In foto: Benedetta Pisapia alla Dance Area; Yeison Giannino sul palco di Expression; Linda Moretti al BDC con Korie Genius (insegnante di Dancehall) e Gabriele Pieragalli al BDC di New York.
Allenamento, studio, sudore, fatica, e ancora allenamento, e poi adrenalina, tensione, agitazione… Sono tanti i fattori determinanti e le emozioni che accompagnano i giovani partecipanti al Concorso Expression; unico obiettivo: dare il massimo per realizzare il sogno di studiare in una delle Scuole di danza più prestigiose al mondo.
Una volta raggiunto tale risultato, le speranze e le aspettative salgono alle stelle… E l’esperienza vissuta diventa indimenticabile!
Abbiamo contattato alcuni vincitori delle Borse di studio assegnate al Concorso dello scorso anno; euforici, i ballerini ci hanno raccontato le loro storie.
Iniziamo dalla più piccina: Benedetta Pisapia, assegnataria di una Borsa al Summer Intensive Workshop della Scuola Dance Area di Ginevra, dal 13 al 17 agosto 2018. “Partecipare al Concorso – ci racconta Benedetta - è stata un’emozione fortissima; non mi sarei mai aspettata di vincere perché la notte prima non ero stata bene e avevo dormito pochissimo... La Dance Area di Marie Christine Maigret è un sogno, grandissima ed organizzatissima. Mi sono sentita subito a mio agio. Durante il periodo di stage, ogni giorno andavamo con mamma alla fermata dell’autobus e passeggiavamo in un viale pieno di alberi con un grande prato. Il tram ci portava direttamente alla scuola e lì potevo finalmente ballare. La mattina avevo lezione di Classico con Madame Karine Rossmann, un’insegnante perfetta, dolce e brava: mi ha dato davvero tanti buoni consigli. La prima ora c’era lezione con le punte; purtroppo io non le avevo ancora messe e facevo la sbarra in mezza punta. Dopo il pranzo iniziava la lezione di Contemporaneo con il maestro Francesco Curci e poi con la maestra Anastasia Piguet, che ci faceva provare delle coreografie di Modern Jazz che mi sono piaciute tantissimo perché mettevano allegria e potevamo scatenarci. Alla sera con la mia famiglia visitavamo Ginevra, una città splendida. Con il mio fratellino giocavamo ogni giorno in un parco nuovo. La settimana purtroppo è volata. Mi sono trovata davvero bene, sono tornata a casa con meno paura e più amore per la danza… Ho imparato tante cose e sono riuscita a fare amicizia con tutte le bambine: con le mie nuove amiche abbiamo perfino realizzato un ‘video ricordo’. Ciò che mi preoccupava di più era la lingua, ma per fortuna gli insegnanti sono stati bravissimi e mi aiutavano a non essere timida. In generale, la soddisfazione più grande è essere riuscita a salire sul palco dell’Expression e ballare la coreografia, poi vincere è stato incredibile. Partecipare allo stage di Ginevra è stato un premio stupendo, più bello di una coppa. Ancora mi sembra un sogno! Prima di partire ero in ansia: avevo paura di sentirmi sola, di provare nostalgia delle mie cose e di non riuscire a seguire le lezioni. È stato tutto il contrario! Questa esperienza mi ha fatto crescere molto – conclude
Yeison Giannino, ballerino di Hip Hop, ha vinto la Borsa di studio "Retro Kings & Queens Summer Intensive" alla District Funk di Dublino assegnata dal coreografo di fama internazionale Jay Asolo: “Questa esperienza – dichiara il ragazzo - rimarrà sempre nel mio cuore; Mr Asolo è stato molto disponibile e cortese con me facendomi sentire come a casa: mi ha presentato la sua crew rendendomi parte della sua squadra. La scuola è molto professionale e gli insegnanti sono molto bravi; non ho incontrato particolari difficoltà anche perché sono stato accolto con tanto entusiasmo. Grazie a Mr Asolo ho conosciuto il Krump, uno stile esplosivo, faticoso e con una cultura alle spalle tutta da scoprire. La soddisfazione più grande è aver preso parte ad un videoclip che ha già raggiunto e superato le 30.000 visualizzazioni su YouTube. È stato un regalo inaspettato, mai avrei immaginato di studiare e ballare con altri ballerini all'estero. Tutto questo lo devo all'organizzazione IDA e a coloro che mi hanno permesso di vincere; un grazie particolare al mio coreografo Daniele Ingrassia, che ha sempre creduto in me. L’esperienza mi ha incentivato a far meglio e voler studiare ancora di più, non mollando anche quando le difficoltà cercano di buttarmi giù. Grazie mille di tutto!”
La Grande Mela è stata indimenticabile teatro delle esperienze di Linda Moretti e Gabriele Pieragalli.
