Più vendite e più pubblico, in uno dei circuiti più funzionanti in Italia. A svelarne il segreto è Gemma Di Tullio, responsabile della programmazione danza
Quella del Teatro Pubblico Pugliese è una felice esperienza che parla di crescita e di positività, in un panorama - quello della danza - che ha attraversato momenti difficili in Italia. La responsabile della programmazione danza, Gemma Di Tullio, sta passando l'estate a girare in lungo e in largo per il tacco d'Italia, per fare sopralluoghi e stringere accordi con l'obiettivo di veder crescere Tersicore nella sua amata Puglia. Sforzi che la stanno ripagando con soddisfazioni, visto che il suo settore è in crescita esponenziale e funziona in una straordinaria simbiosi con il presidente Carmelo Grassi e le altre donne del TPP Giulia Delli Santi, responsabile della programmazione generale, e Adriana Marchitelli dell'Ufficio programmazione del teatro per ragazzi. Di Tullio, da ben dodici anni, dirige il comparto danza del Teatro Pubblico Pugliese, ormai uno dei circuiti più funzionali visti in giro per l'Italia. E a sentirla parlare è un fiume in piena, divertita e divertente nel suo balenare idee e progetti in ogni angolo della Puglia, finanche quelli più remoti.
Qual è il futuro prossimo del Teatro Pubblico Pugliese e della danza in Puglia?
«La funzione del TPP e del comparto che dirigo è quello di promuovere e valorizzare la danza pugliese e in Puglia. Lavoro strenuamente affinché arrivino in regione le migliori compagnie, i coreografi più interessanti e i titoli più o meno appetibili al nostro pubblico. Devo preoccuparmi tanto della programmazione barese del DAB, quanto di quella dei comuni più piccoli ma sensibili alla presenza della danza nei propri teatri e nelle location più impensabili. Sui quarantotto teatri nell'orbita del TPP almeno venti abbracciano la danza con uno o più spettacoli e iniziative coreutiche. La strada è ancora lunga ma negli ultimi anni si è registrata una crescita davvero significativa. E in questo futuro prossimo riavremo l'Aterballetto con i "Golden Days" di Joahn Inger, Roberto Zappalà con "I am beautiful", Mauro Astolfi con "Rossini Ouvertures", Virgilio Sieni con "Il cantico dei cantici" e "Pulcinella Quartet", MMCompany con un programma a sorpresa e tanti giovani coreografi emergenti e provenienti dalle migliori realtà, soprattutto nazionali».
In attesa della riapertura del Teatro Piccinni di Bari, il valore aggiunto del TPP è dunque la diversificazione dell'offerta?
«Si può dire che sia una 'matriosca' di tante cose e persone che funzionano bene insieme. A partire dal presidente Carmelo Grassi fino all'ultimo macchinista del teatro più piccolo della regione. Qui si lavora davvero all'unisono, nel senso che nessuno rema contro per il solo e unico bene della danza in Puglia. Ogni teatro della regione ha la sua storicità coreutica, contemporanea, autoriale o classicissima. E noi andiamo incontro alle esigenze di ogni nostro pubblico, fidelizzando quello storico e cercando in ogni dove quello nuovo dei giovani. Forse è proprio la scommessa con i giovani il nostro valore aggiunto, nel senso che abbiamo spostano il baricentro dalle grandi produzioni e del rimpianto Teatro Piccinni alle proposte della scena e del palco, avvicinandoci sempre più al pubblico giovanile».
In che modo, visto che in Italia tutti lamentano un diffuso calo delle vendite ai botteghini?
«Con Adriana Marchitelli stiamo facendo un lavoro straordinario, stanando uno a uno tutti i giovani delle nostre scuole della regione. Ma li stiamo avvicinando non soltanto con i titoloni di cassetta bensì con programmi assai più intelligenti e lungimiranti perché il nostro obiettivo è formare il pubblico del futuro, senza se e senza ma. A questo proposito mi piace ricordare il prossimo spettacolo "Col naso all'insù" di Giorgio Rossi, dopo i successi del passato con il duo Abbondanza/Bertoni. E poi ci sarà la quarta edizione del festival natalizio leccese "Kids!", altra occasione di altissima formazione per bambini addirittura dai tre anni in su. Senza dimenticare la sezione per ragazzi del DAB Kids e di tutte le nottate che passiamo a scrutare all'orizzonte un'altra bellissima idea per accostare i giovani alla danza e viceversa, in un rapporto che possa essere più naturale possibile. Ce la stiamo davvero mettendo tutta».
Qual è, in sintesi, il segreto del fenomeno coreutico pugliese?
«Dal 2015 al 2017 la rassegna DAB, in scena per cinque mesi da gennaio a maggio, ha fatto registrare un aumento del numero di biglietti venduti considerevole: dai 1.800 siamo passati a 2.240. E lo stesso discorso vale per "Prospettiva Nevskij" di Bisceglie diretta da Carlo Bruni con un incremento addirittura del 40 per cento della vendita al botteghino. Sono numeri importanti che accostiamo al successo di Barletta con i "Corpi in mostra" di Mauro De Candia e ancora a Bisceglie con "Libero Corpo" di Giulio De Leo. Un gruppo di persone prezioso che "mi aiuta tanto ad aiutare la danza". Si lavora tutti insieme cercando di alzare l'asticella della qualità ogni giorno dell'anno».
Spesso parli al plurale. Chi ti segue e chi segui incessantemente?
«Beh, in verità, a parte il presidente e la responsabile delle programmazioni, il mio è un lavoro a stretto contatto con tantissima gente. Con i nostri soci amministratori pubblici, con gli artisti e le loro frequenti richieste bizzarre, con i fotografi, gli scenografi, i giornalisti e tutti quelli che campano con noi nel magico circo della danza. E poi in verità sono particolarmente affezionata e riconoscente a Mimmo Iannone, direttore artistico della compagnia Altradanza che ha fatto e sta facendo tantissimo per la danza in Puglia. E poi non posso dimenticare i grandi nomi della danza pugliese espatriata quali Emio Greco e Mauro De Candia, e poi i più giovani emigranti Michele Rizzo, Davide Tortorelli e Mirko Guido che contribuiscono con il lavoro d'oltralpe a gratificare i tantissimi giovani che invece sono ancora qui a studiare danza».
Ce l'hai ancora un desiderio a fronte di tutti questi successi?
«Altroché! Vorrei ancora di più stringere il cerchio della valorizzazione delle risorse di questa terra. Tanto dei suoi siti, quanto dei suoi uomini e donne. In primis con l'ottimizzazione delle ricchezze ambientali e architettoniche attraverso la danza urbana che, a mio parere, varrebbe da sé più di tanta promozione turistica fredda e mal veicolata. E poi un'ottimizzazione sincera dei talenti pugliesi, sostenendoli più di quanto già facciamo oggi. Del resto è un orgoglio avere in giro per il mondo e per la Puglia i vari Emio Greco, Mauro De Candia, Tony Candeloro, Fredy Franzutti, Maristella Tanzi, Irene Russolillo, Roberta Ferrara, Ezio Schiavulli e tutti gli altri. Tutti personaggi ormai affermati che continuiamo a sostenere e di cui approfittiamo per incentivare le nuove generazioni a provarci alla sbarra e in scena. Del resto tentar non nuoce, un po' il motto che ci siamo imposti dodici anni fa quando ho realizzato il sogno di stare nella danza e di starci fino all'osso!».