“A partire dalle ore 10 del giorno 10 novembre e fino alle ore 14 del 17 novembre le SSD e ASD titolari di un contratto di locazione potranno collegarsi al sito www.sport.governo.it per presentare istanza di rimborso per le spese di affitto, e per un contributo per le spese di utenze e eventuali costi sostenuti per le sanificazioni. Chi ha già ricevuto il fondo perduto la scorsa volta non deve ripresentare la domanda perché lo riceverà automaticamente”.
Con queste parole il Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, tramite il proprio profilo Facebook, ha comunicato l'impegno del Governo a sostegno delle società sportive dilettantistiche. Non sono ancora state annunciate le cifre precise dei vari importi né conosciamo le modalità. Non resta quindi che verificare collegandosi direttamente al sito domani a meno che il Ministro non chiarisca in conferenza stampa prevista per oggi alle 18.30.
Una doccia fredda attesa ma che speravamo non arrivasse.
Il successivo 28 ottobre 2020 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto legge n. 137, che individua le modalità di presentazione delle domande per il riconoscimento dell’indennità prevista dall’articolo 98 del decreto-legge 19 maggio 2020, n.34) per il mese di novembre 2020, in favore dei collaboratori sportivi.
Cosa prevede il decreto legge n. 137?
Il decreto legge n. 137 ha confermato un’indennità pari a 800 euro in favore dei lavoratori impiegati con rapporti di collaborazione presso:
A chi viene riconosciuta l’indennità?
L’indennità di Novembre 2020, così come quelle dei mesi di Marzo, Aprile, Maggio o Giugno è riconosciuta ai titolari di un rapporto di collaborazione ai sensi dell’art. 67, comma 1, lettera m), del D.P.R. 22 dicembre 1986 n. 917, che possiedono determinati requisiti.
Criteri di esclusione dall’indennità?
Affinché i titolari di un rapporto di collaborazione ai sensi dell’art. 67, comma 1, lettera m) possano vedere riconosciuta l’indennità, non devono:
Chi dovrà presentare la domanda dovrà farlo esclusivamente attraverso la piattaforma informatica sul sito di Sport e Salute: https://www.sportesalute.eu/
Ai fini della presentazione della domanda, i soggetti interessati, dovranno seguire 3 step:
1 – PRENOTAZIONE
Per prenotarsi è necessario inviare un SMS con il proprio Codice Fiscale
Dopo aver inviato l’SMS, il richiedente riceverà un codice di prenotazione e l’indicazione del giorno e della fascia oraria in cui sarà possibile compilare la domanda sulla piattaforma. Il sistema assicura che l’ordine di presentazione delle domande corrisponda all’ordine di ricevimento degli SMS.
2 – ACCREDITAMENTO
Per accreditarsi alla piattaforma è necessario disporre di un proprio indirizzo mail, del proprio codice fiscale e del codice di prenotazione ricevuto a seguito dell’invio dell’SMS. Per accedere all’accreditamento l’utente può utilizzare il link ricevuto via SMS insieme al codice di prenotazione o accedere alla piattaforma dall’homepage del sito di Sport e Salute.
3 – COMPILAZIONE E INVIO DELLA DOMANDA
Dopo l’accreditamento, sarà possibile accedere alla piattaforma, compilare la domanda, allegare i documenti e procedere con l’invio.
Documenti necessari alla presentazione della domanda
Ai fini della corretta presentazione della domanda, occorrerà dotarsi dei seguenti documenti in PDF:
Il Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini, ha firmato un decreto ministeriale per riservare una quota parte del Fondo emergenza cinema e spettacolo, istituito con il decreto Cura Italia, per sostenere le scuole di danza private, non configurate come associazioni sportive dilettantistiche o società sportive dilettantistiche e non facenti capo al CONI: la cifra stanziata per le scuole danza è di 10 milioni di euro.
“10 milioni di euro”, ha dichiarato Franceschini, “sono stati destinati al sostegno delle scuole di danza private, che svolgono un ruolo essenziale nella formazione di molti danzatori e danzatrici del nostro Paese. Ringrazio la senatrice Michela Montevecchi per l’impegno promosso in Parlamento e nella Commissione Cultura del Senato nel riconoscimento di queste realtà e nel conseguimento di questo importante risultato”.