“Sono stata a New York City per 10 giorni – ci spiega Linda -, partita grazie ad una Borsa di studio per il Broadway Dance Center (BDC) assegnatami da Naike Negretti al Concorso Expression 2018 a Firenze. Mi ha accompagnata la mia insegnante Federica Eusebi, che ne ha approfittato per studiare e visitare la città (e far sì che io non mi perdessi!), e che ringrazio per aver condiviso con me questa bellissima esperienza. New York mi ha travolto: è un posto che accoglie chiunque a braccia aperte e dove la gente fa quello che vuole in qualsiasi orario, senza passare per ‘strana’. Venendo dall’Hip Hop, al BDC mi sono concentrata sulle discipline Urban: ho studiato Hip Hop con Luam, Dancehall con Genius, Vogueing con Omari Mizrahi e Waacking Technique con Princess Lockeroo. La cosa più bella di queste lezioni è che tra allievi ci si osserva, ci si incita e ci si incoraggia, sempre con grande rispetto per gli insegnanti. Molti di loro alla fine della lezione ringraziano per aver scelto il proprio corso, aver dedicato loro del tempo e la voglia di imparare. Tra una lezione e l’altra non potevano mancare i tour da turista, quindi abbiamo cercato di conciliare danza e visite ai quartieri di Manhattan, tra cui Harlem, Brooklyn (il mio preferito) e il Bronx. Un viaggio del genere ti cambia per sempre! Torno con una valigia piena di riflessioni, positività, leggerezza e un insegnamento importante, ovvero che bisogna cercare di dare alle cose il giusto peso ignorando le negatività. Ho lasciato un pezzo di cuore a New York City; spero di tornare a riprendermelo presto...”
“A 22 anni certe occasioni difficilmente si ripetono, dunque ho deciso di investire in questa meravigliosa esperienza a New York per un mese intero: dal 1 al 30 Settembre”, ci spiega Gabriele Pieragalli, anche lui vincitore del premio messo in palio da Naike Negretti al Broadway Dance Center. “La scuola è stupenda – continua -, una struttura a tre piani a pochi passi da Times Square, con shop, spogliatoi e tante sale, dove ogni giorno, e ad ogni ora, si alternano lezioni di qualsiasi disciplina. Avendo deciso di investire un mese intero ho acquistato altre lezioni oltre le 10 della Borsa di studio, di conseguenza facevo 1 o 2 workshop al giorno. Ho scelto di studiare variando più insegnanti possibile piuttosto che focalizzarmi solo su quelli che potevano essere stilisticamente affini alla mia "comfort zone". In totale ho preso parte a lezioni tenute da 22 grandissimi professionisti di altissimo livello, tra cui mi sento di citare: Keenan Cooks (ballerino di Beyonce, Cardi B, Jennifer Lopez...), Derell Bullock (Janet Jackson, Madonna, Britney Spears..), Carlos Neto (Broadway, Nintendo, Sony), Bo Park, Kenichi Kasamatsu e tanti altri... Non ho problemi con l'inglese, per cui non ho trovato difficoltà, avvantaggiato anche da un ambiente molto aperto e cordiale. Nel tempo libero ho visitato la meravigliosa New York, camminando anche 20 chilometri al giorno, osservando ed arricchendomi come persona e come artista. Le criticità maggiori sono all'inizio: la città è immensa e ha un'energia che ti investe... I primi giorni servono per ambientarsi ma una volta inquadrato il luogo diventi uno di loro! Al BDC, come nella città in generale, si respira un'aria di competitività positiva: ognuno vive per un obiettivo e dedica anima e corpo per raggiungerlo. Se si trova una ballerino più preparato si cerca di conoscerlo, osservarlo e incitarlo. Di conseguenza, si cresce e si impara tantissimo, provando non solo a raggiungere il suo livello ma anche di superarlo. Ecco perché sono tutti fortissimi e pieni di voglia di fare... All'inizio si fatica, poi si comprende e infine si cresce mentalmente, tecnicamente e artisticamente. Vivere un'esperienza del genere è una gratificazione sensazionale, pensare di averla ottenuta esclusivamente grazie a me, vincendo l'Expression solisti ed esibendomi con una mia coreografia, è già una soddisfazione meravigliosa! Partecipare al Concorso Expression è stata una bella emozione, ho avuto modo di confrontarmi con una giuria internazionale in grado di assegnare borse di studio per vivere esperienze sensazionali. Auguro di fare la stessa esperienza a chiunque abbia nel cuore una grande passione per la Danza! Al BDC è stato fantastico sentirsi fare i complimenti da Carlos Neto davanti alla classe oppure essere selezionato da vari insegnanti per alcuni video. Solo al pensiero di aver studiato a Broadway mi viene la pelle d'oca: confrontarmi con ballerini bravissimi, studiare con veri professionisti in una delle scuole più importanti del mondo è stato un sogno ad occhi aperti. Sono partito con il bisogno di nuovi stimoli, sono tornato arricchito da ogni punto di vista, con emozioni che non dimenticherò mai! Grazie”.
Non serve aggiungere altro a quanto detto da questi ragazzi. Per chi volesse provare le stesse emozioni ed esperienze, la 15esima edizione di Expression International Dance Competition vi aspetta a Firenze dal 22 al 24 febbraio 2019 con tante novità!
Le novità della prossima edizione
A quindici anni dalla sua prima edizione il Concorso Expression, tra i più autorevoli nel panorama europeo, si mostra più che mai dinamico e attuale con tante ed interessanti proposte innovative.
Tra le novità 2019:
• Premio Speciale della Critica assegnato alla miglior composizione coreografica da Sara Zuccari, giornalista, critica, storica, docente e direttrice del Giornale della Danza (testata online di informazione dedicata al mondo della danza).
“Nelle esibizioni soliste o di coppie – spiega la critica a Expression Dance Magazine – l’aspetto che principalmente viene osservato e giudicato è quello relativo alle capacità tecniche dei ballerini. La mia intenzione, invece, è premiare l’insieme del gruppo, o meglio il messaggio che danzatori e coreografo vogliono trasmettere attraverso la performance, valutando in primis l’aspetto critico-teatrale della coreografia”.
