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Stefano Simmaco, la danza...espressione fisica della musica

Stefano Simmaco, la danza...espressione fisica della musica

 

Stefano Simmaco, classe 1986, originario di Prato, è un performer a tutto tondo com’è difficile trovarne: danzatore, cantante, attore e compositore.

Stefano ti conosciamo come artista poliedrico ma ultimamente ti sei dedicato molto anche alla composizione musicale… com’è nato questo interesse?

In realtà ho sempre avuto una grande passione per il pianoforte ma da autodidatta: sento in testa una musica e la riproduco, poi, collaboro con bravissimi musicisti che allargano e definiscono il mio pensiero musicale/composizione.

Cos’è per te la musica nella danza?

Io, specie in questo momento, ho bisogno di capire e di vedere la musica con la danza, per me si danza sulla musica, poi rispetto l’astrattismo ma non fa per me.

Per affiancarsi al mondo della musica e capire meglio la musicalità sicuramente un danzatore deve avere una curiosità personale, in modo da capire meglio la composizione che va a danzare. 

Io personalmente ho sempre creduto che la danza fosse un’espressione fisica della musica, se non la senti non vai cercare altro e il ballerino che non capisce bene tutte le sfumature della musica fa più fatica ad interpretarla. La danza deve essere all’unisono con la musica. 

E secondo te in che modo i giovani possono apprendere meglio questo legame tra danza e musica? 

Girando molto e lavorando molto con i ragazzi ho preso consapevolezza che nel mondo della danza ci fosse poca conoscenza nella musica e come ci fosse poca educazione all’ascolto perché i ballerini fanno spesso fatica a distinguere la musica che danzano.

Da questa esigenza ho dato vita un progetto di workshop che fornisse gli strumenti per fare capire meglio questo aspetto. Certo è che bisogna essere curiosi per avere qualcosa di meglio.

Per meglio cosa intendi?

Spesso l’obiettivo non è chiaro e i ragazzi non lo conoscono, purtroppo oggi c’è sempre di più il mito del successo immediato ma nello studio non ci può essere: i social ci hanno cambiato nel modo di pensare in tutto… premo un tasto e posso fare tutto. 

Questo mondo ci vuole chiusi in casa, per questo è importante far notare altre cose ai ragazzi: è necessario coinvolgerli anche in altri modi e io cerco di farli lavorare e coinvolgerli più che posso. La gavetta non esiste più ma non si può non pensare ad altro. Il sacrificio, inteso in senso buono, è importante e sano ma spesso non viene più considerato come un valore.

Quale musiche per la danza hai composto di recente?

Per la Compagnia Kaos di Firenze ho composto le musiche delle coreografie di Kristian Cellini per lo spettacolo La divina commedia. Poi ho composto le musiche dello spettacolo Sedotta e sclerata ballet, tratto dall’omonimo romanzo di Ileana Spaziale, con la voce narrante di Barbara de Rossi e ho creato un inedito per CZD2/Giovane Compagnia Zappalà Danza di Catania.

Vedo che comunque sei ancora tanto protagonista anche in teatro, cosa stai portando in scena?

Quello che si dice un one man show… Canto, ballo e suono. Sto avendo molte soddisfazioni e sono molto orgoglioso perché curo regia e testi ma non solo; in scena omaggio tanti cantanti italiani come Lucio Dalla, Massimo Ranieri, Renato Zero, Tiziano Ferro e Jovanotti che sono la mia passione e il mio terreno di elezione.

E l’esperienza televisiva l’hai ormai archiviata?

Diciamo che il mondo della televisione così come la potevo fare io non esiste più, in più capita che chi lavora in televisione non lascia il posto ai giovani e soprattutto sullo spettacolo a 360 gradi non c’è spazio per i giovani. Non c’è spazio per nuovi conduttori e la danza nei corpi di ballo della televisione è veramente ridotta a poca cosa. 

Magari sono retrogrado ma per me la televisione è varietà… sono cresciuto con le coreografie di Franco Miseria e Gino Landi. 

Poi, diciamo la verità, prima per andare in televisione dovevi essere protagonista in teatro ora è l’esatto contrario per “girare” bisogna andare prima in televisione e poi puoi riempire i teatri.

Hai degli esempi che ti hanno guidato nel tuo percorso artistico?

Ho avuto la fortuna di lavorare con grandi dello spettacolo. Prendo ad esempio sempre spunto da Massimo Ranieri quando recito e canto e Da Giorgio Panariello ogni volta che scrivo una parte comica.

Poi ricorderò sempre con grande affetto e ammirazione Ennio Morricone che nel 2001 mi premiò come miglior talento dell’anno al Premio Gino Tani al Teatro Argentina di Roma. 

Posso dire grazie anche agli insegnamenti di Andrea Cappelletti, docente della Scuola di musica di Fiesole. 

E durante il periodo di chiusura cosa hai fatto tu che vivi di spettacolo a 360 gradi?

Diciamo che io sono un mezzo miracolato perché con la mia ragazza (anche lei danzatrice e ballerina nella Compagnia diretta da Roberto Zappalà) viviamo sul “cucuzzulo” della montagna e abbiamo potuto sempre uscire a contatto con la natura. Quei mesi per me infatti sono stati molto produttivi perché ho prodotto il mio disco Tracce e ho organizzato una reunion su Instragram dove ho radunato molti colleghi. 

Progetti futuri invece? 

Il 10 dicembre uscirà in digitale un nuovo disco con undici nuovi pezzi che spaziano tra l’orchestra e l’elettronica ma in cui è presente anche molta percussione.

Prima di lasciarti non posso che chiederti un ricordo su Raffaella Carrà che hai conosciuto quando hai vinto nel 2015 il programma televisivo Forte, forte, forte.

Quello che mi ha colpito di Raffaella è che lei parlava solo con chi non la considerava. Era più facile che Raffaella entrasse in sintonia con chi si facesse gli “affari propri” e in quel caso era lei a venirti a cercare proprio come è capitato a me. Dietro le quinte mi ha dato tanti consigli ma quello che ho sempre presente nel mio cuore è questo: “per fare questo mestiere, prima di andare in scena, si deve avere il coraggio di avere paura”. 

Così ogni volta che vado in scena ci penso e ci vado con un altro passo, respirando e gestendo le emozioni.


 

Stefano Simmaco sarà in giuria a Expression International Dance Competition (Firenze c/o Danzainfiera 26 e 27 febbraio 2022), e assegnerà come premio una musica inedita da lui composta al vincitore della categoria Modern Jazz Contemporaneo solisti over e ad un coreografo in gara nella categoria Composizione Coreografica da lui selezionato. 

Per maggiori informazioni sul concorso visita concorsoexpression.com

 

 

 

© Expression Dance Magazine - Dicembre 2021

 

Credit Photo © Simone Ridi 

 

 

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