La Direzione Generale Spettacolo, tramite un’apposita convenzione con SIAE, definirà le modalità e le scadenze per la presentazione delle domande di contributo e per la loro istruttoria, le modalità di assegnazione dei contributi, le verifiche e i controlli.
Potranno presentare domanda le scuole di danza private con sede legale in Italia; non configurate come associazioni o società sportive dilettantistiche; non facenti capo al CONI; che abbiano svolto la propria ordinaria attività didattica per l’anno scolastico 2019/2020, in corso di svolgimento alla data del 28 febbraio 2020; che abbiano assolto nel 2019 il pagamento dei diritti d’autore in favore di SIAE o di altro organismo di gestione collettiva per l’utilizzo delle opere musicali in occasione dei corsi di danza; in regola con i versamenti contributivi previdenziali; che non abbiano riportato condanne definitive per violazione delle norme di tutela del diritto d’autore o dei diritti connessi.
Non verranno ammessi a contributo gli organismi già benificiari del FUS per progetti triennali 2018/2020.
Entro cinque giorni dalla data di registrazione del decreto da parte degli organi di controllo, la SIAE pubblicherà sul proprio sito un avviso con le modalità e le scadenze per la presentazione delle domande di contributo, per le verifiche documentali e per l’assegnazione dei contributi. Le scuole di danza potranno presentare domanda di contributo on line entro i 10 giorni successivi alla pubblicazione dell’avviso, utilizzando la modulistica predisposta e pubblicata sul sito istituzionale dalla SIAE.
Al termine dell’istruttoria, le risorse verranno ripartite in parti uguali tra i soggetti beneficiari ammessi a contributo.
È stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il Decreto Ristori, approvato dal Consiglio dei Ministri, che attiva ulteriori misure di sostegno per quelle attività più penalizzate dalle ultime restrizioni introdotte dalle disposizioni previste dal Dpcm del 25 ottobre scorso, al fine di tutelare la salute dei cittadini in questa seconda fase dell'emergenza Covid. Sono previsti contributi a fondo perduto, proroga della cassa integrazione, rifinanziamento del reddito di emergenza, e bonus una tantum per i lavoratori più colpiti.
Per maggiori informazioni:
• DECRETO RISTORI Decreto-legge 28 ottobre 2020, n. 137
• Presentazione delle misure
• Specchietto riepilogativo delle misure previste
L'IDA, in seno ad ASI Nazionale, propone un’importante iniziativa a supporto di tutte le scuole di danza e i centri colpiti dalle nuove restrizioni del DPCM emanato il 24 ottobre 2020.
Il Decreto nell'art.1 com.9 let. e) dichiara che: "….le sessioni di allenamento degli atleti, professionisti e non professionisti, degli sport individuali e di squadra partecipanti alle competizioni di cui alla presente lettera sono consentite a porte chiuse, nel rispetto dei protocolli emanati dalle rispettive federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate ed enti di promozione sportiva”.
Alla luce di questo l'IDA ha pensato di dare un servizio alle scuole che vogliono mantenere in allenamento i propri allievi proponendo il “Competizione Nazionale IDA Danza ASI ” che si svolgerà online.
La competizione è regolarmente inserita nell’elenco attività ASI Nazionale settore Danza, e questo garantisce che tutti i danzatori in preparazione per tale competizione potranno accedere alle strutture delle scuole o centri per svolgere gli allenamenti necessari per prepararsi, esclusivamente a porte chiuse.
Il concorso si svolgerà il 20 marzo 2021 online ed è aperto a tutte le scuole o centri SSD o ASD e a tutti i loro danzatori purché in regola con l'affiliazione IDA/ASI.
ATTENZIONE! La partecipazione alla competizione sarà totalmente gratuita per i danzatori e i centri in regola con il tesseramento IDA/ASI, poiché non vuole essere un’occasione di speculazione economica ma il tentativo di offrire un'opportunità ai nostri Soci IDA fedeli nel tempo.
