dei ristoranti diversi ogni volta o particolari, come ad esempio una pizzeria con proposte alternative di farine e impasti o altro.

Parlare di cibo con gli allievi dà sempre tanta soddisfazione, perchè si caricano di energia positiva! Per cui Maestri e Maestre, non sottovalutate l’aspetto nutrizionale, investite il vostro tempo e quello dei vostri allievi anche in discorsi legati all'educazione alimentare, perchè si tratta di vita e per questo è importante andare al di là dei soli saggi e concorsi. Buon appetito!

Biennale Danza 2024

Giovedì, 21 Settembre 2023 16:01 Scritto da

On line un bando per il sostegno di due nuove creazioni coreografiche under 35

Appena calato il sipario sull’edizione 2023 la Biennale Danza prosegue il programma pluriennale che destina risorse alla creazione coreografica delle nuove generazioni e dopo Diego Tortelli, Luna Cenere, Andrea Peña, vincitori dei precedenti bandi, rinnova l’invito ad artisti e compagnie di danza italiane e internazionali di età inferiore ai 35 anni a proporre progetti coreografici originali e inediti (che non abbiano mai debuttato né in forma di studio né in forma completa).
Nella più ampia libertà di proposta (dall’assolo alla composizione d’ensemble) i progetti che, rispondendo alle richieste dei bandi, perverranno entro il 12 settembre verranno selezionati da Wayne McGregor, coreografo e direttore artistico del Settore Danza della Biennale di Venezia. I due progetti selezionati debutteranno al 18° Festival Internazionale di Danza Contemporanea e saranno sostenuti dalla Biennale di Venezia con un premio di produzione che potrà arrivare fino a un massimo di 30.000 euro; contributo che potrà autonomamente, o insieme ad altri partner produttori, concorrere alla realizzazione del progetto coreografico. Oltre al premio di produzione la Biennale di Venezia coprirà le spese di allestimento necessarie per il debutto a Venezia: dai cachet artistici a viaggio e alloggio e alla scheda tecnica.
Wayne McGregor effettuerà la selezione a suo insindacabile giudizio, sulla base dei materiali inviati e l’esito della selezione verrà comunicato il 10 ottobre 2023.

Per informazioni dettagliate sui bandi si può consultare il sito della Biennale di Venezia www.labiennale.org o scrivere a bando-danza@labiennale.org

Campus IDA 2023: un'edizione da ricordare

Giovedì, 21 Settembre 2023 15:53 Scritto da

Campus 2023 si è fatto attendere come si attendono tutte le occasioni speciali: l’edizione di questa estate è stata un ritorno; un ritorno all’atmosfera Pre Covid. Un Campus che ha visto la partecipazione di tanti ragazzi entusiasti, pronti a cogliere le occasioni e pronti a godere di quattro giorni di danza e della competenza dei diversi docenti ospiti.
Per la prima volta a Campus il Maestro Alen Bottaini, fondatore e direttore della Bavaria Ballet Academy, ha portato a lezione la sua competenza e i suoi consigli per i giovani danzatori, emozionati e con una grande carica di energia. I ragazzi hanno riempito le aule del Maestro e hanno anche partecipato all’audizione per poter entrare nella sua Accademia con sede a Monaco: per tre ragazzi, grazie all’occasione creata a Campus, si sono aperte le porte della Bavaria Ballet Academy e di un contesto preprofessionale che gli regalerà nuovi ed essenziali stimoli per il loro futuro.
Come sempre, grazie alle diverse lezioni, categorie e discipline Campus ha dato la possibilità di provare a mettersi in gioco nella categoria kids e ai più grandi di mettersi alla prova con lezioni di livello intermedio e avanzato con lezioni di modern, contemporaneo, classico, hip hop e, tra le novità 2023, di heels e musical.
Quest’anno poi Ravenna Danza, il tradizionale galà conclusivo del Campus, è stato ospitato sul prestigioso palco del Teatro Alighieri di Ravenna e dedicato alla memoria di Loreta Alexandrescu Stein: ballerina e insegnante di danza classico-accademica, danza storica e danza di carattere all’Accademia Teatro alla Scala formando generazioni di ballerini come - solo per citarne alcuni - Roberto Bolle, Massimo Murru, Nicoletta Manni e Rebecca Bianchi è stata amica e stimata ospite di tante edizioni della scuola estiva di Ida. La serata ha ospitato diversi momenti toccanti, a partire dall’esibizione degli ex allievi della Maestra, Giulia Fanti e Alessandro Francesconi che, con grande commozione, hanno danzato nel ricordo di Loreta portando in scena variazioni classiche da repertorio e una coreografia creata per l’occasione da Emanuela Tagliavia. Ospiti della serata anche i giovani ballerini della trasmissione televisiva Il Cantante Mascherato coreografati da Matteo Addino e la compagnia Beyond, vincitrice di svariate edizioni del contest World of Dance, diretta da Daniela Cipollone oltre ai numerosi partecipanti allo stage Campus che hanno presentato le coreografie preparate durante le lezioni condotte da Jacopo Pelliccia, Matteo Addino, Roberta Broglia, Michael D’Adamio e Daniela Cipollone. La serata si è conclusa con la consegna da parte di Emanuela Tagliavia ed Elisa Scala, colleghe ed amiche della Sig.ra Alexandrescu, del Premio speciale Città di Ravenna dedicato al miglior talento emerso dalle selezioni del concorso Ravenna danza. Grande partecipazione, grande attenzione e tanta voglia di fare hanno contraddistinto questa edizione 2023, un’edizione che per noi di Ida è stata un po’ anche l’edizione della rinascita.