L’idea dunque è adottare una chiave di lettura alternativa a quella tipica dei giudici del Concorso, che si propone di “Esaminare il linguaggio della composizione e valutarne anche il percorso fatto per arrivare al risultato finale; giudicando, dunque, il lavoro del coreografo”, come precisa Zuccari.
La composizione coreografica che verrà ritenuta migliore rispetto alle altre da Sara Zuccari avrà l’onore e il prestigio di essere recensita dalla stessa giornalista sul giornale da lei diretto, oltre a ricevere una targa speciale.
• Altro Premio Speciale sarà lo shooting fotografico assegnato dal fotografo Domenico Scordia, che valuterà l’espressività, l’intensità dei movimenti e la capacità del ballerino di trasmettere emozioni. Il premio sarà assegnato nella categoria solisti classico e consiste nella realizzazione di uno speciale progetto fotografico con scatti che immortalano il danzatore, inserendolo in diversi scenari, dal contesto urbano al paesaggio naturalistico, in un modo nuovo e pienamente integrato in esso.
• Infine, la Categoria ‘Danza inclusiva (Diversamente abili)’ dedicata al mondo della danza inclusiva. Nel pomeriggio di sabato 23 febbraio, danzatori con disabilità fisiche o psichiche si esibiranno (nei diversi stili) in coppia o in gruppo con altri ballerini cosiddetti ‘normodotati’ sul palco del Padiglione Basilica, allestito ad hoc e senza alcuna barriera architettonica.
Un progetto al quale l’organizzazione IDA tiene moltissimo in quanto ritenuto un modo per divulgare il grande messaggio della Danza come possibilità di esprimere se stessi e il proprio io interiore, ma anche come occasione di crescita nei rapporti interpersonali ed autentica terapia per disagi fisici e psicologici.
Quali saranno le novità della prosima edizione di Expression International Dance Competition?
Per scoprirlo vai al sito del concorso >
© Expression Dance Magazine - Dicembre 2018
Tra le grandi novità di Campus 2019 i workshop con James D'Silva l'ideatore del metodo Garuda® e le lezioni con il famoso coreografo americano Bill Goodson
L’inverno è solo agli inizi ma l’organizzazione IDA sta già pensando all’estate quando tornerà l'annuale Campus Dance Summer School. Dal 12 al 17 luglio 2019, infatti, le storiche aule del Centro Studi La Torre di Ravenna ospiteranno centinaia di giovani allievi provenienti da tutta Italia per prendere parte alle lezioni di Modern, Classico e Composizione Coreografica, solo per citarne alcune.
Grande novità di quest’anno i workshop di Garuda® Barre tenute dal suo ideatore James D’Silva, creatore del Metodo Garuda® e fondatore dello Studio Garuda®. D’Silva è nato e cresciuto a Goa (India); trasferitosi per amore in Inghilterra ha intrapreso la carriera di ballerino professionista ed insegnante dallo stile particolare ed unico, un mix tra Pilates®, yoga, GYROTONIC® e Feldenkrais®.
Tanti i docenti di fama interazionale che hanno già confermato la loro presenza al Campus, tra questi Kledi Kadiu, Jay Asolo, Iker Karrera, Virgilio Pitzalis, Matteo Addino, Kristian Cellini, Massimiliano Scardacchi, Loreta Alexandrescu, Sara Tisselli e Emanuela Tagliavia.
Attesissima, inoltre, la presenza del celebre coreografo televisivo Bill Goodson.
Nato a Los Angeles alla fine degli anni ’50, nella sua lunga carriera Bill Goodson ha collaborato con artisti del calibro di Michael Jackson, Renato Zero, Diana Ross, Gloria Estefan e Stevie Wonder ed insegnato in alcune delle più prestigiose scuole di danza a livello mondiale. Tra le sue esperienze televisive si ricordano programmi quali “Torno sabato” di Giorgio Panariello e “Chiambretti Night”, di cui ha curato le coreografie. Ma la grande popolarità nel nostro Paese è arrivata lo scorso anno quando è entrato a far parte del team di professori di ballo dello talent show “Amici di Maria De Filippi”.
Signor Goodson, cosa consiglierebbe ad un allievo di Campus che si trova a far lezione con un professionista del suo calibro, per valorizzare al massimo tale esperienza?
“Il mio consiglio è di arrivare in aula mentalmente preparati così da essere presenti ‘anima e corpo’. Per un giovane ballerino si tratta di un’esperienza dalla quale deve trarre il massimo beneficio possibile perché, senza falsa modestia, non sono opportunità che capitano tutti i giorni”.
Cosa si aspetta da un suo allievo di Campus?
“Certamente il tempo che abbiamo a disposizione non è moltissimo, per cui è necessario avere un atteggiamento umile ed essere pronti ad assorbire il più possibile. Io da parte mia sono già entusiasta di partecipare a questo stage e porterò con me tanta passione e vitalità; mi piacerebbe che sotto questo aspetto ci fosse un buono scambio, così da creare una bella energia in aula”.
Come strutturerà le sue lezioni al Campus 2019?