L'iniziativa ha lo scopo di dare continuità alla didattica e mantenere fidelizzati i propri danzatori, incentivandoli e motivandoli a continuare ad allenarsi sia da remoto online, sia in presenza rigorosamente a porte chiuse con la sola presenza dei propri insegnanti.
Vi raccomandiamo di lavorare in condizioni di totale sicurezza, nel rispetto assoluto delle regole di distanziamento sociale, utilizzo di mascherine dove obbligatorio, sanificazione degli ambienti, delle attrezzature e nel rispetto delle normative vigenti.
A questo link trovate il calendario ufficiale degli eventi e competizioni ASI di interesse nazionale.
Per maggiori informazioni vai a Competizione Nazionale IDADANZA ASI >
Giovedì 29 ottobre alle ore 15 ci sarà una nuova diretta Facebook con L’Avv. Martinelli per chiarire i dettagli del Decreto Ristori e per rispondere in diretta a vostri dubbi e domande.
Il Decreto Ristori, nato con lo scopo di compensare le misure restrittive contenute nell’ultimo Dpcm per contrastare il Covid-19, ha avuto il via libera del Consiglio dei Ministri martedì 27 ottobre.
Quali aiuti economici sono previsti per i centri sportivi e le scuole di danza?
I contributi a fondo perduto vengono distribuiti in base al fatturato e con coefficiente differenziato per tipologia di settore. In conferenza stampa il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli ha affermato che «per i settori chiusi completamente come palestre, piscine, teatri, cinema, l’importo viene raddoppiato», ovvero riceveranno il 200% del contributo previsto in base al fatturato.
Il coefficiente del 200% ricade anche sulle scuole di danza e più in particolare comprende:
Secondo quando affermato dal Presidente Giuseppe Conte i ristori a fondo perduto “arriveranno sul conto con bonifico dell'agenzia delle entrate, è il modo più efficace, confidiamo che a metà novembre chi ha aderito alla prima edizione potrà riceverlo, subito dopo anche gli altri”
Anche il ministro dell’economia Roberto Gualtieri assicura che il contributo “sarà erogato automaticamente a oltre 300mila aziende che già lo hanno già avuto”.
Chi invece non aveva chiesto il contributo a fondo perduto a primavera con il decreto Rilancio dovrà fare apposita domanda. Dalla domanda saranno comunque esclusi «i soggetti che hanno attivato la partita Iva a partire dal 25 ottobre» le attività cessate prima del 25 ottobre.
Per altre domande o dubbi, partecipate alla diretta con l’Avv. Martinelli sulla pagina Facebook FIF.
Ovviamente tale estensione dell'assicurazione si intende valida in caso di attività svolte in casa ma riconducibili a un programma di allenamento personalizzato e inviato al tesserato tramite mail da ASI o società affiliata.
La precedente esperienza
Già a pochi giorni dall'inizio del lockdown, ASI e UNIPOL-SAI avevano raggiunto un accordo che aveva esteso tutte le abituali coperture legate al tesseramento, alle attività svolte a casa.
Gli affiliati IDA/ASI si erano potuti allenare tranquillamente in casa godendo della copertura assicurativa per le seguenti attività:
Spesso i ballerini classici, oltre alla tradizione lezione di sbarra a terra, alla classe e ad esercizi personali di stretching e di rinforzo muscolare, sono soliti praticare altre discipline sportive e similari.
Il 30% dei ballerini pratica nuoto, il 40% pilates e girotonic, il 25% Yoga e in percentuali variabili praticano sessioni di running, spinning, sala pesi, trx, crossfit per danzatori (interval training).
In generale le percentuali sono sempre piuttosto variabili, in relazione all’età, al sesso, agli anni di esperienza, al tipo di danza praticato, al livello di danza (amatoriale vs professionisti).
Nonostante questa precisazione, si osserva sempre e storicamente una netta preponderanza del pilates come tecnica di allenamento collaterale alla danza classica, soprattutto nella fascia di età 10-25 anni.