Sulla strada verso Expression

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Giuria, palco, premi, borse di studio, allestimenti, musiche. Tutto è pronto.
Arrivano pian piano, sono loro, li riconosci già sul treno, sono i veri protagonisti, i danzatori. I primi ad arrivare, accompagnati da maestri e genitori sono i piccolini, pronti per quel palco che sembra essere così grande per loro. Sulla strada verso Expression li riconosci, sono composti, ma emanano energia, camminano con passo veloce, tradiscono l’emozione che l’attesa di quel palco regala. Sulla strada verso Expression ci pensano gli accompagnatori a rassicurarli, ma loro, che abbiano gli chignon in ordine o il borsone col nome della scuola di danza, non ci pensano neppure un minuto a rallentare, sanno che a pochi minuti si paleserà davanti agli occhi quella Fortezza che ancora una volta aprirà le porte e darà spazio ai sogni.
La Fortezza è così, se non l’hai vista, né vissuta, è un po’ difficile da raccontare perché le sue mura imponenti rendono la strada verso Expression ancora più solenne. Si entra, ordine e passi di danza, perché ogni tanto li vedi, te ne accorgi, aspettano pazienti e in punta di piedi o abbozzano un en-dehor, giusto per ammazzare l’attesa e quell’ansia che genera l’attesa.
“Padiglione Nazioni ragazzi, di qua, sono sicuro”, sono chiacchiere e parole, ma tutte parlano di Expression: per questa nuova edizione il backstage cerca di stare al passo e vuole essere parte integrante dello show, un backstage che vive di emozioni e di tensioni, di amicizie e di risate. Quest’anno il backstage è ancora più vivo grazie alla postazione social, dove ci rendiamo conto che a volte non bastano i 3 minuti di palco per vivere un sogno e allora via con le condivisioni di immagini e video carichi di adrenalina.
Nei 3 giorni di Concorso si sono alternati sul palco più di 1500 danzatori provenienti da Italia, Spagna, Francia, Emirati Arabi Uniti, Svizzera e Russia. Hanno regalato più di 500 coreografie che hanno dimostrato una volta in più il grande talento dei partecipanti a Expression. Come ben si sa, questo concorso, molto spesso è il primo banco di prova per un ballerino, davanti a un pubblico internazionale e soprattutto davanti a giurati provenienti da realtà prestigiose, pronti a scoprire talenti e a offrire opportunità.