“Il mio obiettivo principale è dare input e nuovi stimoli su cui gli allievi potranno lavorare in seguito con i propri maestri. Partendo dal presupposto che la danza è divertimento, cercherò di puntare su questo aspetto, soprattutto nelle classi dei più piccoli, dove talvolta gli allievi devono ancora trovare la loro vera strada. Con i più grandi, lavorerò anche sulla tecnica. Ciò che vorrei trasmettere è la gioia della danza”.
Cosa si sentirebbe di consigliare ad un giovane ballerino che ha deciso di fare della danza la propria professione?
“Il mio consiglio è continuare a studiare sempre la propria arte, non mollare mai e non sentirsi mai arrivati. Per realizzare i propri sogni ci vuole tanta, tantissima, determinazione. Il nostro è un mondo molto competitivo, in cui c’è poco spazio per affermarsi. Per farlo, l’unico modo è essere davvero convinti del percorso intrapreso e mostrarsi sempre pronti a sacrificarsi e sudare”.
Tutte le informazioni su Campus Dance Summer School 2019 a questo link >
© Expression Dance Magazine - Dicembre 2018
Successo per il tradizionale appuntamento autunnale
Si è svolto il 7 e l’8 dicembre a Ravenna, nelle storiche aule del Centro Studi La Torre, l’annuale stage di Danza e Formazione Expression organizzato da IDA. Una due giorni intensa di studio che ha visto la partecipazione di allievi ed insegnanti di danza provenienti da tutto lo Stivale per prendere parte alle lezioni di Classico, Modern, Contact Improvisation e Anatomia Esperienziale.
“Anche quest’anno ho piacevolmente constato una decisa partecipazione di ballerini provenienti da altre discipline, che prendono parte alle lezioni di Classico per migliorare il loro livello di tecnica e la loro consapevolezza nel movimento, attitudine, quest’ultima, che solo la danza Classica è in grado di dare poiché ‘madre di tutte le danze’. Prenderne coscienza è fondamentale ma avere il coraggio di approcciare da neofiti questo insegnamento non è semplice; tuttavia anche chi non ce l’ha fatta, ma ha comunque assistito alle varie lezioni, ha aggiunto un tassello essenziale alla propria formazione”, ha commentato Loreta Alexandrescu, Docente Scuola di Ballo Teatro alla Scala, tra gli insegnanti che hanno preso parte allo Stage insieme a Virgilio Pitzalis (Modern), Alessio Barbarossa (Contact Improvisation), Massimiliano Scardacchi (Classico), Rita Valbonesi (Anatomia Esperienziale) e Rita Babini (esercizi di respirazione).
L’appuntamento di quest’anno si è focalizzato sull’importanza del riscaldamento ad inizio lezione (e del defaticamento alla fine) e delle tecniche di respirazione da implementare durante l’intero allenamento.
Novità assoluta dell’edizione 2018 è stato il microteaching, un percorso teorico e pratico per insegnanti basato su un metodo di osservazione ed analisi di video realizzati durante le lezioni di Anatomia Esperienziale di Rita Valbonesi e di Danza Classica di Massimiliano Scardacchi.
“Penso che si tratti di uno strumento molto utile, in quanto consente di intavolare un interessante dibattito sugli aspetti pedagogici dell’insegnamento, con un approccio moderno ed innovativo, che tiene conto delle singole individualità degli allievi e svecchia quella concezione per cui il maestro di danza è solamente un ‘mestierante’”, ha commentato Massimiliano Scardacchi.
Soddisfatta infine Rita Valbonesi che sottolinea il successo ottenuto dal corso di Anatomia Esperienziale, in particolare tra i più giovani. “Un risultato sorprendente che può essere interpretato come il segnale di un forte cambiamento in atto, dovuto anche al lavoro degli insegnanti che quotidianamente educano all’ascolto e stimolano costantemente la curiosità dei propri allievi insegnando loro ad aprirsi al nuovo”.
© Expression Dance Magazine - Dicembre 2018
Partirà a marzo 2019 il Percorso di scrittura coreografica per danzatori e insegnanti promosso da IDA con rilasciato del Diploma IDA/ASI e Tesserino Tecnico ASI valido ai fini delle nuove normative CONI.
Il percorso didattico avrà la direzione artistica della danzatrice, coreografa e docente di danza contemporanea Emanuela Tagliavia e approfondirà diversi temi ed aspetti con seminari di scrittura coreografica, drammaturgia, analisi del movimento ed illuminotecnica al fine di approfondire gli aspetti del lavoro compositivo.
“Il corso – spiega Emanuela Tagliavia - vuole essere uno stimolo ad avere un ‘pensiero coreografico’ , un’analisi del movimento, la capacità di inserirlo in un contesto e trovare la propria poetica. Quest’anno, oltre al linguaggio di tre autori ho introdotto lezioni di drammaturgia e illuminotecnica, utili strumenti nella realizzazione di una coreografica. La cosa più importante – conclude l’insegnante - è utilizzare il corso per stimolare la curiosità di conoscere gli stili corografici contemporanei e, più in generale, i diversi aspetti della cultura coreutica”.
Ad affiancare Tagliavia in questo percorso ci saranno Laura Moro, coreografa e docente di ricerca coreografica nonché fondatrice del collettivo artistico Arthemigra Satellite; Lorella Rapisarda, coreografa e docente del metodo Laban/Bartenieff; Giuseppe Dagostino, drammaturgo presso Kor’sia, collettivo italo-spagnolo con sede a Madrid; Antonio De Rosa e Mattia Russo, direttori artistici del già citato collettivo Kor’sia; Sharon Remartini e Fabio Passerini esperti di illuminotecnica in movimento e insegnanti del corso “Lighting Design per il Teatro” presso l’Accademia del Teatro La Scala.
