Se è vero che la storia la fanno non solo i fatti ma anche le persone con il loro operato e la loro professionalità, ricordare Gino Landi vuol dire senz’altro far conoscere, specie alle nuove generazioni, uno tra i più celebri coreografi e registi italiani.
Gino Landi ci ha lasciato “orfani” il 17 gennaio di quest’anno creando un grande vuoto nel mondo dello spettacolo. Landi ha lavorato nel cinema e nella televisione fino a diventare uno dei più celebri registi e coreografi nel panorama teatrale e televisivo nazionale ed internazionale firmando un tipo di televisione tra gli anni Sessanta e Ottanta in cui la danza era una grande protagonista elegante e raffinata. Gino Landi aveva infatti preso spunto dagli show americani con l’utilizzo di grandi coreografie accoppiando alla tecnica dei suoi ballerini, provenienti dai teatri lirici, la sua inventiva fuori dal normale.
Landi è figlio d’arte di due artisti di varietà, che caldeggiano i suoi studi di danza sotto la guida di Oreste Fraboni; debutta in teatro come ballerino, ma ben presto si accorge di non amare esibirsi davanti al pubblico e sceglie di dedicarsi alla composizione coreografica. Nel 1957 inizia la sua collaborazione con Erminio Macario e nel frattempo entra alla Rai come regista e per la Rai indimenticabili sono le sue coreografie in Studio Uno, Milleluci, Canzonissima programmi magistralmente diretti da Antonello Falqui. Come non ricordare la sigla iniziale di Canzonissima 1968 Zum Zum Zum, il celeberrimo Tuca Tuca che firmò nel 1971 e le innumerevoli coreografie create per Mina e Raffaella Carrà.
Dal 1969 inizia anche un importante sodalizio con la grande coppia del teatro italiano Garinei e Giovannini che lo vogliono creatore dei balletti di tutti i loro principali spettacoli, da Angeli in bandiera ad Alleluja brava gente (1970), da Aggiungi un posto a tavola (1974) con un cast stellare (Daniela Goggi, Johnny Dorelli, Bice Valori, Paolo Panelli) alle riprese di Rugantino (1978) con Enrico Montesano come protagonista. Poi lavora anche al cinema con Federico Fellini, Nino Rota, Tonino Guerra ed Ennio Flaiano.
Si lega poi, come ha scritto lui stesso nella buona e nella cattiva sorte, ai programmi televisivi condotti da Pippo Baudo e lo segue ovviamente anche al Festival di Sanremo, sia come coreografo che come regista. Tra questi programmi da ricordare è certamente Fantastico 7 che con le sigle di apertura e chiusura, entrambe di Sergio Bardotti e Pippo Caruso, è stato un vero e proprio spartiaque fra il varietà registrato degli anni settanta ed inizio anni ottanta e quello in diretta che prese il sopravvento negli anni novanta, che poi è andato scomparendo negli anni duemila.
Tra i tantissimi personaggi che ha lanciato non possiamo non ricordare Lorella Cuccarini, con la quale ha lavorato agli albori della sua carriera proprio a Fantastico che ha salutato il maestro sui suoi social con grande affetto: “Sei stato un vero punto di riferimento nella mia vita. Il Maestro che tutti dovrebbero avere. Mi hai insegnato ad affrontare le difficoltà, a superare i miei limiti, a credere in me stessa e nelle mie capacità. Dicevi sempre: “Non esistono coreografie impossibili. Mi potrai chiedere di modificarle solo dopo averle provate allo sfinimento”. Avevi sempre ragione tu. Ti voglio bene.”
Il ballerino Enzo Paolo Turchi ha raccontato invece in un’intervista: “Io ero ancora allievo al San Carlo di Napoli e mi scelse per un ruolo da primo ballerino poi due anni dopo mi scelse per il suo primo programma televisivo, Doppia Coppia, come primo ballerino… da lui ho imparato tutto. Devo tutto a lui ballettisticamente parlando…”.
Tra i tanti volti scoperti da Gino Landi c’è anche il danzatore e coreografo Luca Tommassini che ha salutato il suo maestro con un post pubblicato su Instagram: “Se n’é andato anche Gino, il maestro di tantissimi di noi. Mi scelse tra tanti a 12 anni per lavorare in tv, con il grande Pippo Baudo. Mi insegnò cose che ancora oggi sono strumenti fondamentali per fare bene il mio lavoro. Mi mise accanto a Lorella Cuccarini a 17 anni come uno dei suoi primi ballerini… Mi fece fare cose tanto complicate che mai avevo fatto prima… “vedrai quante cose farai”… “Se vuoi l’America ci devi andare” e… io ci andai… E tutte le cose fatte le ho conquistare anche grazie a te e a nome tuo… Ti dobbiamo dire tutti “Grazie Maestro”.