Nell’enorme lavoro di preparazione a questo concorso, non solo vengono messe in mostra qualità tecniche degne di nota, ma molti danzatori, in particolare coloro che cominciano a pensare al proprio futuro, si pongono davanti a questa sfida come se fosse un elemento chiave per comprendere lo step successivo della propria carriera: c’è chi vorrebbe affacciarsi al professionismo, chi vorrebbe confrontarsi con realtà diverse, sia dal punto di vista artistico che culturale e chi vorrebbe mettersi alla prova per capire se quella strada verso Expression, può trasformarsi nella strada verso nuove opportunità. Partecipare a un concorso internazionale significa davvero molto per molti, ma siamo i primi a dire che questo palco deve prima di tutto essere un luogo di passione e amore, dove il confronto spontaneo che nasce tra i partecipanti, può e deve essere terreno fertile per riflessioni e, soprattutto, un luogo dove esprimere se stessi.
E allora prendiamo alla lettera le aspirazioni e i desideri di questi danzatori e cerchiamo di aprire la porta alle opportunità: così grazie alle proficue collaborazioni con Accademie e Compagnie, 83 danzatori voleranno in UK, Irlanda, Israele, Stati Uniti, Portogallo, Germania, Austria, Spagna, Repubblica Ceca e Italia per esperienze uniche e senza dubbio indimenticabili.
La strada per la carriera di ballerino professionista, in Italia, è abbastanza tortuosa, nasconde insidie e, purtroppo, è ancora una strada destinata a pochi, nelle poche realtà del nostro Paese, ma di certo, sulla strada per Expression, i giovani danzatori troveranno ancora elementi per alimentare quel sogno.

 

© Expression Dance Magazine - Aprile 2023

 

Danza in fiera 2023

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IL CONCORSO EXPRESSION SI RIVELA UNO DEI PUNTI DI FORZA DELLA PROGRAMMAZIONE DELLA FIERA DELLA DANZA

Con la partecipazione di oltre 500 scuole provenienti da Italia, Spagna, Corsica, Dubai, Svizzera, Russia e Francia; la presenza di oltre 1.500 ballerini e un padiglione esclusivamente dedicato, quello delle Nazioni, Expression International Dance Competion si è rivelato uno degli appuntamenti cardine e più seguiti di Danza in fiera. Ne abbiamo parlato con Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine, società che a luglio ha acquisito l’intera quota di Danzainfiera srl, ideata e lanciata dalla Exposervice di Alessandro Sanesi nel 2006 e da subito diventata un punto di riferimento nel mondo.

EX Come è nato l’interesse per la danza da parte di Pitti Immagine?
RN Per rispondere a questa domanda parto un po’ da lontano… Io lavoravo da Ferragamo e venni cercato dal signore Marco Olivetti, proprietario del Gruppo Finanziario Tessile, in un periodo in cui le fiere cominciavano a soffrire. Olivetti credeva che le fiere non potessero essere utili da sole a promuovere la moda ma che per aiutarle fosse utile attivare anche un sistema di esposizioni e questa idea spinse Pitti Immagine a creare la Fondazione Pitti Immagine Discovery. Con la Fondazione abbiamo cominciato ad organizzare mostre molte importanti sia in giro per il mondo che alla Leopolda che, tra l’altro ora è di nostra proprietà, non con finalità commerciali ma con l’idea di far percepire Pitti Immagine non solo come organizzatore di mostre e di fiere ma come produttore di contemporaneità nell’ambito dei campi di sua competenza (uomo, bambino e filati). Pitti uomo è riuscita infatti in un intento diverso rispetto alle fiere dedicate all’uomo già esistenti in Francia e Germania: quelle fiere vendevano spazi noi vendevamo emozioni. Da lì abbiamo poi allargato i nostri interessi occupandoci di alimentari e fragranze; è nata la manifestazione Test, non per mettersi in competizione con le grandi fiere alimentari, ma con l’idea di aiutare le piccole imprese in via di estinzione e poi è nata anche Testo fiera dell’editoria contemporanea dove grandi e piccole case editrici hanno il medesimo spazio di esposizione. Il successo delle nostre fiere è dovuto al fatto che sempre di più in tutti i settori le persone cercano preselezione, non perdita di tempo, qualità e credibilità di quello che si fa.

