Medicina e scienza della danza, nota come Dance Medicine and Science, è una disciplina relativamente giovane; la quantità di informazioni disponibili per scienziati, tecnici, medici, insegnanti e per tutti coloro che lavorano nel campo della danza è in rapida espansione e progresso. Questo si riflette anche nell’aumento del numero di pubblicazini scientifiche correlate alla danza che appaiono nelle riviste di medicina e scienza dello sport. La performance nella danza dipende da un gran numero di elementi fisici, fisiologici, tecnici e psicologici. La comune aspettativa è che i danzatori siano esperti sia nel lato estetico che in quello tecnico e che siano, nel contempo, privi di infortuni. D’altra parte, la danza, però, un’attività ad “alto rischio”, in particolare per gli infortuni di natura muscolo-scheletrica, con una prevalenza e incidenza elevata di infortuni relativi agli arti inferiori e alla schiena, con predominanza di lesioni dei tessuti molli, date da uso eccessivo/continuativo. L’80% dei danzatori subisce un infortunio ogni anno. Tuttavia, il 50% dei danzatori cerca assistenza da un medico che non è formato per lavorare con artisti performativi.
Inoltre, il 63% dei danzatori teme di infortunarsi a causa dello stigma percepito, compresa la preoccupazione per come verranno trattati dai colleghi e per come sarà gestita la sostituzione nelle performance.
La maggior parte della letteratura scientifica si riferisce all’analisi di campioni relativi a danzatori “misti”, in termini di livelli, stili o tecniche. Ma è giusto considerare i danzatori come un gruppo uniforme di atleti “performanti”? Una delle caratteristiche peculiari della danza è che non è solo “una forma di arte performativa o esercizio”. Esistono numerosi stili (o tecniche all’interno di determinati stili), tra cui: balletto, danza contemporanea (o moderna), jazz, hip hop, danza teatrale, street dance, aerobica e danza da sala. Questi stili differiscono significativamente in termini di: requisiti tecnici, prerequisiti fisici e modelli di allenamento. Ragion per cui si ritiene necessario applicare a diversi stili di danza, statistiche diverse in termini di tasso di infortunio, tipologia e incidenza.
La situazione si complica ulteriormente quando si considerano i livelli dei danzatori. Nel mondo della danza ci sono diversi “scenari occupazionali” oltre alla classificazione “ordinaria” di professionisti verso non professionisti. Per semplificare, i danzatori possono essere classificati come professionisti, in formazione (vocazionale o non vocazionale) oppure danzatori che possono esibirsi per un certo numero di giorni all’anno, ma che possono avere anche altre occupazioni oppure essere senza un contratto formale (danzatori indipendenti). Il totale delle ore di allenamento e di esibizione, quindi, può variare significativamente anche all’interno dello stesso “stile” a seconda dello “status occupazionale” che, a sua volta, può influire sul tasso e sulla gravità degli infortuni. Pertanto, non sorprende scoprire l’eterogeneità della letteratura sulla medicina della danza in termini di tipo, tasso e incidenza degli infortuni. La maggior parte degli studi di ricerca pubblicati si è concentrata sul balletto e sulla danza contemporanea, mentre manca informazione su altri stili o tecniche. Ancora, la maggior parte degli studi ha esaminato danzatori professionisti o pre-professionisti, mentre ci sono pochi dati riguardanti i danzatori ricreativi e amatoriali, nonostante ci sia un numero stimato di 4,7 milioni di partecipanti a livello ricreativo solo nel Regno Unito.
Associazioni quali la IADMS, International Association of Dance Medicine and Science, supportano e promuovono la produzione scientifica e non, di dati che siano rappresentativi di tutti i danzatori di qualsiasi livello e, di recente, hanno contributo alla divulgazione degli effetti benefici della danza, intesa come esearcizio ricreativo, racchiuso nello slogan “Health for Dance. Dance for Health”. Nel 2019 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha pubblicato un rapporto che rappresenta la revisione delle evidenze più completa fino ad oggi, riguardante le arti e la salute, facendo riferimento a oltre 900 pubblicazioni, tra cui 200 revisioni che coprono oltre 3000 ulteriori studi. Le evidenze mostrano un impatto robusto delle arti, sia sulla salute mentale che fisica e hanno rilevato che le arti possono aiutare a fornire cure multisettoriali, olistiche e integrate incentrate sulla persona, affrontando sfide complesse per le quali non esistono attualmente soluzioni sanitarie. L’OMS afferma che la danza è collegata a un miglior apprendimento, memoria, equilibrio e attenzione.
Attraverso lezioni e sessioni interattive, la 34ª Conferenza Annuale di IADMS è progettata per condividere ricerche pertinenti e innovative nel campo della medicina e della scienza della danza. Saranno presenti oltre 150 professionisti di fama mondiale in ortopedia e medicina sportiva, educazione e accademia della danza, salute mentale, somatica, danza per la salute e altro ancora su tutti gli aspetti del benessere globale in relazione alla danza. Durante i quattro giorni della conferenza, ci sarà un focus sui fattori fisiologici, sociologici e psicologici degli infortuni nella danza, inclusi fattori intrinseci ed estrinseci specifici per il danzatore come atleta e l’uso della danza nell’assistenza sanitaria.
Obiettivi Educativi: dopo aver partecipato a questa attività, i partecipanti dovrebbero essere in grado di:
(a) Riconoscere la causa dei comuni problemi muscoloscheletrici nei danzatori, nonché le strategie di prevenzione.
(b) Identificare le risorse mediche e di benessere appropriate disponibili nella comunità per i danzatori/pazienti-danzatori.
(c) Comprendere l’uso della danza nel contesto della salute e del benessere per comunità/popolazioni di pazienti speciali e generali.
(d) Comprendere le esigenze specifiche della danza coinvolte nell’allenamento e nel trattamento per le necessità di intervento precoce.
(e) Identificare quando e come implementare i protocolli di allenamento e trattamento migliori per i danzatori.
IADMS, supportata dalla IDA, terrà il suo 34º congresso annuale in Italia, a Rimini dal 17 al 20 Ottobre 2024.
Vi aspettiamo al PalaCongressi!