Pilates è una disciplina nota in tutto il mondo e praticata da decine di milioni di persone nel settore del fitness. Nonostante se ne parli molto e sia nota ai più, ci sono ancora molti dubbi e domande su cosa sia la disciplina del Pilates e quali siano effettivamente i suoi benefici, soprattutto per quanto riguarda il suo intrinseco legame con la danza. Questa forma di esercizio fisico prende il nome dal suo fondatore, il tedesco Joseph H. Pilates, vissuto durante i primi anni del 900’ tra l’Europa e gli Stati Uniti dove morì alla fine degli anni 60. Durante il suo periodo a New York sviluppò la disciplina che noi oggi conosciamo sotto il nome di Pilates e che lui definiva invece “Contrology”, o meglio, Scienza del Controllo, a simboleggiare il controllo della mente sul corpo attraverso perfetta padronanza e consapevolezza di esso.
Secondo le teorie di Joseph Pilates, l’uomo moderno è costantemente minacciato da stress sociali, emotivi e ambientali, tali per cui il corpo e il movimento soffrono, perdendo la corretta postura e il corretto equilibrio tra le diverse strutture muscolo-scheletriche. Influenzato da discipline orientali, quali lo yoga e il thai-chi, e da diversi sport, quali boxe, ginnastica e diving, credeva fortemente nell’unione tra corpo e mente ed era convinto che la vera felicità risiedesse in fluidità, flessibilità, coordinazione e forza del movimento attraverso il controllo consapevole della mente e dello spirito.
Per aspirare a questo modello di benessere psico-fisico è necessario svolgere gli esercizi da lui ideati pedissequamente nel corretto ordine e ponendo grande concentrazione sulla qualità del movimento e sulla lentezza, senza mai omettere un passaggio. In tal senso la ripetizione è un elemento fondamentale da associare a concentrazione e soprattutto alla respirazione, un altro elemento cardine della disciplina.
Gli esercizi studiati da Pilates sono frutto di anni di studio di trattati di medicina e di anatomia da cui poi sviluppò teorie secondo cui attraverso l’esecuzione di specifici movimenti, associati ad un’adeguata e specifica respirazione, la pratica diventa un atto di “purificazione interna” possibile grazie ad un’appropriata ossigenazione dei tessuti e a stimolazione del flusso sanguigno. Ogni esercizio del metodo Pilates è legato a diversi momenti di inspirazione ed espirazione tali per cui il respiro possa aiutare la stimolazione di specifici gruppi muscolari. Nella visione olistica della disciplina, secondo Pilates gli esercizi diventano una sinergia per cui ogni singolo muscolo può concorrere nello sviluppo uniforme dei diversi gruppi muscolari. L’obiettivo della disciplina non è mai quello di massificare i muscoli o aumentarne la potenza, tanto quanto quella di aumentare la flessibilità e l’armonia del corpo e del movimento.
Insieme al concetto di respirazione e fluidità del corpo si aggiunge il concetto di “centro”. Per Jospeh Pilates è estremamente importante avere pieno controllo del proprio baricentro o, come viene definito oggi, del core. Il “core” è un gruppo di muscoli compreso indicativamente tra lo sterno e il bacino. Uno dei principali obiettivi del metodo Pilates è quello di ottenere completo controllo e consapevolezza di questa regione del corpo in modo da raggiungere perfetta padronanza e libertà di movimento degli arti. Il controllo del movimento attraverso il centro consente l’esecuzione dei movimenti con il minimo dispendio di energia e una maggiore precisione.
Ovviamente il concetto di “centro” si collega anche ad un altro tema importante, vale a dire la colonna vertebrale. La colonna è infatti un altro elemento cardine per Jospeh Pilates che riconosceva nella spina dorsale il vero indicatore dell’età di un soggetto. È fondamentale, secondo la filosofia di Contrology, il mantenimento di una colonna vertebrale flessibile a cui si associano le maggiori attività del nostro corpo. Di conseguenza è di fondamentale importanza la postura da cui deriva la capacità di esprimersi, sia nel movimento sia psicologicamente. Per poter mantenere o ottenere una schiena flessibile e adatta al movimento, Pilates sostiene sia fondamentale praticare i movimenti di “arrotolamento” e “srotolamento”, movimenti che portano alla flessibilità e ad un corretto equilibrio tra le curve fisiologiche della colonna vertebrale.
