Abbiamo conosciuto Marta Molinari, danzatrice professionista di soli ventitre anni, durante la quindicesima edizione di Danza in Fiera dove la aspettavano una schiera di ragazze e ragazzi pronti in fila per scattare un selfie, chiederle un autografo e per ringraziarla delle parole che dispensa con grande sincerità e umanità nella loro vita quotidiana: Marta è infatti molto seguita sui social soprattutto per le riflessioni che accompagnano le sue foto e i suoi video.
“Sono di Padova, ho avuto una famiglia che non credeva molto nella danza però sono riuscita a farmi notare da grandi maestri frequentando stage e vincendo borse di studio grazie alle quali sono andata anche al Royal Ballet. Dopo quella esperienza uscì un bando di concorso per il Corpo di ballo dell’Arena di Verona e ci ho provato… Da lì è iniziato un po’ tutto e sono riuscita a fare della danza il mio lavoro. In seguito sono stata notata dal Corpo di ballo del Teatro Nazionale di Maribor in Slovenia dove mi hanno chiamata per farne parte, attualmente lavoro invece con il Chrono Ballett Company di Verona”.
Marta ci tiene tantissimo a sottolineare che non è soltanto una danzatrice ma anche una studentessa che riesce ad avere buoni risultati pur se ammette che fatica di più di uno studente “normale”; ci racconta infatti che è stata una sfida con se stessa ma che ha sempre amato essere attiva a 360° e così con una motivazione davvero fortissima: “mi sono iscritta all’università e mi sono laureata in Lettere Moderne con una tesi sull’ Eneide e sul passaggio sulle Arpie e i Ciclopi. Ho intenzione di proseguire anche con la laurea magistrale e credo che se ci si impegni non si debba per forza scegliere tra l’arte e lo studio e che, se lo si vuole veramente, si può ottenere tutto”.
Da dove invece è arrivata la tua passione per i social?
“É nata qualche anno fa. Mi piaceva postare delle foto e dei video ma sempre con correlate delle riflessioni, non mi piacevano quegli artisti che proponevano solo foto sterili di vita quotidiana: volevo far capire con riflessioni perché avessi postato un contributo piuttosto che un altro. Poi ho notato che questa nuova formula stava crescendo con il tempo e ho capito che quello che avevo da comunicare cominciava a piacere”.
Gestire un account Instagram di successo non è uno scherzo per Marta ed è diventato oramai un lavoro che le porta via 4/5 ore al giorno (un paio d’ore per produrre foto e un altro paio d’ore per rispondere ai contenuti, ai messaggi e alle mail dopo la pubblicazione dei post).
“Ho la fortuna di avere vicino di casa uno zio fotografo non professionists. La foto che di solito voglio non arriva subito, dietro ad ogni scatto e ad ogni posa, c’è un messaggio specifico e, proprio perché seguita da tanti ragazzi, non voglio far passare messaggi o posture errate. Per la creazione delle foto mi piace molto scegliere l’outfit giusto seguendo la moda e cercando non il singolo movimento di danza ma quel gusto simmetrico che riporta alla bellezza dei canoni estetici tipici dell’arte classica: in generale mi piace poi far trapelare lieve ironia, eleganza, misura e posatezza”.
Quando hai capito che il tuo messaggio stava finalmente passando così come te l’eri prefissato?
“Pian piano hanno cominciato ad arrivarmi diversi messaggi privati e da questi trapelavano che i miei “seguaci” leggevano finalmente anche quello che scrivevo. Grazie alla frequenza delle pubblicazioni oltre ai like ho cominciato a ricevere tantissimi commenti in calce alle foto e ai video. Poi mi hanno contattata aziende e si è innescato un meccanismo promozionale e di guadagno, e se la fatica viene ricompensata anche dal punto di vista economico… ben venga”.
Marta ci racconta che i suoi principali followers sono principalmente ragazzi tra gli 11 e i 18 anni ma la seguono anche fan che arrivano fino ai 24 anni, donne più mature sui 30 anni che da piccole facevano danza e ragazze che seguono altre passioni o altre discipline (come ad esempio il karate).
E se qualcuno dei nostri lettori volesse seguire la tua strada sui social cosa ti sentiresti di consigliare?
“Scegliere un determinato pubblico con un’età ben definita e capire se si intende rivolgersi a professionisti o ad amatori: non bisogna pretendere di abbracciare tutta la comunità. Consiglierei poi di lanciare sempre e comunque un messaggio di positività e di grande forza”.
Oltre alla tua attività di danzatrice e di studentessa da qualche anno ti dedichi anche all’insegnamento, come vivi questa esperienza?
“Prima ho insegnato agli adulti e poi ai ragazzi: mi piace svelare e trasmettere agli allievi qualche segreto del mestiere e poi questo lavoro mi ha aiutato a rendere di più anche sul palco perché lo affronti con una nuova consapevolezza. E quando trovi il tempo per dedicarti anche all’insegnamento? “Tengo i corsi in orari serali (tra le 18.30 e le 22) dopo essere stata in compagnia per l’allenamento e le prove”.
Ma tra prove, spazio dedicato ai social, insegnamento e studio trovi un po’ di tempo solo per te?
“Quando sono occupata sono molto felice e non potrei chiedere di più, la calma e la tranquillità mi uccidono; infatti in questi tempi di stop forzato dovuti al Corona virus è davvero dura per me anche se l’ho presa con ironia costruendo sui social una cronistoria della mia quarantena. All’improvviso mi sono trovata con pochi lavori, mi alleno a casa da sola e sono molto rattristata, ma cerco di andare avanti”. La fa andare avanti il sostegno dei suoi fan che le confidano: “grazie di aver scritto perché oggi non ce la faccio”. Marta ci racconta come, specie in questo periodo, ci sia tanto bisogno di rubare un sorriso quotidiano essendo se stessi e con grande positività. Ogni giorno ringrazia la tecnologia con cui ha un rapporto di grande amore perché i suoi fan le danno sollievo e le tengono compagnia e le permette di proseguire i miei studi anche a distanza.
E per l’amore trovi il tempo necessario?
“Ho poco tempo, però mi sono accorta che non fanno per me le relazioni con i colleghi universitari perché non conoscono e comprendono le dinamiche e le esigenze della mia vita così piena: chi sta con me deve comprendere la mia vita e per questo ho sempre avuto come compagni danzatori o musicisti che capiscono come l’arte sia una passione totalizzante.”.