EX Quindi, per tornare alla danza, vedete questa come è un’emozione?
RN Si. Vediamo la danza come un settore non distante dalle esperienze che abbiamo fatto dal punto di vista espositivo con dei margini di miglioramento, senza mettere in discussione quello che è stato fatto fino ad ora; ma dal punto di vista del layout, dell’immagine si può molto migliorare così come credo ci sia da lavorare anche sul versante internazionale. Credo che per fare questo sia evidente che abbiamo bisogno anche della complicità di tutti gli attori del settore. Per capire lo scenario, Pitti immagine è un interlocutore pubblico e privato, che ha come obiettivo di sostenere i settori industriali che rappresentiamo: bisogna certo “far tornare i conti” ma questi non sono legati alla suddivisione dei dividendi tra i soci ma a sostegno e a supporto del sistema industriale che rappresentiamo.  È una vocazione della nostra società, perché Pitti Immagine è un’associazione in cui c’è una parte pubblica e una parte privata, ed è un unicum perché di solito le fiere vengono organizzate dalle associazioni di categoria. Noi essendo invece così spalmati abbiamo uno statuto molto visionario e, per contestualizzare il discorso, questa è la società che ha fatto nascere la moda italiana nel febbraio del 1951, quando è stata creata la prima sfilata di moda nella casa privata del marchese Gian Battista Giorgini nonché pronipote di Alessandro Manzoni, che era un trailer che faceva commercio tra l’America e l’Italia e che capì, alla fine delle seconda guerra mondiale, che la moda francese, leader in quel momento, non rispondeva più alle richieste della donna americana che lavorava. A quella sfilata infatti Giorgini invitò tre sarti romani, tre sarti milanesi e un sarto fiorentino per inventare una moda adatta e da lì è partito tutto: dai sei compratori della sfilata di febbraio si passò ai trecento di quella di settembre. Fino al 1953 Giorgini ha gestito personalmente poi nel 1954 è stato creato il Centro di Firenze per la moda italiana che è l’associazione proprietaria di Pitti, e Pitti è una s.r.l. all’85% di proprietà Centro di Firenze per la moda italiana e al 15% del Sistema Moda Italia che è l’associazione di categoria legata a Confindustria.

EX Quindi avete pensato che la danza potesse essere interessante per il vostro business?
RN Abbiamo cominciato a parlare con Alessandro Senesi con occhio interessato durante Danza in fiera l’anno scorso e ne ho parlato in azienda perché la danza mi sembrava molto interessante. Sappiamo quanto la danza sia influente e quanto sia trasversale dal punto di vista delle età, dal punto di vista sociale, formativo ed educativo: ci sono una serie di elementi che condivido molto e che condividiamo in azienda.

EX Ho letto che vi interessa particolarmente rivolgervi anche al pubblico giovane che coinvolge Danza in fiera, è vero?
RN Vediamo un grosso potenziale e anche delle grandi opportunità di miglioramento raggiungibili in base alle esperienze che abbiamo acquisito e che fanno parte del dna di Pitti. Non è un caso che uno dei primi “attori” che ho incontrato siano proprio stati i responsabili di ida e del Concorso Expression che coinvolge tantissimi giovani… É davvero impressionante quanti giovani ho visto fuori dal Padiglione delle Nazioni in questi giorni ed è impressionante vedere la passione e l’entusiasmo nei giovani che vengono coinvolti.

EX E come vede il futuro di Danza in fiera?
RN Trovo che tutto questo sia da mettere in valore, da migliorare e da rendere il più possibile funzionale alle aspettative e alle esperienze: fare delle buone esperienze ti lega nelle memorie e quando fai delle buone esperienze di questo tipo, tra l’altro in una città come Firenze, alla fine ti rimangono per sempre. Quindi vogliamo gestirle al meglio e migliorarle ove possibile e più possibile: trovo che sia una grande opportunità e se saremo in grado di gestirla bene sono sicuro che questa fiera darà grandi soddisfazioni al settore. Poi in generale penso che la danza in termine di coinvolgimento sia più vicina e coerente al dinamismo del tipo di vita che facciamo e che rappresenta come alcuni tipi di musica molto meglio i nostri tempi. Ai giovani piace molto ballare, è parte integrante della cultura di queste generazioni dove ormai si parla di millesimi dell’anno di nascita e non di età!

