I consigli del Dott. Marco Batti
Vai male a scuola? La soluzione è facile e logica: togliamo la danza per aumentare le ore da dedicare allo studio.
Purtroppo, cari genitori, non funziona così, anzi. Spesso un buon rendimento scolastico si rivela strettamente correlato all’attività sportiva agonistica o ad un percorso coreutico. È da sfatare completamente il mito per cui “avere più tempo a disposizione per dedicarsi allo studio” sia realmente una soluzione. Nella maggioranza dei casi avere tempo in abbondanza per i compiti, o semplicemente studiare, non risulta avere l’effetto desiderato, crea al contrario uno stato di apatia nel ragazzo, che tende a procrastinare lo svolgimento dei compiti, rischiando di far scorrere il tempo a disposizione senza concludere niente, vivendo una sensazione di ansia e depressione dettata dall’incapacità di gestione del tempo. Questa afasia cade sulla testa dei nostri ragazzi come “la spada di Damocle” impedendo loro di organizzare il da farsi in maniera pertinente ed efficace.
Privare un giovane di una passione non crea, infatti, un feedback positivo come desiderato. Il genitore che elimina lo sport, o la danza, a favore dei compiti e dello studio, lo fa augurandosi che il desiderio e la voglia di andare a danza si faccia presente più fortemente e che il proprio figlio compia un ragionamento inconscio: “la prossima volta devo impegnarmi di più e devo organizzarmi meglio, in modo da non perdere la lezione di danza”. Questo sarebbe ideale, la soluzione a tutti i problemi di rendimento scolastico, ma in realtà non funziona propriamente così. Il processo psicologico che avviene all’interno dei giovani non è quello di risoluzione del problema, al contrario, si innesca un meccanismo di frustrazione e rabbia che ricade sul genitore stesso, percepito come carceriere che controlla il prigioniero.
Quello del genitore è uno dei mestieri più difficili in assoluto; qualsiasi decisione presa può essere messa in discussione e giudicata secondo mille punti di vista. In questo specifico caso però, è scientificamente provato che avere una passione per uno sport, un’arte, o un’attività in cui il giovane concentra numerose attenzioni, aiuti l’organizzazione e la gestione del tempo. Può sembrare un controsenso, ma è così; meno tempo i ragazzi hanno a disposizione, meglio riescono (sorprendentemente) ad organizzarlo. Attività come la danza, infatti, aiutano ad organizzare mentalmente il tempo e a gestire le risorse individuali. Una ricerca scientifica, eseguita dall’Università di Montreal, dimostra che il 48% dei giovani che compiono esercizio fisico studiano effettivamente tre ore in più alla settimana rispetto a chi no, perdendo meno giorni di scuola per assenze ingiustificate. Possiamo dire che l’attività fisica aiuta l’aumento della capacità di concentrazione, il livello di attenzione e autocontrollo, permettendo di conseguenza l’ottenimento di migliori risultati scolastici. Lo studio è stato effettuato su 2.700 studenti canadesi nati tra il 1997 ed il 1998, pubblicato sugli Annals Journal of Health Promotion. Numerose ricerche hanno inoltre dimostrato come la correlazione tra attività fisica, interesse e motivazione, siano la giusta formula per un migliore risultato scolastico.
Non sono da sottovalutare, oltre a quello psicologico, i numerosi benefici fisici che l’attività motoria apporta al nostro organismo; basta pensare alle capacità di riduzione di rischi legati all’obesità, miglioramento del trofismo muscolare, corretta vascolarizzazione e adeguata ossigenazione cerebrale. Un ulteriore studio effettuato dal Dott. Andrea Grasso (Direttore del Trauma Sport Center della Casa di Cura Villa Valeria di Roma) dimostra, grazie alla scansione dell’attività cerebrale di un gruppo di persone cronicamente sedentarie, eseguite prima e dopo un periodo di training fisico, un sostanziale aumento di volume dell’Ippocampo, ossia la zona del cervello associata alla memoria e all’apprendimento. Possiamo quindi dire, su fondamenti scientifici, che l’attività sportiva, di qualsivoglia natura (amatoriale, agonistica e professionale), sia correlabile con le capacità di apprendimento individuali, e in grado di stimolare le capacità di apprendimento. La danza, oltre ad avere un forte impatto sulla fisicità, aiuta ad imparare come gestire lo stress; per esempio nella preparazione di performance o concorsi, rende possibile imparare ad incanalare le energie al fine di sfruttare al meglio le proprie capacità. Non ci resta quindi che concludere con un consiglio riassuntivo: limitare le passioni crea frustrazioni e rabbia che, spesso, provocano l’effetto contrario a quello desiderato. È consigliabile invece affrontare il dialogo, portando il giovane alla presa di coscienza dei propri limiti e difficoltà, aiutandolo a cercare la chiave per una possibile risoluzione del problema, che comporterebbe un progresso dell’individuo-persona.
Il Dott. Marco Batti è Affiliato all' American Ballet Theatre NTC®, Direttore Artistico dell’Ateneo della Danza/Balletto di Siena. Insegna all'IDA nei corsi di Insegnante di Danza Classica e Propedeutica Danza Classica
© Expression Dance Magazine - Giugno 2019