Una volta compresi i principi e i benefici del Pilates si può facilmente comprendere la sua affinità con la danza.
Fin dall’apertura del primo studio a New York, il metodo di Joseph Pilates ha riscosso molto successo tra i ballerini. Per citare alcuni esempi il coreografo Geroge Balanchine invitava i ballerini del New York City Ballet a prendersi cura del proprio corpo seguendo quotidianamente le lezioni del maestro Pilates; Martha Graham non solo seguiva il metodo, ma lo incorporò anche nella tecnica di danza moderna da lei fondata. Prima tra ballerini di danza moderna, poi tra i danzatori classici, in breve tempo il metodo di Joseph Pilates fu pienamente riconosciuto dalla comunità della danza negli Stati Uniti e successivamente in Europa.
La danza è una disciplina artistica che richiede un eccezionale livello di performance atletica associata alla gestualità espressiva, quindi a notevole consapevolezza e controllo del proprio corpo e del movimento. Inoltre, negli anni, gli standard fisici richiesti dalla performance sono evoluti diventando sempre più esigenti e spingendo i ballerini a richiedere sempre di più dal proprio corpo. Di fronte ad un alto rischio di infortunio e a ritmi di lavoro incalzanti, i danzatori necessitano di allenamenti o attività che possano sostenerli nel loro impiego e a garantire loro la salute. Il metodo Pilates in questo senso non diventa solo una disciplina allenante ma anche uno strumento di cura del proprio corpo, utile per affrontare la guarigione da un infortunio, alleviare tensioni muscolari o articolari, o migliorare la propria prestazione artistica (foto 1, 2 e 3). Gli esercizi pensati da Joseph Pilates infatti incorporano elementi molto vicini alla qualità del movimento della danza, per esempio insiste molto sull’importanza del “core” per liberare e rendere più fluido, e quindi più espressivo, il movimento degli arti. Il metodo di Pilates concepisce l’insieme degli esercizi non come semplice rinforzo o massificazione di un singolo muscolo, ma come una sinergia muscolare, dove l’attivazione dei muscoli minori contribuisce allo sviluppo di tutto un gruppo muscolare. Questo è molto utile nell’ambito danza, infatti spesso i ballerini sviluppano determinati muscoli, utili all’esecuzione di specifici gesti tecnici, sottostimando il vantaggio di avere una muscolatura uniformemente sviluppata e quindi meno predisposta al sovraccarico, e quindi ad una maggiore probabilità di incorrere in infortuni.
Un altro concetto fondamentale per la tecnica di Joseph Pilates è quello della flessibilità, che spesso i danzatori confondono con la mobilità. La tecnica della danza richiede ampie escursioni articolari oltre i limiti fisiologici che possono portare ad infortuni traumatici o da overlavoro. Il metodo Pilates si concentra invece sulla flessibilità raggiunta non tramite stretching esasperati e prolungati, ma attraverso l’esercizio e l’attivazione, principi in linea con la letteratura scientifica di oggi. Gli esercizi di Pilates possono contribuire ad un corretto sviluppo della colonna vertebrale, al mantenimento delle curve fisiologiche, ad alleviare tensioni legamentose e miotendinee. La prova dei benefici del metodo Pilates per i ballerini sta ottenendo sempre più riscontri attraverso la comunità scientifica della medicina della danza che si sta impegnando a trovare metodi di prevenzione e cura sempre più specifici e accurati per una popolazione unica nel suo genere.
Viene sempre più sottolineata l’importanza di attività parallele e ausiliare al ballerino che possano sostenerlo durante il percorso professionale e questo fattore è emerso ancora di più durante questo ultimo anno di cambiamenti e di chiusura dei teatri, delle scuole di danza e delle palestre.
In conclusione il metodo Pilates risulta essere un’ottima disciplina per i ballerini da cui possono trarre enormi benefici in termini di salute e di performance grazie agli esercizi ideati da Joseph Pilates che hanno come obiettivo flessibilità, sinergia muscolare, migliore postura e consapevolezza del movimento e del proprio corpo.
Poche regole:
1. BALANCE CONTROL, esercizio utile per la stabilizzazione del bacino, il controllo del core e dell’equilibrio durante il movimento.
