Non è certo una novità che nel micro mondo della danza circolino informazioni scorrette riguardo all’alimentazione e finché gli insegnanti continueranno a fare cattiva informazione sull’alimentazione continueremo ad avere allievi con disturbi alimentari, che si sentono inadeguati, senza le necessarie risorse energetiche per performance di qualità e con una grande probabilità di abbandono della danza o infortuni.
Da sempre la figura del danzatore, in particolar modo delle danzatrici, è stata legata ad una figura eterea, sotto peso e tendenzialmente androgina. Il grande problema deriva dal fatto che per avere quel tipo di fisicità le danzatrici sono costrette a privarsi di nutrienti fondamentali per il fabbisogno giornaliero, non tenendo conto che un danzatore è a tutti gli effetti un atleta e ha quindi un dispendio calorico ed energetico importante per far fronte al lavoro svolto.
Questo modo di pensare si è anche diffuso nelle scuole di danza ma questo è sicuramente un metodo un po’ pericoloso perché un docente non essendo medico, dietologo o nutrizionista non può impartire regimi alimentari, diete e tanto meno stabilire se un allievo sia o meno in sovrappeso.
Va chiarito quindi che il “normo peso” non equivale a “grasso” e che il vero ruolo degli insegnanti dovrebbe essere quello di trattare questo aspetto al fine di educare all’accettazione del proprio corpo e non all’inseguimento di una fisicità differente e questo concetto dovrebbe essere promosso sia nelle scuole di danza come nelle scuole in generale.
Concludo rivolgendomi ai genitori: scegliete con cura le scuole e i maestri perché rimettere a posto la psiche di un ragazzino è cosa assai difficile e comporta anni di lavoro; mettiamo al centro il benessere degli allievi e riusciremo a combattere queste modalità di insegnamento poco consone allo sviluppo di un danzatore, che pratichi per hobby o per professione.