Il dialogo tra ileopsoas e gran dorsale è un importante sostegno nell’equilibrio posturale del danzatore. Già nel 2010 scrissi un articolo sul “passo a due” tra psoas e gran dorsale e, a distanza di quasi 10 anni, dopo averlo ritrovato riletto ho pensato di arricchirlo di alcune informazioni che possono essere d’aiuto nella comprensione del movimento e nella ricerca dell’allineamento posturale.
Guardare un corpo in movimento è come osservare lo spettacolo di una grande compagnia in cui ogni ballerino è importante per la buona riuscita sul palcoscenico. Riuscire a percepire e ascoltare le varie parti del corpo significa sviluppare una maggiore capacità di controllare la coordinazione dei movimenti e il funzionamento del corpo.
Di recente ho frequentato il percorso Mezieres che indica delle fasi per la ricerca dell’equilibrio posturale: per prima cosa è importante detendere il corpo e questo può avvenire attraverso una tecnica a terra di “respirazione cellulare” (Body mind Centering); in un secondo momento, si danno indicazione ai danzatori di integrare il respiro con il movimento prima di un braccio, poi dell’altro, una gamba, l’altra e successivamente il corpo su tutti i piani (svolgimento fasciale, foto 1).
Si percepirà un movimento interno che si manifesterà con micro movimenti che miglioreranno la propriocettività e la percezione del corspo sia internamente che esternamente.
Successivamente si educano i danzatori ad una respirazione terapeutica che verrà utilizzata in seguito nelle varie posizioni in dinamica (foto 2).
Il gran dorsale ha un ruolo di “primo ballerino” nella rieducazione posturale di Mezieres attraverso una contrazione isometrica e, con l’utilizzo della respirazione, nella fase espiratoria, si attiva il dialogo con lo psoas. L’aria uscirà lenta, a bocca leggermente aperta, come se si dovesse appannare un vetro (foto 3).
Sia la Mezieres nel 1900, che Mayers nei nostri giorni, parlano di catene muscolari: Mayers nei suoi meridiani miofasciali individua una catena profonda che parte dai piedi, flessori profondi, e arriva alla lingua. Dall’ immagine si può vedere la posizione dello psoas (foto 4).
E una catena funzionale posteriore formata dal gran dorsale fascia lombo dorsale, grande gluteo e vasto laterale (foto 5)
L’ILEOPSOAS
Azione
Questo muscolo serve per flettere la coscia sul bacino, per avvicinare il femore alla linea mediana imprimendogli anche un movimento di rotazione laterale. Il movimento di flessione è potente, quello di rotazione è più debole. In stazione eretta, il muscolo prende punto fisso sul femore, agendo sulla colonna vertebrale e sul bacino flette le cosce anteriormente. Nella stazione eretta, inoltre, combina la sua azione con i muscoli addominali, con i muscoli estensori della colonna e con quelli della pelvi per assicurare l’equilibrio del tronco sulle anche.
Gli ileopsoas sono importanti per dare inizio al movimento. Gli addominali servono per garantire forza e resistenza una volta che il movimento è iniziato e aumentano la mobilità del torace grazie all’intreccio tridimensionale delle loro fibre.
All’interno delle due catene muscolari può essere interessante osservare il lavoro di questi due muscoli, l’ileopsoas e il gran dorsale, in quello che risulta essere un passo a due. L’ileopsoas è un muscolo che si colloca internamente e anteriormente al corpo, mentre il gran dorsale si trova posteriormente ed esternamente. Il primo collega l’ultima vertebra toracica, le vertebre lombari, il bacino e il femore, il secondo insieme alla fascia toraco-lombare collega il bacino, il tratto lombare, parte del tratto dorsale, la scapola e l’omero. L’ileopsoas e il gran dorsale compiono un lungo percorso: uno va dall’alto verso il basso e l’altro dal basso verso l’alto (foto 6)
Percezione e proposte pratiche per lo psoas
• Mobilizzazione segmentale del rachide e dello psoas con il ventre che deve essere sempre piatto aggiungendo la respirazione terapeutica
• Per effettuare un allineamento della parte anteriore del corpo, detto anche allineamento ventrale, si può effettuare un esercizio che consiste nella mobilizzazione segmentale del rachide e dello psoas. Il ventre deve essere sempre piatto
IL GRAN DORSALE
Azione
Questo muscolo è adduttore dell’omero, estensore e intrarotatore. I fasci superiori avvicinano la scapola alla colonna vertebrale, mentre i medi e gli inferiori tendono ad abbassare il moncone della spalla. Se prende punto fisso sull’omero, il gran dorsale solleva tutto il tronco (nell’atto dell’arrampicamento), in quanto estensore del rachide. In piedi, con le braccia in quinta posizione, una sua limitazione può provocare un aumento di lordosi o determinare una antiversione del bacino.
Esistono diverse analogie fra i due muscoli. Entrambi hanno un ventre muscolare esteso, diverse aree della colonna e del bacino, nella loro origine, così come entrambi terminano con un tendine, in un unico punto, nella parte inserzionale. La parte centrale, durante la contrazione di questi muscoli, può essere di sostegno e aiuta a mantenere il centro stabile mentre la parte terminale mobilizza gli arti. Se sono contratti creano disallineamento tra torace e bacino. Anche osservando i quadri clinici dei meridiani di milza (gran dorsale) e di rene (psoas), si notano punti in comune. Per esempio, il piede può presentare problemi come l’alluce valgo o dolore alla pianta. Entrambi possono provocare: problemi al polpaccio, a livello del ginocchio, dolore all’inserzione del semitendinoso e della zampa d’oca, a livello del bacino, la pubalgia.
Percezione e proposte pratiche per il gran dorsale
• Ecco come attivare il gran dorsale, mantenendo l’omero abbassato si estende la colonna: tenere le mani posizionate a livello dell’inguine, i gomiti ben aperti in fuori con spinta verso fuori, le clavicole “sorridenti” ben allineate. Occorre poi pensare che il gomito venga tirato verso l’esterno e spingere con le mani come se ci si volesse sollevare.
• Si può effettuare un esercizio di sbarra a terra per attivare entrambi gli psoas e il gran dorsale. Così facendo, le fibre dello psoas stabilizzano il tratto dorso lombare e il bacino mentre le fibre superficiali agiscono sull’arto inferiore e le fibre del gran dorsale stabilizzano l’omero ed estendono la colonna, stabilizzando il tratto inferiore.
Gli insegnanti di danza possono proporre esercizi (foto 7 e 8) che coinvolgono l’ileopsoas e il gran dorsale proprio per aiutare gli allievi a meglio percepire e ascoltare il corpo, oltre che a sviluppare anche un buon controllo del centro. È importante durante l’esecuzione del movimento utilizzare la respirazione terapeutica.
Note sull'autrice:
Rita Valbonesi
Fisioterapista Osteopata. Insegnante di danza, yoga e Garuda. Sta studiando IDME e SME (body mind centering).
Per IDA è docente dei corsi:
- Insegnante di Yoga per bambini