2. SIDE BEND TWIST, esercizio utile per lo stretching e il potenziamo della catena muscolare laterale
3. SWAN DIVE, esercizio capace di aumenta la il controllo dell’estensione della colonna, rinforza la muscolatura della colonna e sensibilizza sul ruolo del gran dorsale durante l’estensione.
© Expression Dance Magazine - Ottobre 2020
Simone Sistarelli, danzatore di Genova londinese di adozione, l’intuizione l’ha avuta osservando il tremore di suo nonno affetto dal morbo di Parkinson. In lui ha visto come il tremore tipico di questa malattia avesse tanto in comune con il popping, disciplina, resa famosa e popolare negli anni ’80 soprattutto grazie a Michael Jackson, in cui si balla utilizzando contrazioni forti quasi a creare un effetto di scossa elettrica. La prima cosa che ha pensato, ci racconta, è che “noi danzatori di popping tremiamo sulla musica e che le persone con Parkinson tremano invece senza musica. Ho pensato a quanto mi sono allenato io per tutta la vita per tremare e a quanto per queste persone fosse del tutto normale: da qui l’idea di farle danzare con un nuovo metodo creato per mettere il loro tremore in musica”. Da quel momento Simone ha cominciato a pensare in quel tremolio non più un sintomo negativo di una malattia ma un’espressione artistica che aiutasse a controllare il tremore sul tempo e, dopo diverse ricerche, ha visto che esistevano già esempi di classi di danza con persone affette da Parkinson ma che la classe era generica così come il riscaldamento che comprendeva diversi stili di danza e ballo: “Non c’era specificità nello stile e questo non lo trovavo giusto. Per me aveva più senso dare un’offerta uguale a tutte le persone, con o senza disabilità, e per questo ho creato classi di danza specifiche per dare un momento di svago a chi vivesse quotidianamente con queste problematiche”.
Oltre a creare una proposta che fosse valida dal punto di vista artistico il più grande desiderio di Simone era soprattutto quello di non vedere più suo nonno come un malato ma come una persona che volesse passare del tempo in maniera alternativa e senza essere isolato socialmente: “C’è una bella differenza tra essere malato, paziente, “mangia pillole” ed essere considerato solo una persona: si crea un altro tipo di unione, di famiglia. Nell’ora di lezione che propongo il Parkinson diventa solo la scusa per cui ci si incontra e di conseguenza si diventa studenti e non più malati e, diventando studenti e non solo pazienti, i partecipanti ritrovano la loro umanità e riescono a ritrovare di conseguenza un nuovo coinvolgimento nella società: un cambio di prospettiva totale nel creare un momento di incontro per condividere un interesse e non solo un ritrovo perché hai la stessa malattia”.
La “prima volta” del progetto “Popping for Parkinson” risale a cinque anni fa quando venne proposto a Londra ad associazioni che si occupavano di questa malattia e da allora non solo con loro c’è un rapporto continuo ma il progetto viene ospitato di anno in anno in sempre più città in Italia e all’estero (Torino, Bergamo, Ancona, Berlino, New York).
Simone quale è la tua più grande soddisfazione nel portare avanti la tua intuizione?
“Quando i nipoti vedono ballare i loro nonni e dicono dei “wow”! Da questo percorso i partecipanti imparano davvero a danzare e ne escono persone con un’energia nuova e con benefici non solo a livello fisico ma anche a livello psicologico approcciandosi in modo nuovo in famiglia e nelle relazioni: conta la forza di volontà perché io sono ed esprimo me stesso attraverso una forma artistica che è la danza. La danza ti spinge infatti ad essere un nuovo te, ad avere il controllo del corpo, e ha un potere enorme su tutti gli aspetti della vita, ti riabilita e, nel caso migliore, danzando ti piaci anche di più. E poi se sei in sala prova stai danzando e basta: la danza va oltre i limiti non mi interessa da dove vieni chi sei o non chi sei e in questo senso rende tutti uguali: celebriamo la diversità ma sotto la categoria studenti e sotto la categoria umani.”.
