Nella vita gli esami non finiscono mai, è proprio vero!
Forse è il caso quindi di prendere dimestichezza con l’essere osservati e valutati per la nostra preparazione.
Infatti fin da bambini siamo alle prese con interrogazioni, compiti in classe e gare sportive che ben presto diventeranno esame di maturità, esami universitari, colloqui di lavoro e concorsi.
Le aziende cercano una preparazione approfondita per assumere collaboratori, ai quali vengono richiesti non solo competenze specifiche ma anche capacità di problem solving, creatività e flessibilità cognitiva.
Come si possono acquisire queste abilità?
Certamente la scuola è un veicolo di formazione e cultura essenziale nella vita delle persone ma lo sono anche sport, danza e tutte quelle attività che concorrono a strutturare le persone.
Nell’ ottica di utilizzare la danza come strumento dalle molteplici implicazioni pedagogiche, formative e relazionali tante scuole scelgono di introdurre nella loro programmazione annuale, gli esami di fine anno
I vantaggi nell’aderire ad un percorso di questo tipo, sono innumerevoli.
Tutti abbiamo sperimentato quale grande stimolo rappresenti l’avere un obiettivo chiaro e raggiungibile. Raggiungere il traguardo finale fa sì che aumenti notevolmente l’autostima e la fiducia dell’allievo in sé stesso.
Durante il viaggio che conduce al risultato, insegnanti e famiglie, si accorgeranno che crescerà sempre più nel danzatore la responsabilità di autodeterminarsi. Le tante raccomandazioni sulla continuità della presenza in classe e sulla disciplina richiesta diventeranno meno insistenti da parte degli insegnanti e saranno sostituiti dall’ esperienza stessa che si fa sempre più gratificante man mano che si acquisiscono competenze tecniche che saranno un giorno apprezzate e valutate da un esaminatore qualificato.
Ma gli aspetti positivi non vanno a vantaggio dei soli studenti. Infatti, ad esempio, gli insegnanti di danza iscritti al progetto didattico IDA, ci raccontano che avere un workbook in mano e programmare le classi, li rende più efficaci nel guidare gli allievi al superamento dei vari livelli di difficoltà.
Se è vero quindi che i maestri sono i primi a non smettere mai di imparare quale dono può rappresentare affidare il proprio lavoro a tutor esperti con i quali confrontarsi e crescere professionalmente?
Mark Van Doren dice “L’arte di insegnare è l’arte di assistere a una scoperta”. Ben vengano allora anche le difficoltà che potrebbero presentare gli studenti nel preparare un esame ad esempio la paura di non riuscire dovuta a pensieri auto-svalutanti perché saranno un ottimo stimolo per osservarsi, trovare un accordo fra il sé reale e il sé ideale, saper riconoscere i propri pregi e difetti ed essere motivati a migliorare le proprie debolezze.
Se come insegnanti riusciamo a trasmettere l’importanza di accettare il confronto, in primis con se stessi, avremo messo a segno tanti preziosi punti a favore dell’ autostima, base necessaria per un impegno appassionato e continuativo nel tempo.