Un'incrollabile passione per la danza che l'ha portato dalle violenze del padre, le bombe della guerra e le minacce di morte alla sua seconda vita, in Olanda, a soli 27 anni, debutterà al fianco di Roberto Bolle
In molti lo hanno definito il ‘Billy Elliot siriano’ perché la vita del giovane ballerino Ahmad Joudeh non è stata finora per niente facile. Classe 1990, è nato e cresciuto nel campo profughi di Yarmouk, vicino a Damasco, in una famiglia di origine palestinese. Suo padre e suo fratello suonano da sempre e lui, a otto anni durante un loro concerto, si innamora invece della danza vedendo un gruppo di ragazzine ballare. La notizia non viene presa bene dai familiari, al punto che il padre lo bastona ripetutamente. Ma lui continua, imperterrito, a studiare danza di nascosto sui tetti di casa. E sempre di nascosto, poco più che adolescente, Ahmad si diploma all’Higher Institute for Dramatic Arts a Damasco, per poi unirsi alla compagnia dell’Enana Dance Theater con cui gira in tournée dal Libano fino agli Emirati Arabi. Arriva anche in semifinale nella versione araba del talent show “So You Think You Can Dance”.
Purtroppo, però, gli imprevisti sono dietro l’angolo. Mentre la sua carriera è ormai in salita, la Siria viene inghiottita dalla guerra nel 2011. Prima le bombe del regime di Assad distruggono la sua casa, dove fra l’altro muoiono cinque membri della sua famiglia, poi i jihadisti prendono il controllo proprio del campo di Yarmouk dove trova rifugio. E come se non bastasse, nel 2014 l’Isis inizia a minacciarlo di morte via Facebook perché non solo danzava, ma insegnava ai bambini a farlo. Come reazione si disegna un tatuaggio sul collo con la scritta ‘Dance or Die’, dietro la nuca dove i boia islamici infilano la lama del coltello per tagliare la testa, così – se mai ce ne fosse stato bisogno – lo avrebbero saputo anche loro. Per Ahmad non ci sono altre strade, se non la danza. E insegnarla ai bambini orfani che hanno perso i genitori in guerra è un modo per salvarli. Per questo ha anche voluto danzare nel teatro di Palmyra dove l’Isis ha ammazzato centinaia di persone. È in quell’occasione che il giornalista olandese Roozbeh Kaboly conosce la sua storia e ne ricava un documentario che diventa un simbolo concreto della guerra contro l’Isis. Il film va in onda nella tv olandese e varca i confini del Medio Oriente. Ahmad porta in scena una sua coreografia sul palco dell’antico teatro romano di Palmira, lo stesso dove l’Isis ha costretto 25 ragazzini a uccidere altrettanti prigionieri.
Da quel momento, inizia la sua rinascita. Il Dutch National Ballet lo invita ad Amsterdam. Appena in tempo, perché l’esercito siriano lo richiama. Quando arriva in Olanda è sotto choc perché non è abituato a tanta libertà e ad esprimere se stesso. Il direttore, Ted Brandsen , apre anche una campagna di raccolta fondi “Dance for Peace” (www.danceforpeace.nl), che finanzia il suo soggiorno e il mantenimento agli studi. E poi, è arrivata la realizzazione del suo più grande sogno: conoscere il suo idolo Roberto Bolle, colui che ha ispirato tutto quello ha fatto. I due sono diventati amici e Bolle gli ha chiesto di ballare insieme. L’1 gennaio 2018, Ahmad si esibirà sul palco di “Roberto Bolle – Danza con me” in onda in prima serata su Rai Uno.