EX Nei prossimi anni quindi volete dare sempre di più la vostra impronta a questa manifestazione?
RN Vogliamo occuparcene umilmente senza alcun tipo di prosopopea o alcuna muscolatura da mostrare e pensiamo di riuscire a mettere la nostra esperienza che nasce negli anni ‘50 al servizio della danza, sperando di fare qualcosa che sia utile e che possa aggiungere valore a quello che già era presente.

EX E rispetto alla collaborazione con Ida come vede il futuro?
RN Penso che ci siano tante opportunità, perché credo che questo “transgenerazionale” del settore sia la cosa più bella e interessante di Danza in fiera, anche perché non è presente in nessuna delle nostre fiere.

 

© Expression Dance Magazine - Aprile 2023

 

Nutrizione: come prepararsi al meglio per uno spettacolo

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Che sia uno spettacolo, un saggio o un concorso il momento della performance significa adrenalina a mille, il cuore che batte all’impazzata, le gambe che non stanno ferme… un momento di emozione pura!
È sempre molto eccitante calcare il palco, ma l’adrenalina ci scarica le pile più velocemente: gli allenamenti aumentano come lo stress emotivo e a livello microscopico la produzione di radicali liberi dovuti alla respirazione cellulare ha picchi elevati. I pensieri sono tanti: vincerò? Sarò all’altezza? Ci saranno sicuramente ballerine più brave di me… non voglio deludere chi mi guarda e soprattutto chi mi ha preparata.

Il consiglio che do a chi ha deciso di intraprendere questo percorso, così impegnativo, è sicuramente di non dimenticare che, per arrivare ad una esibizione al massimo delle potenzialità, occorre prepararsi per tempo! In primis nutrirsi nel modo corretto, oltre che provvedere ad un allenamento consapevole e idoneo, senza arrivare all’overtraining, che come sappiamo, può danneggiare il corpo con il rischio di non poter gareggiare o esibirsi. Arrivare ad uno spettacolo più magri non vuol dire essere più in forma, anzi, di solito è il contrario: il dimagrimento eccessivo in tal caso è sintomo, solitamente, di overtraining; quindi malnutrizione significa una conseguente performance scarica, che non rispecchia le nostre potenzialità e una performance emotiva e poco concentrata non è mai un successo. Da oggi fino ai prossimi tre mesi occorre quindi un’alimentazione bilanciata a seconda delle ore di lavoro, con integrazioni di antiossidanti (w-6), sali minerali (mg, k, etc…) e soprattutto tanto riposo.
Ma prima di una performance qual è l’alimentazione più corretta da seguire? Beh, dipende dall’orario.
Ottimale, anche se non sempre praticabile, sarebbe la mattina, quando il cortisolo (l’ormone dello stress) è ai minimi termini e il corpo assimila al meglio le sostanze nutritive che servono: fondamentale consumare una colazione ricca di proteine (uova, latte, yogurt) e carboidrati a indice glicemico basso (pane integrale tostato, murali) e non esagerare con la fibra per evitare gonfiore addominale durante la termogenesi indotta dalla dieta. Importante è bere molto prima dello spettacolo e, se se ne deve affrontare uno lungo occorre integrare liquidi continuamente. Prima della gara, se strettamente necessario, si può integrare con una bustina di pectina, evitando liquidi fastidiosi tra salti e pirouette.
In caso di orari diversi dal mattino, è importante invece consumare il pasto principale due ore prima dello spettacolo: da evitare cibi troppo unti o condimenti pesanti, prediligere sempre il cotto e non il crudo ed evitare cibi troppo ricchi di acqua.
Partiamo dal presupposto che il piatto ideale è sempre quello smart, completo di verdura, frutta per metà piatto, proteine e carboidrati in ugual misura per l’altra metà e sono da prediligere le carni bianche per le proteine e i cereali per la parte di carboidrati.

