Perché chi studia danza contemporanea dovrebbe praticare danza classica? E quale è il modo più corretto per inserire nozioni di balletto in un percorso che privilegia altre tecniche?
Ne abbiamo parlato con la docente Laura Nardi, diplomata all’Accademia Nazionale di Roma, da sempre versatile danzatrice e, come coreografa di danza contemporanea, vincitrice di numerosi riconoscimenti in numerosi festival e concorsi di rilievo nazionale.
Laura, cosa rispondi a chi pensa che la tecnica classica sia addirittura d’ostacolo a chi ricerca un movimento naturale e non vincolato alla forma?
Direi che non c’è conflitto, anzi sono certamente di più i vantaggi per chi ha la fortuna di inserire nel suo programma di studio elementi di base del balletto nonostante il suo obiettivo non sia quello di fare il danzatore classico.
Per un ragazzo/a che aspiri al professionismo, prendere parte ad una classe di danza classica è un po’ come prendere le vitamine: la danza classica aiuta a migliorare la prestazione fisica, la coordinazione, la consapevolezza dello spazio e permette di lavorare alla sbarra su forza ed elasticità in maniera simmetrica su ambo i lati del corpo.
Come può un insegnante di contemporaneo aiutare i propri studenti ad impadronirsi della tecnica di base della danza classica?
Spesso si rinuncia ad introdurre un training di balletto in percorsi formativi di modern o contemporaneo per paura di spaventare gli allievi che scelgono questa disciplina dopo aver avuto approcci traumatici con la danza classica oppure con allievi che nutrono pregiudizi di base verso una disciplina percepita come troppo rigida e dogmatica. Poi, avendo poche classi a settimana a disposizione, i docenti rinunciano spesso ad affrontare l’argomento per mancanza di tempo.
Il tutto credo dipenda però dalla modalità di approccio alla materia che va introdotta nella consapevolezza da parte del Maestro di dover costruire classi o esercizi di balletto per il contemporaneo, prevedendo una programmazione delle sequenze specificatamente formulate per chi necessita di muovere il corpo nella fluidità, senza insistere ad esempio sulla ricerca dell’en dehors come necessità prioritaria, obiettivo imprescindibile invece per chi segue una formazione accademica.
Quali consigli si possono dare ad un insegnante di modern o di contemporaneo per presentare nelle proprie classi anche gli elementi base della danza classica?
Credo sia importante prima di tutto valutare il materiale umano che si ha a disposizione per formulare una pianificazione del programma adeguata ai bisogni del gruppo e cercare freschezza e versatilità nel trasferire le nozioni. Per questo con Ida abbiamo pensato ad un corso finalizzato per stare accanto a tutti quei docenti che desiderano integrare le loro lezioni di modern con le basi essenziali della tecnica accademica: vorremmo si facesse largo l’idea che il corpo è uno e più esperienze sane e corrette gli facciamo fare più contribuiremo a renderlo sapiente.
Come si svolgerà il percorso proposto?
Dopo aver analizzato i concetti fondamentali della tecnica classica si parlerà di come e quando introdurli, si analizzerà poi come la danza classica possa supportare e coadiuvare, le caratteristiche primarie della danza modern e contemporanea: musicalità, uso dello spazio, delle direzioni e dinamica.
Saranno proposte anche diverse parti pratiche in modo che gli insegnanti partecipanti siano stimolati a sperimentare e a provare su di sé: ci tengo molto ad instaurare un clima aperto con i docenti perché ogni tanto deve poter essere divertente tornare ad essere allievi ed apprendere senza nessun giudizio… credo infatti che solamente in questa modalità aperta e disponibile di scambio i docenti possano tornare nelle proprie classi e nella propria routine avendo tratto i migliori benefici dal lavoro svolto assieme.
Laura Nardi terrà il corso Ballet Inside Modern Class a Ravenna a partire dal 27 novembre 2021.
© Expression Dance Magazine - ottobre 2021