“Magari!” — risponderebbe un bodybuilder alla domanda iniziale — “se così fosse, non avrei bisogno di movimentare qualche tonnellata di ghisa ad ogni allenamento”. Battute a parte questa è una questione che da diversi anni tende a crucciare numerosi danzatori spingendo spesso anche verso comportamenti non troppo corretti dal punto di vista medico-nutrizionale.
Per capire meglio questo aspetto e poter prendere decisioni consapevoli in merito, diventa cruciale porsi una domanda fondamentale: a cosa servono le proteine?
In pratica a tutto, o quasi! In maniera diretta o indiretta sono alla base del funzionamento dell’intero organismo. Dalla digestione delle proteine otteniamo aminoacidi che, a loro volta, saranno utilizzati dall’organismo per la “costruzione” delle proteine che servono al suo funzionamento. Quando pensiamo alle proteine spesso la prima cosa che ci viene in mente è la muscolatura e questo è corretto, perché partecipano sia alla costruzione sia al funzionamento del muscolo scheletrico. Ma questo non è tutto: volendo fare alcuni esempi, le proteine sono alla base della formazione del collagene (costituendo tra l’altro i tendini e la componente elastica dell’osso), permettono la produzione di anticorpi (fondamentali al funzionamento del sistema immunitario) e intervengono sia nella produzione di alcuni ormoni e neurotrasmettitori sia nella produzione dei recettori che permettono di “leggere e tradurre” il messaggio da loro portato. In pratica permettono il funzionamento dell’intero organismo e quindi, volenti o nolenti, servono.
Quali possono essere le conseguenze di una carenza alimentare di proteine?
Sono diverse e molte si dimostrano particolarmente insidiose per il danzatore, in primo luogo una marcata difficoltà nel recupero dall’attività, a cui si associano una maggiore tendenza agli infortuni, una minore efficienza fisica e una minore resistenza alle malattie infettive, fattori negativi in generale, ma particolarmente negativi in questo ambito. Quindi spesso e volentieri, prima di cercare una soluzione “medica” alla risoluzione e/o alla prevenzione di alcune patologie, rimane da chiedersi se prima non sia il caso di riconsiderare la propria alimentazione in maniera mirata e specifica. Diventa importante chiedersi come si è arrivati a ritenere che il consumo di proteine, da solo, potesse determinare uno sviluppo muscolare eccessivo. Principalmente per errori comunicativi da parte di chi fa educazione nutrizionale, associati a una mancata comprensione (spesso decontestualizzata) del ruolo che le proteine esercitano nell’organismo. In che senso? Nel senso che quando viene spiegato il ruolo di una sostanza o di una serie di sostanze, spesso non si è sufficientemente chiari nel dire che alcuni effetti come, ad esempio, quelli correlati alla crescita muscolare, sono in primo luogo fisiologici e necessari e soprattutto determinano un effetto proporzionale al tipo di stimoli forniti. Quali sono questi stimoli? Il tipo, la durata e l’intensità dell’allenamento svolto. E quindi? E quindi con un allenamento da danzatore si svilupperà un fisico da danzatore, la carenza di proteine, al limite può solo portarci ad avere un danzatore malnutrito e non un fisico migliore. Leggende metropolitane come la presunta “dieta del danzatore” (o del ballerino) che propongono un approccio fortemente povero in proteine (spesso anche in calorie) praticata con l’intento di favorire lo sviluppo di un muscolo più lungo e affusolato, non considera, prima di tutto, che anche i tendini e i rivestimenti muscolari sono composti da proteine e, in ultima battuta, che non esiste nessun riscontro né pratico, né scientifico che possa dare validità alla mal nutrizione, che nella migliore delle ipotesi può solo favorire un peggioramento generale della condizione di salute.
Quale potrebbe essere un livello adeguato nel consumo proteico del danzatore?
Sarà un piacere esaminare la cosa insieme nel prossimo articolo.
© Expression Dance Magazine - Dicembre 2021