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Il corpo espressivo: terreno comune di emozioni, salute e malattia

Il corpo espressivo: terreno comune di emozioni, salute e malattia

Secondo un recente articolo del Wall Street Journal, una ricerca nel campo delle neuroscienze ha dimostrato che la postura ha un impatto sul corpo e sulla mente molto più grande di quanto si credesse fino ad oggi. Assumere una posizione potente ed aperta cambia effettivamente gli ormoni e il comportamento di una persona avendo un impatto decisivo sul modo in cui vieni percepito nel mondo relazionale. Ma cosa si intende per postura? La postura può essere definita come la posizione del corpo nello spazio, nonché il rapporto diretto delle sue parti con la linea del baricentro. Per avere una postura corretta è necessaria l’integrità del sistema neuromuscoloscheletrico. Ognuno presenta caratteristiche di postura uniche che sono influenzate da diversi fattori come la genetica, patologie, disturbi psicologici e condizioni ambientali. Quando si assumono posizioni erette e stabili, anche se in contraddizione con una natura timida ed introversa, gli ormoni e i comportamenti cambiano. In soli due minuti in posizioni nel quale il corpo si mostra potente, la ricerca ha rilevato aumenti di testosterone, diminuzioni del cortisolo, incremento della propensione al coraggio e migliori prestazioni nei colloqui di lavoro.
Ciò che una volta avremmo potuto presumere fosse una strada a senso unico in cui i nostri sentimenti e pensieri ci portavano ad assumere una particolare posizione è ora chiaro un processo più circolare: la posizione del corpo influenza pensieri e sentimenti che a loro volta ne modificano il movimento.

 

Se caliamo queste riflessioni nella sala danza possiamo tenere a mente con più forza l’idea che se ti comporti in modo sicuro, anche quando non lo sei, potresti iniziare a sentirti più prestante. Le posture erette possono anche aumentare la resilienza mantenendo l’umore positivo e l’autostima di fronte a fattori di stress.
Che i danzatori abbiano un carattere tenace e determinato è risaputo ed è dovuto al fatto che fronteggiano sbarra e vita a “schiena dritta” ma è altrettanto vero che durante la loro formazione devono aver incontrato anche maestri che gli hanno dato fiducia e incoraggiamento perché i benefici di questa attività siano autentici e duraturi.
Infatti quando si provano delusione, disperazione e insicurezza il livello di attivazione muscolare cala bruscamente, non si ha la capacità fisiologica necessaria per danzare e si potrebbero notare pensieri ripetitivi di sfiducia e senso di inefficacia.
Altro aspetto da tenere in considerazione è correlato all’ ansia. Lo stato permanente di contrazione muscolare può predisporre all’accorciamento muscolare, che si esprime nella postura del corpo sotto forma di deviazioni.

Noi insegnanti dobbiamo osservare bene i nostri studenti perché è evidente che se i loro corpi risultano essere troppo rigidi muscolarmente potrebbero essere a contatto troppo spesso con un senso di frustrazione, rabbia o apprensione. Spalle rigide e gambe pesanti a loro volta metteranno in circolo un flusso di pensieri negativi che li porterà a consumare le loro energie troppo rapidamente, mandando in corto circuito la performance.
La correlazione tra azioni motorie, pensiero ed emozioni ha affascinanti implicazioni. Gli studi degli psicologi Stenberg e Lubart spiegano persino come anche la creatività sia influenzata dal movimento. Nel dettaglio i gesti fluidi delle braccia, i port de bras che disegnano nell’ aria respirando all’ unisono, sono in grado di agire sul pensiero fluido che avvantaggia la produzione di idee originali. La teoria dopaminergica delle emozioni positive suggerisce che l’aumento del livello di dopamina negli stati emotivi positivi potrebbe migliorare la selezione o il passaggio tra set cognitivi alternativi, migliorando quindi la creatività.
L’affetto, in particolare, come modello di informazione, suggerisce che le emozioni positive creano un ambiente soddisfacente e sicuro, che promuove la semplificazione dell’euristica o l’elaborazione “libera” e, di conseguenza, avvantaggia la creatività. Nello specifico le emozioni positive favoriscono la creatività migliorando la flessibilità cognitiva.
Il clima in classe, in modo metaforico, non è altro che una “rete di relazioni affettive” come ad esempio la motivazione a stare insieme, la collaborazione in vista di obiettivi comuni, le norme comportamentali, l’apprezzamento reciproco e le modalità di funzionamento. In tal senso il peso più importante è quello attribuibile all’insegnante che può influenzare il gruppo con la sua personalità, con il suo stile comunicativo e con la sua capacità di efficacia formativa.
La qualità dell’ambiente “classe” riflette infatti le caratteristiche della relazione esistente tra insegnante-allievo e tra gli stessi discenti. La serenità del gruppo classe ha più probabilità di svilupparsi quando i docenti si comportano come “facilitatori” utilizzando strategie d’insegnamento centrate sulla persona, mostrando atteggiamenti da leaders positivi e democratici.

Per questo gli insegnanti dovrebbero stimolare gli alunni a portare nel loro apprendimento una sintesi olistica del proprio benessere fisico, intellettuale ed emozionale, impiegando strategie d’insegnamento che sviluppino nei giovani alunni la percezione reale dell’essere protagonisti del processo di apprendimento.

 

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