La breakdance è disciplina olimpica: i giochi di Parigi del 2024 saranno i primi a vedere questa disciplina nell’evento sportivo per eccellenza.
Una disciplina relativamente giovane, sviluppatasi in America e, più precisamente, tra le vie del Bronx (NYC), nei passi svelti e liberatori dei giovani afroamericani, ma conosciamo realmente le sue origini?
Alcuni video testimoniano le prime “battles” in Africa, più precisamente in Nigeria a Kaduna, dove si notano musicisti e spettatori presenti e partecipi nell’animare quella che è a tutti gli effetti una battle.
Se fino a poco tempo fa si faceva ricondurre la disciplina alle strade newyorkesi, oggi non possiamo non riflettere sulla reale influenza della cultura africana anche in questo ambito, partendo dalla cultura dei Griot in Africa occidentale, dove i Griot, i cantastorie, con i loro strumenti, accompagnavano danze e racconti, canzoni e poesie. Esattamente come i rapper di epoca moderna accompagnano le street dances, hip hop e breakdance su tutte.
L’ingresso della breakdance tra le discipline olimpiche è sicuramente un traguardo storico, che evidenzia il sempre più labile confine tra la concezione della danza come arte e come sport.
La diatriba continua, soprattutto oggi, nel bel mezzo di una pandemia, dove in Italia la differenza tra competizione sportiva e artistica ha portato anche a una differenza di trattamento tra atleti di danza sportiva e danzatori di altre discipline. In questo la breakdance è senza dubbio la disciplina che più di tutte incorpora l’estro artistico e il gesto atletico, passando dalla musicalità delle sue linee a tecniche e sequenze delle arti marziali e della ginnastica, senza dimenticare il lato “spericolato” di alcune acrobazie.
La breakdance a piccoli passi sta unendo due mondi talvolta ancora belligeranti.
Una disciplina senza dubbio completa, che enfatizza il carattere dell’improvvisazione come caratteristica peculiare e che porta con sé la cultura della sfida, di una sorta di regolamento di conti: le battles si sono sviluppate nel Bronx, proprio come un modo per mediare le dispute tra bande rivali in maniera civile, le quali avrebbero visto vittoriose le esibizioni con i passi più innovativi e spettacolari.
La decisione del Comitato Olimpico Internazionale di includere la breakdance all’interno delle discipline olimpiche modifica la percezione di questo stile di danza: anche se il clima di sfida che caratterizza l’evoluzione dell’esibizione di breakdance ha, a tutti gli effetti, i connotati della sfida sportiva, la percezione di un palcoscenico “democratico” sul quale trasferire il piano della “battaglia”, trasporta il pubblico in una dimensione diversa rispetto alle competizioni internazionali, di certo riconosciute, ma molto spesso conosciute quasi esclusivamente dalla nicchia di appassionati o professionisti del settore.
Sarà importante raccogliere le esperienze e portare il movimento a un livello superiore, interpretare le richieste del mondo contemporaneo e riscoprire al tempo stesso il valore della tradizione che ha costruito questa disciplina e che ha definito la battaglia fino ad oggi.