Per accedere al corso è necessario essere in possesso di un curriculum artistico che si compone di certificazione o autocertificazioni attestanti la frequenza a corsi di danza presso Enti privati o pubblici; conoscere i passi fondamentali della danza classica e contemporanea; essere capaci di riprodurre una sequenza coreografica e rispettare il ritmo musicale; possedere fluidità di movimento corporeo.
La durata complessiva del percorso è di 6 weekend, ma viene data anche la possibilità di acquistare singolarmente i primi cinque moduli.
I corsi sono a numero chiuso e sono rivolti a persone di almeno 18 anni di età. I candidati interessati possono iscriversi entro il 31 gennaio 2019 richiedendo la cedola di iscrizione ed inviando il cv a formazione@cslatorre.it
Maggiori informazioni sul corso a questo link >
© Expression Dance Magazine - Dicembre 2018
Assegnati 22 titoli di qualifica con validità nazionale ed europea
Si è conclusa con successo la prima edizione del Corso per la Qualifica di Maestro di Danza, organizzato dal Centro Studi La Torre, in collaborazione con Iscom E.R, interamente finanziato dal Fondo Sociale Europeo e riconosciuto dalla Regione Emilia-Romagna.
Un percorso lungo circa un anno, iniziato nell’agosto 2017 e conclusosi lo scorso settembre con gli esami finali, valutati da una giuria di Commissari regionali.
Professionisti di spessore e insegnanti altamente qualificati si sono alternati durante le 300 ore di lezione in aula e le 200 di stage.
A questa prima edizione del Corso hanno preso parte: Argiolas Eleonora, Barilli Sofia, Bergonzi A. Allegra, Berti Giulia, Buratto Lia, Campi Giulia, Casadio Silvia, Congiu Eleonora, D'Adamio Michael, Dessardo Noemi, Fattori Greta, Fazio Chiara, Gelsi Ciro, Malinconi Margherita, Mancini Daniela, Martirani Giulia, Mikhailowa Yulia, Morandi Laura, Ricci Linda, Schennetti Federica, Troilo Francesco, Vaccarini Licia e Zacchi Linda.
Dei partecipanti, ventidue hanno conseguito la Qualifica di Maestro di Danza e una la Certificazione di competenza. Si tratta di un importante traguardo poiché, per la prima volta in Italia, un corso riconosciuto a livello giuridico conferisce un prestigioso titolo in grado di aprire le porte a nuove prospettive professionali per la sua validità nazionale ed europea (6° livello EQF).
Condurre lezioni di classico, moderno e contemporaneo, graduando gli obiettivi didattici in relazione alle caratteristiche psicofisiche degli allievi sono le skill raggiunte grazie ad un intenso programma di studi con tante tematiche affrontate: dalla progettazione del percorso di danza alla gestione delle lezioni, dalla capacità di creare uno spettacolo a quella di valutare i risultati raggiunti; dall’apprendimento dei principi della corretta alimentazione fino a quelli igienici, passando per i concetti legati all’anatomia, alla fisiologia del movimento, alla psicomotricità e alla traumatologia, oltre che ai temi relativi alla sicurezza sul lavoro.
Un percorso di alto livello che ha conferito ai partecipanti una competenza (qualificata) sinonimo di specializzazione e professionalità, requisiti indispensabili per far fronte all’elevato tasso di competitività del mondo attuale.
La seconda edizione del Corso per la Qualifica di Maestro di Danza è già in dirittura di arrivo: partita lo scorso aprile terminerà con gli esami di fine percorso il prossimo gennaio.
A grande richiesta il Centro Studi La Torre sta già organizzando una terza edizione al via nel 2019. I candidati interessati possono inviare il proprio cv a formazione@cslatorre.it
© Expression Dance Magazine - Dicembre 2018
L'estate di Ravenna è stata animata dall'annuale Scuola Estiva di danza Campus che, come consuetudine, si svolge nelle aule storiche del Centro Studi la Torre. Circa trecento partecipanti si sono alternati tra le lezioni di Modern con Kledi, Virgilio Pitzalis, Kristian Cellini e Roberta Fontana; Classico con Massimiliano Scardacchi e Loreta Alexandrescu; Contemporaneo con Carla Rizzu; Floorwork Release con Valentino Porcu e Alessio Barbarossa; Hip Hop con Jay Asolo e B Boy Salo.
I partecipanti professionisti hanno potuto inoltre scegliere fra cinque appuntamenti formativi su Yoga per la danza con Rita Valbonesi; Composizione Coreografica con Kristian Cellini; Contact Improvisation al femminile con Carla Rizzu e Serena Fossanova; Ricerca di Movimento con Paola Ponti e Flessibilità muscolare e Mobilità articolare con Andrea Neyroz.
Infine gli allievi più giovani hanno gremito le aule di modern con Matteo Addino e Classico con Scardacchi, mentre B Boy Salo e Andrea Neyroz, ex ballerini e performer di "Notre Dame de Paris" hanno proposto coreografie ispirate alle musiche del noto musical, nelle lezioni di Propedeutica al Breaking e Pre Acro, quest'ultima con Sara Tisselli.