E poi non smetterò mai di dirlo: riposare, dormire e rilassare le gambe appena possibile! E comunque vada sarà un successo, perché la vostra preparazione parte dalla testa e non dallo stomaco!

 

© Expression Dance Magazine - Aprile 2023

 

La danza che verrà: curiosando tra i nuovi appuntamenti dell'estate

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Tempo di anticipazioni e di presentazione dei festival che propongono la danza in tutta Italia, tra la danza di repertorio e la danza contemporanea, che ha decisamente acquistato uno spazio sempre più ampio in molti dei palinsesti.
Come ogni anno c’è l’imbarazzo della scelta ma quest’anno vi vogliamo suggerire anche nuovi orizzonti da scoprire per esplorare nuovi mondi e nuove possibilità di visione.

Si inizia ufficialmente il 23 maggio con la ventitreesima edizione di Interplay Festival, festival internazionale di danza contemporanea dedicato alla creazione e alla danza contemporanea diretto da Natalia Casorati. In programma ventiquattro compagnie da 9 paesi diversi, 3 teatri e 4 spazi multidisciplinari della Città di Torino per un viaggio sempre attuale fra punti di vista, geografie e coreografie che interpretano un’attualità mutevole, qualche volta straniante e sempre sorprendente.
Al festival si potranno vedere quattro spettacoli di danza urbana spagnoli in prima nazionale (Colectivo Glovo, Ertza, Carla Cervantes Caro & Sandra Egi e Lasala) e anche il nuovo spettacolo, sempre in prima nazionale, del tunisino Hamdi Dridi, un talento straordinario che partendo dall’hip hop propone una ricerca volta alla creazione di una danza sonora tra coreografia e performance. Fra gli spettacoli da non perdere anche Soiree d’Études del belga Cassiel Gaube e i lavori di artisti del panorama italiano come Carlo Massari, compagnia Abbondanza/ Bertoni, Fabrizio Favale, Emanuele Rosa, Alessandro Sciarroni, Enzo Cosimi e Daniele Ninarello.

Si continua con la trentacinquesima edizione di FDE Festival Danza Estate che propone un ampio ventaglio di proposte dal 26 maggio al 16 giugno in diversi luoghi della città di Bergamo e provincia. In apertura il 26 maggio vi sarà il debutto di Beat Forward di Collettivo Mine, con le coreografie di IgorXMoreno e tra i vari nomi che ci sono stati anticipati: Marco D’Agostin, Simona Bertozzi e Andrea Costanzo Martini. Tra i progetti speciali spicca Agorà/Le città vicine che vede la collaborazione tra FDE Festival Danza Estate e Fondazione Teatro Grande di Brescia con la coprogettazione del coreografo Virgilio Sieni. Il progetto si rivolge a cittadini, artisti, amatori, performer e persone con diverse abilità che vogliono sperimentare e ricercare, attraverso percorsi di trasmissione sul gesto, il senso di comunità dei nostri territori. Dall’11 aprile al 14 maggio, si susseguiranno in una serie di laboratori gratuiti e al termine di questo viaggio tutti i partecipanti saranno invitati a prendere parte a due grandi eventi conclusivi nelle principali piazze di Bergamo e Brescia il 13 e il 14 maggio con un’anteprima del festival.
Già annunciata la data del 19 luglio con l’ormai tradizionale Gala Roberto Bolle & Friends che viene ospitato dall’Arena di Verona dal 2012. Il gala, che è tra gli appuntamenti chiamati a festeggiare i 100 anni della nascita dell’Arena di Verona Opera Festival, è ormai un amatissimo classico per ammirare le maggiori star del balletto internazionale, chiamate a esibirsi insieme al “maestro di cerimonie” Roberto Bolle.

