Il rapporto col proprio corpo porta con sé diverse implicazioni in un alternarsi quasi ritmico di risvolti positivi e risvolti negativi. Tale rapporto, infatti, subisce e risente dell’influenza delle diverse situazioni che ciascuno di noi è chiamato ad affrontare quotidianamente. Di fondamentale importanza, nella crescita di ciascuno di noi, è imparare a rapportarsi col mondo, sia in una dimensione intima, sia in una dimensione sociale. Proprio in questo processo, la danza ha sicuramente un ruolo decisivo: chi sceglie di imparare a muoversi nel mondo, danzando, e chi è guidato in questo, acquisisce innegabilmente una maggior consapevolezza di sé. Proprio da qui nasce l’idea di un confronto con Carla Rizzu, docente di danza contemporanea, Floorwork, Release e Contact, coreografa e insegnante di Yoga, collabora con IDA da diversi anni portando tutta la sua esperienza nei vari corsi di formazione per insegnanti e durante gli stage per danzatori. Con lei abbiamo approfondito il tema della consapevolezza di sé in rapporto alla danza.
Carla, sin da piccola, ha sempre amato la ricerca e la sperimentazione del movimento, seguendo un percorso preciso che l’ha portata a rendere la danza la sua professione.
Durante i suoi corsi capita spesso di fermarsi a riflettere: per lei, infatti, la ricerca del movimento deve partire da una ricerca più profonda legata alla propria esperienza nel mondo. Secondo la docente la danza e la coreografia hanno bisogno di un corpo che, per muoversi in armonia con il resto del mondo, deve comprendere, leggere e approfondire. Solo così il corpo potrà sentirsi parte di un tutto e trovare la sua propria dimensione in una determinata danza, in una determinata coreografia, ma anche nella vita di tutti i giorni.
In un mondo frenetico, Carla Rizzu, ha introdotto nei suoi corsi una pratica essenziale, scegliendo di legare alla danza, l’introspezione, la ricerca del sé nel qui e ora: nella pratica della danza ha compreso l’importanza del presente, dell’esserci, del percepire il proprio corpo in una determinata dimensione ed è questo che vuole trasmettere nei suoi insegnamenti, cercando sempre di stimolare una ricerca continua del movimento. Per Carla l’insegnamento deve sempre essere caratterizzato da questa ricerca, deve essere nutrito ogni giorno con temi e concetti nuovi da trasformare in creazioni e visioni. Fondamentale diventa poi anche la modalità di insegnamento, che, data la natura stessa dell’insegnamento, deve essere fluida e modificabile a seconda della tematica affrontata e a seconda della personalità del singolo allievo, così da poter trasmettere un movimento, un concetto o una sensazione in maniera efficace.
In questo, il ruolo dell’insegnante è fondamentale e, proprio per questo motivo, deve imparare, giorno dopo giorno, a instaurare un rapporto con i propri allievi, un rapporto nuovo, diverso, in base al proprio “Io” e all’”io” che ci sta di fronte.
Nel mondo di Carla, questa consapevolezza del proprio corpo è arrivata con la danza contemporanea e lo yoga, in particolare con il Floorwork, il Release e il Contact, discipline strettamente connesse e caratterizzate da una tecnica che rende il danzatore un continuo flusso energetico, a volte compatto, a volte liquido, senza “blocchi corporei, energetici ed emotivi”: diventa fondamentale lavorare sulla respirazione e sull’equilibrio, scoprendo in queste tecniche nuovi ed importanti modi per entrare in contatto con la terra, sia come danzatore, sia come uomo. Si torna così a parlare del rapporto con il proprio corpo in relazione alla propria identità e all’ambiente nel quale si sviluppa.
Essenziale è imparare ad ascoltarsi: proprio grazie a questo lavoro di introspezione diventa possibile seguire le classi di Floorwork, di Release e di Contact con un approccio mentale di apertura e di ascolto sia personale sia del proprio partner, il quale condivide con noi, in quel momento, quella danza che nasce, appunto, da un contatto improvvisato.
Percorsi che si intrecciano, discipline tanto diverse quanto complementari e fondamentali nella crescita professionale di un ballerino, ma soprattutto di un insegnante, dal punto di vista fisico, mentale ed emozionale.