Le testimonianze degli allievi Eleonora Argiolas e Francesco Troilo, entusiasti del percorso intrapreso per specializzarsi nell’insegnamento e i consigli della docente Elisabetta Ceron
Ha preso il via durante l’estate a Ravenna nella sede dell’IDA – International Dance Association, il primo corso di qualifica per maestro di danza, promosso dal Centro Studi “La Torre” insieme a ISCOMER di Ravenna, riconosciuto dalla Regione Emilia Romagna, valido a livello regionale, nazionale ed europeo e finanziato dal Fondo Sociale Europeo. Si tratta di un importante traguardo perché è la prima volta in Italia che un corso, riconosciuto a livello giuridico, conferisce una prestigiosa qualifica in grado si aprire nuove prospettive professionali. Nel dettaglio, la nuova qualifica professionale definisce quella figura tecnica – nell’ambito dello spettacolo – in grado di progettare e condurre lezioni di danza classica, moderna e contemporanea, graduando gli obiettivi didattici in relazione alle caratteristiche psico-fisiche degli allievi. Al termine del percorso, ai 25 allievi selezionati, sarà rilasciato un titolo valido a livello nazionale ed europeo 6° livello - EQF. Il corso, durante il quale sarà data particolare rilevanza agli stage pratici, si sviluppa in 500 ore e propone i seguenti contenuti: configurazione percorso di danza, conduzione delle lezioni, preparazione alla produzione dello spettacolo, valutazione dei risultati dell’apprendimento, storia della danza e della musica, igiene della persona e degli ambienti, principi di corretta alimentazione, codice deontologico, principi di anatomia, fisiologia del movimento, psicomotricità, traumatologia, la sicurezza sul lavoro, tecniche di ricerca attiva del lavoro. Al corso sta partecipando Eleonora Argiolas (31 anni), di origine sarda ma da tempo residente a Ravenna. Alle spalle ha una laurea in Scienze Motorie e il diploma dell’IDA Ballet Academy, così come la frequentazione di diversi corsi di Pilates. Già da tempo insegna danza ai bambini e Pilates agli adulti. «Studio danza sin da bambina – racconta –, ma ho sempre avuto una particolare predilezione per l’insegnamento. Coerentemente con il mio carattere dinamico, sempre aperto alle nuove sfide, e con il mio desiderio di allargare le conoscenze, ho intrapreso questo nuovo percorso come se fosse una sfida, convinta di poter dare punti in più a una figura professionale spesso sottovalutata. All’estero non è così: l’insegnante di danza è rispettato e ben reputato perché ha un ruolo di grande responsabilità, se si considera che ha a che fare con i bambini molto piccoli, quasi come se fosse un educatore a tutto tondo. Da noi, spesso si trascurano questi aspetti, a causa di tanti insegnanti che si improvvisano tali dopo appena due anni di danza e quindi senza avere le necessarie basi». Questo finora è stato possibile a causa della mancanza di una normativa in grado di regolare una materia così delicata, ma ora le cose stanno cambiando. «Un inquadramento giuridico – aggiunge Eleonora – può certamente offrire un certo tipo di garanzie, quanto meno una preparazione adeguata, ma senza mai dimenticare l’importanza della passione. In giro ci sono troppi insegnanti che per l’appunto insegnano solo perché non sono riusciti a realizzare gli altri loro sogni artistici. Non c’è solo la tecnica, la conoscenza, ma anche l’amore per ciò che si fa». Eleonora è soddisfatta del lavoro intrapreso, che le ha consentito per esempio di avvicinarsi al contemporaneo con Emanuela Tagliavia, oltre che di ricevere nuovi spunti a livello didattico. “Il sabato svegliarmi e sapere di andare al corso, per me è molto appagante”, rivela.
Nel 2018 partirà il nuovo corso di qualifica di "Maestro di danza" valido a livello regionale, nazionale ed europeo, aperto a candidati maggiorenni in possesso di un curriculum artistico coerente con il percorso da intraprendere. Il corso rilascerà la certificazione valida ai fini dell'abilitazione all'insegnamento della danza in Italia secondo la Legge approvata dalla Camera in data 8 novembre 2017. Maggiori informazioni a questo link >
Anche Francesco Troilo (27 anni), di origini pugliesi ma residente a Monte Colombo in provincia di Rimini, è entusiasta. Proprio l’amore per la danza, scoperta a 8 anni, lo ha portato a trasferirsi da Bari alla Romagna, al seguito della compagnia di musical Ragazzi del Lago. «Mi sono avvicinato all’insegnamento affiancando i miei maestri – racconta –, occupandomi dei più piccoli nelle scuole di danza ma anche in alcune scuole dell’infanzia. Già da tempo avevo intenzione di fare un percorso specifico per l’insegnamento che reputo l’ideale proseguo della carriera di ballerino. Il corso di maestro di danza mi ha subito attirato per l’ottimo riconoscimento giuridico che garantisce, ma anche per il grande prestigio del corpo docenti. Pur avendo già un bagaglio completo nella danza, sto approfondendo gli aspetti del lavoro fisico sul corpo e sull’approccio psicologico con l’allievo, in modo del tutto nuovo. Sono ‘sorprendentemente’ sorpreso».
Tra i numerosi docenti del corso di maestro di danza, c’è Elisabetta Ceron che si è sentita molto gratifica trovandosi di fronte allievi così entusiasti e curiosi, nell’apprendere principi sia educativi sia metodologici della propedeutica di cui si occupo. Nel complesso, una classe eterogenea con allievi di diverse età e percorsi formativi in varie discipline della danza che hanno subito formato un bel gruppo affiatato e coeso. «Sono rimasta colpita – afferma – dal modo garbato e attento con cui mi hanno posto domande mirate e specifiche, il che denota una grande consapevolezza. I partecipanti si sono dimostrati anche molto preoccupati di poter intervenire in modo corretto nei confronti dei piccoli allievi, coscienti del ruolo prezioso che rivestono anche come educatori. Forte del comune vissuto, ho molto interagito con la classe, mettendomi in gioco in prima persona. Ne è scaturita una maggiore sintonia, nonché uno scambio prolifico di idee ed esperienze». Ceron reputa positivi anche gli ultimi sviluppi legislativi in materia di insegnamento della danza. «La danza è una disciplina molto diffusa e sentita – ritiene –. Ma esistono percorsi, come quello che stiamo portando avanti, che devono essere fatti se ci si prende la responsabilità di avvicinarsi ai ‘piccoli corpi’. Non è possibile che ragazzi molto giovani e privi di esperienza abbiano a che fare con i bambini, i futuri danzatori. Il lavoro dell’adulto deve rispettare la crescita del bambino che è un piccolo discepolo. Il maestro è una figura che ‘dura’ tutta la vita, grazie a quel processo di imitazione che è molto forte nei più piccoli. Incontrare un cattivo maestro, è quanto di deleterio possa capitare».
© Expression Dance Magazine - Dicembre 2017