Lester Horton fu un importante pioniere della danza moderna, un genio del teatro. Oltre ad essere un grande coreografo, fu un costumista, un pittore. Un uomo incredibile. Una volta entrato nel suo mondo, sei entrato in un ambiente completamente creativo: gente di tutti i colori, musica di tutte le nazioni.
Lester Horton nacque in una famiglia della classe operaia a Indianapolis il 23 gennaio 1906. Da bambino e adolescente fu affascinato dalle danze indiane, dalla pittura e dal costume. Nel 1922, all’età di sedici anni, vide la sua prima esibizione di Danza professionale. I danzatori della Denishawn, diretti da Ruth St. Denis e Ted Shawn, erano andati a Indianapolis, presentando versioni modernizzate di danze indiane (Americane ed Asiatiche), giapponesi, siamesi e giavanesi. I costumi colorati e i movimenti esotici affascinarono Horton, seducendolo nella decisione di diventare un ballerino. Iniziò così a studiare danza classica e danza moderna.
Si trasferì temporaneamente a Chicago e studiò danza classica con Adolf Bolm alla Pavley-Oukrainsky School, ma era insoddisfatto della rigidità di questa disciplina.
Nel 1926 tornò in Indiana coreografando danze rituali indiane per l’Indianapolis Little Theatre.
Nel 1929 fu invitato in California per unirsi alla Michio Ito’s Company che produsse lo spettacolo “Plays for Dancers”. Fu qui che Horton imparò l’uso organico degli oggetti di scena, che in seguito sarebbero diventati parte integrante della sua stessa coreografia. Rimase poi in California per il resto della sua vita.
Divenne famoso sulla Costa Occidentale come il coreografo di oltre quaranta coreografie, otto film e numerosi spettacoli di Night Club. Nel 1946 fondò la sua scuola e la sua compagnia “Dance Theater” in un piccolo studio sulla Melrose Avenue a Hollywood, California. La troupe di Horton fu una delle prime nel paese a ospitare una compagnia interrazziale di ballerini. Lester fu piuttosto rivoluzionario fu il primo ad avere una compagnia con due primi ballerini neri. Ma essere sulla West Coast aiutava. C’erano molte persone nere, asiatiche e messicane a Los Angeles, perciò l’idea della fusione tra razze era radicata. Martha Graham dirigeva una compagnia interrazziale sulla East Coast, anche se non quanto quella di Lester. Lester era all’avanguardia, e faceva ciò che era necessario: si rendeva conto che doveva usare i danzatori migliori a prescindere dal loro colore.
Gli audaci esperimenti di Horton con le tecniche di Danza Moderna interessarono nuovi spettatori e molti studenti. I suoi allievi erano una lega di culture e nazioni, messicani, giapponesi, spagnoli, neri e bianchi. Horton esigeva molto dai suoi ballerini. Richiedeva lo studio della Danza Classica, insegnava loro a leggere la musica, cucire, lavorare con le luci, creare scenografie e oggetti di scena. La compagnia lavorava insieme come una “famiglia” per mantenere il teatro. Trascorrevano ore senza paga dirigendo lo studio, insegnando classi, gestendo la pubblicità e partecipando praticamente a tutti gli aspetti della produzione, del design e dell’esecuzione.
Horton era il responsabile delle coreografie ma tutti i suoi danzatori condividevano le responsabilità per quanto riguardava il fare ricerca sul contenuto dei nuovi balletti che lui concepiva. Quando si progettava un balletto su una particolare cultura, si studiavano l’arte, la musica, la storia e le danze tradizionali di quel popolo. Era risaputo e accettato che i membri della compagnia avrebbero dovuto adempiere a compiti di ricerca e condividere quello che avevano scoperto nella riunione successiva. Questo lavoro non aveva lo scopo di influenzare direttamente la coreografia di Horton, ma piuttosto di dare ai danzatori un sistema di riferimento entro il quale costruire la caratterizzazione.
Horton creò una delle principali tecniche di danza moderna codificata rinomata per la forza, l’allungamento e il rafforzamento del corpo umano preparandolo al suo uso come strumento di danza espressiva. Con questa Tecnica ogni muscolo del corpo è allungato e ogni sezione del corpo è isolata. “Ci sono esercizi per le dita, i polsi, le spalle, per gli occhi, per il collo, per il busto e per le braccia, questi derivavano dal suo amore per il teatro orientale” afferma una sua ex danzatrice Bella Lewitzky.
La Tecnica Horton non è limitata al concetto di uno o due movimenti e del contrasto tra di essi. La Tecnica è dinamica e drammatica, sviluppa sia la forza che la flessibilità, e lavora con un’energia costantemente in movimento. L’obiettivo principale di molte classi per principianti è creare allungamento nella colonna vertebrale e nei tendini dei polpacci. In tutti i livelli c’è anche enfasi sullo sviluppo della musicalità e delle qualità artistiche.
Horton era famoso per la produzione di ballerini con muscoli della coscia lunghi e magri e il basso schiena flessibile ma forte. L’uso espressivo della colonna arrotondata e arcuata è simile alla teoria del contraction and release della Tecnica Graham e così come quest’ultima e come nella Tecnica Humprey il torso è considerato l’origine di tutti i movimenti. Altri punti di partenza per il movimento erano le spalle, lo sterno, il diaframma e la cintura pelvica.
Lester sviluppò una Tecnica che ha testato la capacità del corpo di muoversi ai suoi estremi, di usare tutti i piani spaziali e livelli di movimento. I movimenti lenti erano esageratamente lenti, quelli veloci erano esageratamente rapidi e richiedevano uno sforzo e un controllo incredibile. Posizioni e braccia aperte erano predominanti, ogni parte del corpo era allungata al limite fisico. La meraviglia della Tecnica Horton è che ti porta ad esplorare ogni parte del tuo corpo, è un’esplorazione dei limiti estremi di esso e della sua anatomia. Una Tecnica dalle linee nette e chiare che la rende perfettamente accessibile anche a chi comincia a danzare, o ai non danzatori. Molti tra coloro che si formarono con Horton emersero dalla sua compagnia. Tra questi, Alvin Ailey, considerato il suo successore, nel 1958 fondò l’Alvin Ailey American Dance Theatre.
Bibliografia:
• M. B. Perces, A. M. Forsythe, C. Bell (1992), The Dance Technique of Lester Horton, Pennington, Princeton Book Co Pub
• Joshua Legg, (2011), Introduction To Modern Dance Techniques, Pennington, Princeton Book Co Pub
Note sull'autore:
Gianni Mancini: Docente di Tecnica della Danza Moderna e della Danza Classica presso il Liceo Coreutico e Teatrale “Germana Erba" di Torino. Docente Formatore IDA.
© Expression Dance Magazine - Dicembre 2019