Il rapporto col proprio corpo porta con sé diverse implicazioni in un alternarsi quasi ritmico di risvolti positivi e risvolti negativi. Tale rapporto, infatti, subisce e risente dell’influenza delle diverse situazioni che ciascuno di noi è chiamato ad affrontare quotidianamente. Di fondamentale importanza, nella crescita di ciascuno di noi, è imparare a rapportarsi col mondo, sia in una dimensione intima, sia in una dimensione sociale. Proprio in questo processo, la danza ha sicuramente un ruolo decisivo: chi sceglie di imparare a muoversi nel mondo, danzando, e chi è guidato in questo, acquisisce innegabilmente una maggior consapevolezza di sé. Proprio da qui nasce l’idea di un confronto con Carla Rizzu, docente di danza contemporanea, Floorwork, Release e Contact, coreografa e insegnante di Yoga, collabora con IDA da diversi anni portando tutta la sua esperienza nei vari corsi di formazione per insegnanti e durante gli stage per danzatori. Con lei abbiamo approfondito il tema della consapevolezza di sé in rapporto alla danza.
Carla, sin da piccola, ha sempre amato la ricerca e la sperimentazione del movimento, seguendo un percorso preciso che l’ha portata a rendere la danza la sua professione.
Durante i suoi corsi capita spesso di fermarsi a riflettere: per lei, infatti, la ricerca del movimento deve partire da una ricerca più profonda legata alla propria esperienza nel mondo. Secondo la docente la danza e la coreografia hanno bisogno di un corpo che, per muoversi in armonia con il resto del mondo, deve comprendere, leggere e approfondire. Solo così il corpo potrà sentirsi parte di un tutto e trovare la sua propria dimensione in una determinata danza, in una determinata coreografia, ma anche nella vita di tutti i giorni.
In un mondo frenetico, Carla Rizzu, ha introdotto nei suoi corsi una pratica essenziale, scegliendo di legare alla danza, l’introspezione, la ricerca del sé nel qui e ora: nella pratica della danza ha compreso l’importanza del presente, dell’esserci, del percepire il proprio corpo in una determinata dimensione ed è questo che vuole trasmettere nei suoi insegnamenti, cercando sempre di stimolare una ricerca continua del movimento. Per Carla l’insegnamento deve sempre essere caratterizzato da questa ricerca, deve essere nutrito ogni giorno con temi e concetti nuovi da trasformare in creazioni e visioni. Fondamentale diventa poi anche la modalità di insegnamento, che, data la natura stessa dell’insegnamento, deve essere fluida e modificabile a seconda della tematica affrontata e a seconda della personalità del singolo allievo, così da poter trasmettere un movimento, un concetto o una sensazione in maniera efficace.
In questo, il ruolo dell’insegnante è fondamentale e, proprio per questo motivo, deve imparare, giorno dopo giorno, a instaurare un rapporto con i propri allievi, un rapporto nuovo, diverso, in base al proprio “Io” e all’”io” che ci sta di fronte.
Nel mondo di Carla, questa consapevolezza del proprio corpo è arrivata con la danza contemporanea e lo yoga, in particolare con il Floorwork, il Release e il Contact, discipline strettamente connesse e caratterizzate da una tecnica che rende il danzatore un continuo flusso energetico, a volte compatto, a volte liquido, senza “blocchi corporei, energetici ed emotivi”: diventa fondamentale lavorare sulla respirazione e sull’equilibrio, scoprendo in queste tecniche nuovi ed importanti modi per entrare in contatto con la terra, sia come danzatore, sia come uomo. Si torna così a parlare del rapporto con il proprio corpo in relazione alla propria identità e all’ambiente nel quale si sviluppa.
Essenziale è imparare ad ascoltarsi: proprio grazie a questo lavoro di introspezione diventa possibile seguire le classi di Floorwork, di Release e di Contact con un approccio mentale di apertura e di ascolto sia personale sia del proprio partner, il quale condivide con noi, in quel momento, quella danza che nasce, appunto, da un contatto improvvisato.
Percorsi che si intrecciano, discipline tanto diverse quanto complementari e fondamentali nella crescita professionale di un ballerino, ma soprattutto di un insegnante, dal punto di vista fisico, mentale ed emozionale.
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