Tra gli articoli di questo numero alcuni consigli di Kledi per ideare un buon saggio e il ruolo della musica dal vivo nella lezione spiegato dal pianista Francesco Ragni e dal percussionista Marco Mariano che hanno accompagnato dal vivo le lezioni di classico e Contact Improvisation.
Vedi tutte le immagini dell'evento nella gallery >
© Expression Dance Magazine - Agosto 2018
La danza come formazione e mezzo e per migliorarsi
ARETÈ - Roma
Direzione artistica: Morena De Angelis
È specializzata nell’insegnamento del classico, del moderno e del contemporaneo, la scuola Aretè aperta nel 2010. «Sono nata e cresciuta a Londra – racconta Morena De Angelis, titolare e direttrice artistica –, ma a una certa età sono stata sradicata dall’Inghilterra per approdare in Italia, che per me era sempre stato solo il Paese delle vacanze. Ho portato con me la passione per la danza e molti dei principi della dance educational che ormai mi appartenevano». Per Morena, la danza è un prezioso linguaggio non verbale che non sere solo per trasmettere nozioni o tecniche fini a se stesse, ma anche emozioni e significati nell’ambito di un pensiero coreografico. «La danza è una lente e un filtro attraverso cui vedo il mondo – aggiunge –. Non solo serve per formare ma anche per renderci migliori. Non a caso, come nome della scuola, ho scelto il termine greco ‘arete’ che significa ‘virtuosismo’ nel senso di tirar fuori il potenziale di ognuno». In linea con la dance educational, che riguarda anche lo sviluppo del pensiero critico, una parte della lezione è dedicata all’osservazione degli altri, per imparare a valutare, a esprimere consigli per favorire il miglioramento. Non mancano anche nozioni di storia della danza per capire le origini degli stili che si studiano. La scuola Aretè fa parte della Royal Academy con obiettivi specifici da raggiungere in tre trimestri. A fine anno, c’è la tradizione del saggio incentrato su una storia – quest’anno su “Artù” – per far sentire ogni allievo parte di qualcosa di più grande, per essere tutti più uniti e collaborativi.
DANCE STUDIO - Nocera Inferiore (Salerno)
Direzione artistica: Luc Bouy e Gaetano Petrosino
Nata nel 1994, la scuola di danza Dance Studio ha già festeggiato il primo ventennale. Ieri come oggi, immutati sono gli obiettivi della scuola diretta da Daniela Buscetto: avviare e seguire i danzatori nella formazione professionale. Tanti sono i giovani di talento che, in questi anni, sono scresciuti all’interno della scuola e sono diventati danzatori professionisti impegnati in compagnie internazionali. Dance Studio propone corsi di danza classica, moderna, contemporanea e hip hop, che rappresentano il ‘nucleo’ forte dell’attività ma non mancano anche lezioni di salsa, flamenco, Pilates e ginnastica. Durante l’anno, gli allievi della scuola – con direzione artistica dei maestri Luc Bouy (coreografo) e Gaetano Petrosino, attuale Coordinatore del Corpo di ballo dell’Arena di Verona – hanno la possibilità di studiare per un breve periodi in prestigiose accademie estere con cui esiste un rapporto di collaborazione, quali l’Accademia Vaganova di Budapest e la Scuola di Ballo di Ostrava in Repubblica Ceca. Così come di perfezionarsi all’interno della scuola con professori della Scala di Milano o dell’Opera di Roma. Ospite prestigiosa della scuola è stata spesso Carla Fracci, sia per gli esami sia per le prove di alcuni spettacoli. Anche se in questi anni il mondo della danza è molto cambiato, Dance Studio continua a proporre valori intramontabili come la serietà, la professionalità, il rigore e l’impegno, come basi imprescindibili di un bel percorso nella danza.
DSHINE - Comun Nuovo (Bergamo)
Direzione artistica: Stefania Cordoni
La scuola di danza Dshine era una piccola realtà di paese, ereditata cinque anni fa da Stefania Cordoni che ne è la direttrice artistica. «La mia passione per la danza nasce già a cinque anni – racconta –. Ho sempre sognato di diventare una ballerina e il mio percorso si è sviluppato in modo molto naturale. Mi sono avvicinata presto anche all’insegnamento, facendo da assistente nella scuola in cui sono cresciuta. Mi sono diplomata insegnante di modern jazz con l’IDA nel 2009 e, per molti anni, ho tenuto lezioni in diversi paesi del Bergamasco, cosa che continuo a fare tuttora a nome della mia scuola Dshine». Stefania si occupa personalmente dei corsi di sbarra a terra e modern, e si avvale della collaborazione di altri docenti per le lezioni di classico, hip hop, contemporary modern. Promuove anche un originale corso di preparazione fisica, tenuto da un istruttore laureato in Scienze Motorie, per orientare i ragazzi e per educarli al movimento evitando infortuni fisici. «L’interesse per la danza è molto alto – aggiunge –, anche grazie al ‘bombardamento’ delle trasmissioni televisive. Ma tanti giovani arrivano solo per provare, come si fa con gli altri sport, forse convinti che in poco tempo si possa ottenere molto. Non funziona così con la danza, dove occorrono sacrifici per avere dei risultati. Gli allievi più dotati studiano con me da anni, e cerco sempre di coinvolgerli nelle varie iniziative cittadine, per provare l’esperienza di esibirsi davanti a un pubblico. Partecipiamo regolarmente a “Bergamo Danza Estate” e a tanti concorsi in giro per l’Italia».