Annunciate anche le date della Biennale Danza/Festival Internazionale di Danza Contemporanea, giunta alla diciassettesima edizione, che si svolgerà a Venezia tra il 13 e il 29 luglio che anche quest’anno è diretta dal coreografo britannico Wayne McGregor. Momento culmine del festival sarà la consegna del Leone d’oro alla carriera della Biennale Danza 2023 a Simone Forti, figura seminale della postmodern dance americana che si è sempre mossa liberamente e senza confini tra mondi creativi, intrecciando diverse discipline, e del Leone d’argento che verrà consegnato alla compagnia TAO Dance Theater, fondata nel 2008 a Pechino e in breve tempo contesa dai maggiori festival e teatri.
Anche quest’anno al Ravenna Festival spazio alla danza con la prima nazionale di WE, the EYES spettacolo nato dalla collaborazione fra il ballerino e coreografo pugliese Emio Greco e il regista olandese Pieter C. Scholten e al grande gala de Les étoiles che ospiterà per la prima volta al festival Eleonora Abbagnato. Sempre a cura di Daniele Cipriani la Soirée Rachmaninov dove la maestria di solista di Beatrice Rana, che si alterna al pianoforte con Massimo Spada, ci guida fra pagine del compositore russo con la luminosa complicità di uno sciame di étoiles con le coreografie di Uwe Scholz e la prima assoluta della creazione di Simone Repele e Sasha Riva. A San Vitale invece la danza incontra la dimensione corale e religiosa con La nuova Abitudine proposta da Societas/Claudia Castellucci, la cui coreografia è stata affidata alla compagnia Mòra e creata su canti Znamenny della Chiesa Ortodossa russa, eseguiti dal coro bulgaro maschile In Sacris di Sofia.

Un altro festival di sicuro interesse, anche se nato solo dal 2020, è il festival Tempora/Contempora diretto da Franco Ungaro, focus internazionale sul linguaggio del corpo nelle arti performative contemporanee, promosso dall’Accademia Mediterranea dell’Attore e co-progettato insieme al Polo biblio-museale di Lecce, che quest’anno si svolgerà a Lecce tra il 27 agosto e il 30 settembre. Il tema del corpo, dei corpi e delle identità al centro delle riflessioni e delle pratiche performative, espressione e simbolo di una resistenza necessaria al tempo che stiamo attraversando e dei cambiamenti sociali e culturali in atto. La dimensione internazionale e interdisciplinare è il valore aggiunto del progetto, con artiste, artisti e performer provenienti da ogni parte del mondo. Tra le anticipazioni che sono state riservate ai nostri lettori: - dal 27 agosto al 6 settembre la danzatrice e coreografa greca Apostolia Papadamaki ex Jan Fabre sarà in residenza presso il Museo Castromediano di Lecce e porterà al festival una restituzione finale al pubblico il 5 e 6 settembre - il 3 settembre al Convitto Palmieri di Lecce verrà ospitata la Compagnia francese Atou presenterà lo spettacolo Ichigo-Ichie con la danzatrice Anan Atoyama e il musicista Keiji Haino.

La stagione dei festival si chiude a settembre con la quarantatreesima edizione di Oriente Occidente Dance Festival, dedicato per il secondo anno al tema Mediterranei. Il Festival sarà in scena nei teatri, nei giardini, nei musei, nelle piazze di Rovereto tra il 2 e il 9 settembre. Il progetto proseguirà attraverso le linee guida segnate dall’edizione 2022 recuperando miti classici riletti in chiave contemporanea, aggiungendo anche per il 2023 un percorso musicale con suggestioni dal mondo, presentando le nuove rotte segnate dai più giovani. In anticipazione del programma definitivo si possono segnalare il coreografo Marcos Morau, l’artista di origini israeliane, Sharon Fridman, che parteciperà al Festival con un “mixable duet”, un duetto che vedrà in scena un interprete con disabilità e uno senza disabilità e la coreografa, danzatrice e cantante britannica-ruandese Dorothée Munyaneza che verrà ospitata per la prima volta a Oriente Occidente con un lavoro che indaga le relazioni tra violenza, genere e razza.
Dovremo invece purtroppo attendere ancora per conoscere le novità di alcuni tra i festival di chiara fama che ospitano il balletto in Italia: Festival di Spoleto, Versiliana festival, Nervi musica Ballett festival e Festival Internazionale del Balletto di Noto.

 

© Expression Dance Magazine - Aprile 2023

 

 

 

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