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Metabolismo osseo e alimentazione nei danzatori

Metabolismo osseo e alimentazione nei danzatori

 

Quando si parla di danza si pensa sempre alla grazia dei movimenti, alla precisione, alla leggerezza ma anche all’equilibrio del corpo umano. La danza infatti è un perfetto “incrocio” fra arte e prestazione.
Parlando di prestazione è logico che la componente alimentazione e altri parametri della salute abbiano una forte importanza anche per preservare funzionalità corporea, massa muscolare e massa ossea.

Proprio sullo studio della massa ossea si è basata una ricerca svolta pubblicata sulla rivista Archivi dell’osteoporosi a settembre 2022 a cura della prof.ssa Tania Amorim, Laura Freitas e di altri autori. Lo scopo dello studio era quello di determinare se i fattori di rischio normalmente associati a una bassa massa ossea fossero presenti nelle popolazioni di giovani danzatori (ad esempio bassa assunzione nutrizionale e alto dispendio energetico). L’articolo analizzava inoltre se e come questi fattori fossero predittori significativi dei cambiamenti della massa ossea negli studenti di danza. Lo studio ha riguardato un totale di 101 ballerini di alta scuola e in giovane età (63 femmine, 12,8 ± 2,2 anni; 38 maschi, 12,7 ± 2,2 anni) e 115 controlli di pari età (68 femmine, 13,0 ± 2,1 anni; 47 maschi, 13,0 ± 1,8 anni). I parametri controllati nei tre anni di studio sono stati di massa ossea misurati annualmente nei siti di impatto (collo del femore, FN; colonna vertebrale lombare, LS) e nei siti di non impatto (avambraccio) utilizzando strumentazione DXA. Sono stati valutati anche la nutrizione, il dispendio energetico (accelerometro), la disponibilità di energia e la concentrazione sierica di IGF-1 (test immunoradiometrici). L’IGF1 è un importante ormone di natura proteica (Somatomedina) riveste un ruolo importantissimo nei processi di crescita del bambino e mantiene i suoi effetti anche in età adulta. Molte azioni del GH (il principale ormone della crescita) sono mediate dall’IGF-1 e viceversa. È stato misurato questo ormone perché al contrario della somatotropina (GH) i livelli plasmatici di IGF-1 sono relativamente costanti durante la giornata e non subiscono le fluttuazioni tipiche degli altri ormoni. Le concentrazioni di IGF-1 aumentano gradualmente nell’età infantile e nella pubertà, per poi calare nell’età adulta. Lo studio (uno dei più lunghi come durata di osservazione) ha dato risultati inaspettati. I ballerini maschi e femmine avevano una massa ossea costantemente ridotta in tutti i siti anatomici rispetto ai controlli dei loro coetanei che non facevano danza. L’IGF-1 non differiva tra i ballerini maschi e i controlli, ma le ballerine ne hanno mostrato più alto rispetto ai controlli. L’assunzione di calcio era significativamente maggiore nelle ballerine rispetto ai maschi. L’assunzione di grassi, carboidrati e calcio da parte dei ballerini maschi era significativamente inferiore rispetto ai controlli. Quella delle femmine era leggermente inferiore ma non di tanto.
Lo studio ha evidenziato dunque che tutti i ballerini (maschi e femmine) presentavano comunque una massa ossea inferiore rispetto ai controlli, sia nei siti di impatto che in quelli di non impatto. Occorre però rilevare che le femmine avevano un maggiore accumulo (positivo) di massa ossea a livello del collo del femore. Da questo dato si potrebbe dedurre che tutti i giovani ballerini possano rappresentare una popolazione a rischio di sviluppare nel tempo un’osteoporosi a rischio lesioni, anche se i maschi hanno dimostrato un indice di rischio più alto.
Personalmente mi sono chiesto da cosa possa derivare questo rischio e sarebbe stato interessante avere più dati. Statisticamente le femmine avendo la menarca in età sempre più giovanile (anche se in popolazioni che fanno attività fisiche intese questa viene ritardata) questo può risultare certamente un fattore che possa favorire il consolidamento osseo. Nei maschi l’ormone chiave per favorire massa muscolare e ossea è il testosterone che inizia ad avere picchi intorno ai 14 anni e potrebbe essere che nel gruppo di questo studio questo ormone non avesse picchi apprezzabili (sarebbe stato interessate ripetere il test intorno ai 18/20 anni). Nello studio si evidenzia come le ragazze avessero un’alimentazione più ricca di calcio. Questo è indubbiamente uno dei fattori chiave per il presupposto di una buona massa ossea (anche se certo non è il solo). L’apporto di calcio biodisponibile può venire più da formaggi stagionati come parmigiano o grana padano (entrambi più di 1 g di calcio per 100 g di prodotto). Analogamente anche lo yogurt grazie al processo di fermentazione ha un ottimo calcio ben disponibile (150 mg in quello greco che ne contiene qualcosa in più dello yogurt tradizionale). Ma anche le mandorle ne contengono ben 240 mg per 100 g. così come noci e pistacchi, sebbene in misura minore, possono essere considerati una buona fonte di calcio (ne contengono 131 mg). Ci si può rivolgere anche ai legumi, infatti i fagioli borlotti hanno un contenuto di calcio di 127 mg per 100 g, mentre 100 g di ceci ne contengono 105 mg. I fagioli di soia, invece, contengono all’incirca 200 mg. Da considerare che occorre fornire da 600 a 1000 mg di calcio al giorno. Ma, come detto in precedenza, per il metabolismo osseo non basta solo il calcio, occorre certo una base ormonale (che si sviluppa con l’età) ma anche la vitamina D, soprattutto D3. Questa vitamina è più corretto definirla un pre-ormone, perché questo ha il compito principale di regolare il metabolismo del calcio e del fosforo (oltre che rinforzare il sistema immunitario e muscolare); e infatti una carenza porta a rachitismo. Ma è importante avere ben chiaro che l’apporto alimentare garantisce solo il 20% del fabbisogno di vitamina D, mentre la maggior parte è sintetizzata dall’organismo tramite sintesi cutanea stimolata dalla luce solare.
L’attività fisica in sé stessa è un fattore stimolante per il metabolismo osseo ma un eccesso di sollecitazioni potrebbe produrre un osso con minore resistenza biomeccanica. Ecco perché è sempre opportuno dosare il lavoro e contemporaneamente avere la certezza che dall’alimentazione e dallo stile di vita arrivino tutti i macronutrienti, le vitamine ed i minerali di cui anche un danzatore/danzatrice ha bisogno.

 

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