GARDA DANCE CENTER - Toscolano Maderno (Brescia)
Direzione artistica: Roberta Campagnari
Il Garda Dance Center nasce nel 1997, sotto l’egida dell’allora Amministrazione comunale di Gargnano che aspirava a un progetto finalizzato alla formazione dei giovani nell’arte coreutica. Nel 2000 diventa asd e si trasferisce a Toscolano Maderno. La direttrice artistica è Roberta Campagnari, con alle spalle una solida esperienza come danzatrice, docente e coreografa con laurea specialistica all’Accademia Nazionale di Danza di Roma. Il centro si avvale di due sale attrezzate per ogni tipo di danza, con pavimento in legno appositamente rialzato da terra, specchi, spogliatoi, servizi e docce, trasformabile in teatro studio per le rappresentazioni. Le attività riservate ai soci sono suddivise secondo fasce d’ età, in linea con lo sviluppo psicofisico dei giovani che possono scegliere tra: propedeutica, danza educativa, classico, carattere, repertorio classico, modern jazz ballet, contemporaneo. La scuola propone lezioni individuali e di perfezionamento, oltre a mettere a disposizione i propri spazi per discipline affini. Al riguardo, l’incontro con il Body Flying – metodo ideato da Antonella Faleschini – avvenuto tramite il corso di Acrobimbo proposto da Sara Tisselli e Rita Valbonesi, ha aperto altre prospettive, permettendo di elaborare lezioni e performance che combinano rigore ed eleganza del mondo della danza e del balletto, con bellezza e controllo del lavoro in sospensione aerea. Ogni anno si svolgono tre importanti appuntamenti annuali: “Natale in punta di piedi”, una sorta di vetrina sull’aspetto didattico, “Danzare una fiaba”, identificabile con il saggio-spettacolo di fine anno accademico e “Garda Dance Center Summer School”, lezioni in collaborazione con artisti ospiti e performance finale. La scuola, negli anni, ha mantenuto l’obiettivo di partenza, cioè quello della formazione, con il balletto classico come elemento imprescindibile e nel tempo ha puntato anche sull’idea di una produzione artistica direttamente connessa al territorio.
NEWS - L’ARTEMISIA DANZA DI CERVIA COLLABORA CON LA CORELLI SULLO “SCHIACCIANOCI”
Il 24 febbraio 2018 il Teatro Comunale di Cervia ha visto esibirsi gli allievi della scuola Artemisia Danza, invitati a danzare dalla prestigiosa associazione musicale ravennate La Corelli: i maestri di Artemisia hanno adattato le celebri coreografie di uno dei balletti più magici del repertorio, “Lo Schiaccianoci” di Tchaikovsky, per la Suite dell'opera in programma all'interno dei “Moments Musicaux”. La felice collaborazione ha dato vita a uno spettacolo suggestivo e curato nei minimi particolari, dalla voce narrante che ha condotto il pubblico nel misterioso mondo dello scrittore Hoffmann ai costumi e ai dettagli scenici. Prima esperienza de La Corelli nel mondo del balletto e prima esperienza degli allievi con musicisti professionisti coi quali i giovani danzatori hanno collaborato con serietà e grande sensibilità artistica, lo spettacolo ha registrato il tutto esaurito, motivo per cui, insieme al piacere di questa collaborazione, da settembre la Suite tornerà sui palcoscenici romagnoli. Artemisia Danza è nota per la qualità del lavoro dei professionisti che la compongono: diretta da sempre da Cristina Chiarello, diplomata ISTD, la scuola ha una consolidata esperienza nella danza classica - con corsi per ogni età dal Danza Gioco fino al corso avanzato - e, dal 2009, grazie a Irene Rossi, diplomata IDA, anche nella danza modern e hip hop. La scuola, impegnata in esami, concorsi ed esibizioni, propone il saggio di fine anno il 29 e 30 maggio al Teatro Comunale di Cervia.
Quando l’hip hop incontra il balletto, nasce l’hiplet. Una danza rivoluzionaria che unisce magicamente due stili in apparenza agli antipodi. A ritmo di musica, i passi molleggiati si fanno sulle punte. Una fusione, una contaminazione, da cui nasce subito un’arte che sta spopolando in tutto il mondo. L’hiplet è stato inventato nel 2009, ma ha ottenuto riconoscimento come forma autonoma di danza solo di recente. L’inventore del genere, Homer Hans Bryant, desiderava creare qualcosa che rompesse gli stereotipi secondo cui una ‘ballerina’ nera è sempre una ballerina di street dance, e viceversa. Grande risalto ha avuto grazie al video pubblicato dal maestro Bryant su Instagram, dove mostra le giovani ballerine del Centro di danza multiculturale di Chicago – tutte tra i 12 e i 16 anni – alle prese con questo nuovo genere. Via toutou e musica classica, le Hiplet Ballerinas hanno scelto hip hop e leggins per una coreografia sulla note di Jason Derulo. Ripreso dalla pagina Facebook brasiliana So Bailarinos, il video ha totalizzato milioni di visualizzazioni in breve tempo. Questo ballo ha fatto così scalpore che le ballerine si sono poi esibite nel famoso talk show mattutino “Good Morning America”. Così l’hiplet è ormai un fenomeno che sta prendendo piede sempre più velocemente, e che non sembra trovare limiti di nazionalità, origine o gusto. L’hiplet costringe i ballerini sulle punte, ma al passo di una musica decisamente più ‘cattiva’ ed esuberante. La preparazione atletica è fondamentale, perché tenersi sulle punte per buona parte della performance richiede un lungo allenamento classico, così come i movimenti di street dance esigono anch’essi una prestanza fisica notevole. Mescolando la grazie del balletto classico con la grinta e la fisicità dell’hip hop, l’hiplet è un ibrido anticonvenzionale che fonde antico e contemporaneo, tradizione e cultura urbana, stili e linguaggi distanti anni luce. L’hiplet, in un certo senso, ribalta le regole del gioco, colorandosi di nuove rivendicazioni sociali. Il balletto, tradizionalmente bianco, borghese ed europeo, viene preso e contaminato dalla street culture afroamericana. Rompere il sistema e il silenzio è sintomo di cambiamento, anche di canoni, perché per essere ballerine non è detto che si debba per forza essere bianche, filiformi ed esili. L’hiplet è un sintomo di una nuova era fatta di nuove esigenze espressive, che non seguono più i soliti copioni, dove il corpo ritrova un corpo da protagonista per esprimere contenuti, forza e una nuova immagine per rompere gli schemi e crearne di nuovi.
© Expression Dance Magazine - Maggio 2018
Un'incrollabile passione per la danza che l'ha portato dalle violenze del padre, le bombe della guerra e le minacce di morte alla sua seconda vita, in Olanda, a soli 27 anni, debutterà al fianco di Roberto Bolle
In molti lo hanno definito il ‘Billy Elliot siriano’ perché la vita del giovane ballerino Ahmad Joudeh non è stata finora per niente facile. Classe 1990, è nato e cresciuto nel campo profughi di Yarmouk, vicino a Damasco, in una famiglia di origine palestinese. Suo padre e suo fratello suonano da sempre e lui, a otto anni durante un loro concerto, si innamora invece della danza vedendo un gruppo di ragazzine ballare. La notizia non viene presa bene dai familiari, al punto che il padre lo bastona ripetutamente. Ma lui continua, imperterrito, a studiare danza di nascosto sui tetti di casa. E sempre di nascosto, poco più che adolescente, Ahmad si diploma all’Higher Institute for Dramatic Arts a Damasco, per poi unirsi alla compagnia dell’Enana Dance Theater con cui gira in tournée dal Libano fino agli Emirati Arabi. Arriva anche in semifinale nella versione araba del talent show “So You Think You Can Dance”.
Purtroppo, però, gli imprevisti sono dietro l’angolo. Mentre la sua carriera è ormai in salita, la Siria viene inghiottita dalla guerra nel 2011. Prima le bombe del regime di Assad distruggono la sua casa, dove fra l’altro muoiono cinque membri della sua famiglia, poi i jihadisti prendono il controllo proprio del campo di Yarmouk dove trova rifugio. E come se non bastasse, nel 2014 l’Isis inizia a minacciarlo di morte via Facebook perché non solo danzava, ma insegnava ai bambini a farlo. Come reazione si disegna un tatuaggio sul collo con la scritta ‘Dance or Die’, dietro la nuca dove i boia islamici infilano la lama del coltello per tagliare la testa, così – se mai ce ne fosse stato bisogno – lo avrebbero saputo anche loro. Per Ahmad non ci sono altre strade, se non la danza. E insegnarla ai bambini orfani che hanno perso i genitori in guerra è un modo per salvarli. Per questo ha anche voluto danzare nel teatro di Palmyra dove l’Isis ha ammazzato centinaia di persone. È in quell’occasione che il giornalista olandese Roozbeh Kaboly conosce la sua storia e ne ricava un documentario che diventa un simbolo concreto della guerra contro l’Isis. Il film va in onda nella tv olandese e varca i confini del Medio Oriente. Ahmad porta in scena una sua coreografia sul palco dell’antico teatro romano di Palmira, lo stesso dove l’Isis ha costretto 25 ragazzini a uccidere altrettanti prigionieri.
Da quel momento, inizia la sua rinascita. Il Dutch National Ballet lo invita ad Amsterdam. Appena in tempo, perché l’esercito siriano lo richiama. Quando arriva in Olanda è sotto choc perché non è abituato a tanta libertà e ad esprimere se stesso. Il direttore, Ted Brandsen , apre anche una campagna di raccolta fondi “Dance for Peace” (www.danceforpeace.nl), che finanzia il suo soggiorno e il mantenimento agli studi. E poi, è arrivata la realizzazione del suo più grande sogno: conoscere il suo idolo Roberto Bolle, colui che ha ispirato tutto quello ha fatto. I due sono diventati amici e Bolle gli ha chiesto di ballare insieme. L’1 gennaio 2018, Ahmad si esibirà sul palco di “Roberto Bolle – Danza con me” in onda in prima serata su Rai Uno.
ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER
RICEVI GLI AGGIORNAMENTI E
EXPRESSION DANCE MAGAZINE
Segreteria didattica:
CENTRO STUDI LA TORRE Srl
Organismo di formazione accreditato ai sensi della delibera di cui alla D.G.R. N. 461 / 2014.
Ente accreditato alla formazione Azienda Certificata ISO 9001-2015
Scarica gratis contenuti sempre nuovi sul mondo della danza