Proposte riabilitative per gli errori tecnici
I ballerini ne soffrono per via di alcuni gesti tecnici (salti, lift), le ballerine a causa dell'eccessivo lavoro in arabesque e cambré. I due problemi più comuni? Scoliosi e spondilosi-listesi
Il mal di schiena è una patologia relativamente frequente nel mondo della danza. I ballerini ne soffrono soprattutto per via di alcuni gesti tecnici (salti, lift), mentre le ballerine a causa dell'eccessivo lavoro in arabesque e cambré. Per comprendere l'origine del mal di schiena e cercare di prevenire l'insorgenza di tale sintomo, è bene ricordare alcune caratteristiche anatomiche della colonna. Il rachide è formato da una serie di vertebre, ordinate le une sulle altre e organizzate in modo da identificare tre curve principali: la lordosi lombare, la cifosi dorsale, la lordosi cervicale. Nei ballerini questa ripartizione non sempre viene mantenuta, perché la danza richiede una postura particolare, caratterizzata da un bacino più 'orizzontale' e pertanto una lieve riduzione della lordosi lombare. Questo si assocerà a modificazioni anche delle altre curve dorsali e cervicali.Le vertebre inoltre sono unite tra loro da un importante sistema legamentoso, capace di donare resistenza ma nello stesso tempo flessibilità alla struttura. I movimenti della colonna sono assicurati da un complicato intreccio di muscoli, disposti su tre piani: superficiale, intermedio e profondo. I muscoli più profondi sono anche i più piccoli, generano i movimenti tra una vertebra e l'altra, mentre i muscoli più superficiali sono più voluminosi, lunghi, e più forti. La colonna è soggetta a molte forze durante la stazione eretta, la deambulazione e la pratica di attività come la danza. Numerosi studi sulle forze di carico della colonna dimostrano che in un uomo di 60-70 chili, a livello del tratto lombare, si registra un carico pari a 70 kg quando è in posizione seduta, 210 chili quando il soggetto solleva 20 chili con schiena flessa e ginocchia estese. Questo fa pensare ai carichi che subisce la colonna durante la danza, attività che comprende sollevamenti, cambré, attitude, salti, etc. Se si ha un rachide con vertebre ben allineate, il lavoro muscolare isometrico, eccentrico e in allungamento, permetterà di ottenere schiene forti, flessibili, capaci (almeno in teoria) di grandi escursioni articolari.
Da un punto di vista anatomico esistono però alcuni fattori che possono limitare la capacità di movimento della colonna del ballerino e quindi generare dolore: la scoliosi, alcune anomalie congenite delle vertebre (la sinostosi, cioè mancata separazione di due vertebre, l'iperlordosi, l'eterometria degli arti inferiori, la spondilolisi/listesi). Di sicuro i due problemi più importanti per i ballerini con il desiderio di intraprendere la carriera professionistica sono la scoliosi e la spondilolisi-listesi (cioè la mancata fusione dell'istmo della vertebra e successivo scivolamento in avanti della stessa). Per scoliosi si intende una patologia malformativa delle vertebre, caratterizzata da inclinazione laterale della colonna associata a rotazione e torsione dei corpi vertebrali. La limitazione è tanto maggiore quanto più grave è l'anomalia anatomica e in base alla sede in cui avviene. Altro fattore di primaria importanza da tenere in considerazione è l'età di osservazione. La scoliosi infatti può peggiorare con il passare degli anni, si aggrava fino a che la schiena cresce. La scoliosi, se di lieve entità, non è un fattore limitante nella danza, sebbene possa essere un limite nella pratica della danza a livello professionistico. Il rischio è, oltre il peggioramento della malformazione scheletrica data da anomali carichi supportati dalla schiena, il ricorrere di fastidiosi mal di schiena fino ad una precoce patologia discale. Da un punto di vista tecnico, una scoliosi può limitare la capacità di escursione articolare del rachide e creare quindi sovraccarichi.
In un ballerino, soprattutto di sesso maschile e intorno ai 14-16 anni, spesso si assiste a un dolore lombare localizzato al passaggio lombo-sacrale. Nella nostra esperienza, questa è la fascia di età dove più spesso si osservano patologie del rachide, dalle più semplici (lombalgia muscolo-tensiva, lombalgia da differenza di lunghezza degli arti inferiori, lombalgia da overlavoro/lift/salti, etc.) a patologie che meritano assoluta sorveglianza medica, come la scoliosi e la spondilolisi. Quest'ultima è una patologia malformativa dell'istmo, che è una regione della vertebra posta posteriormente ai peduncoli, tra le due articolazioni (apofisi). Di solito è asintomatica, ma quando i carichi di lavoro aumentano, soprattutto in presenza di errori tecnici nel cambré e arabesque, alcuni ballerini possono sviluppare dolore lombosacrale. Nel 50-60 per cento dei casi la lisi si complica con la listesi, vale a dire lo scivolamento della vertebra verso il basso e questo può trasformare il dolore lombare in un dolore 'sciatico'. Pertanto non si deve mai sottovalutare il dolore lombare nel ballerino!
Risulta chiaro quindi che molti sono i problemi che possono condurre a un unico sintomo: il dolore lombare (Low Back Pain LBP). In modo didattico, potremmo distinguere quello su base tecnica/errore tecnico, quello su base anatomica (scoliosi, spondilolisi) e quello frutto di patologie (fratture da stress, ernia discale, etc.). In ogni caso, per ridurre la possibilità di andare incontro a patologie, occorre lavorare molto sulla prevenzione, e quindi sulla preparazione atletica del ballerino e sulla correzione degli errori tecnici.
L'approccio terapeutico del ballerino con lombalgia è multidisciplinare. Inizialmente il fine è quello di ridurre la sintomatologia dolorosa: tale obiettivo è tanto ovvio quanto fondamentale, poiché soltanto la riduzione del dolore può permettere la ripresa della performance muscolare corretta. A tal scopo, il fisioterapista , in questa prima fase, può svolgere sedute di terapia manuale e/o terapia fisica in sinergia con l'eventuale piano farmacologico prescritto dal medico. Si può valutare, inoltre, l'applicazione di un tape elastico terapeutico: nella Figura 1, si mostra un'applicazione di tipo inibitorio e di tipo fasciale-antalgico, con l'obiettivo di 'scaricare' la zona lombare dolente.
Quando la fase acuta è risolta, è necessario impostare un programma riabilitativo rivolto alle cause che hanno scatenato nel danzatore il quadro doloroso. In generale, si può dire che tra le diverse tipologie di lombalgia riscontrabili nei danzatori si trova con maggiore frequenza quella cosiddetta 'meccanica'. La lombalgia meccanica è conseguente all'incapacità del ballerino di distribuire correttamente il carico di lavoro richiesto durante la pratica della danza. Questo controllo deficitario si manifesta in due modi differenti: in primis, in fase dinamica soprattutto durante i movimenti che interessano direttamente la colonna (ad esempio nei cambré) e/o durante i movimenti che interessano gli arti inferiori (ad esempio nei développé, arabesque, etc.) (Figure 2-3). Il ballerino rischia di affidarsi troppo a muscoli grandi e potenti, come il retto addominale o ai muscoli paraspinali superficiali e ancora ai più grandi flessori delle anche (l'ileopsoas), trascurando e quindi riducendo il reclutamento e l'utilizzo dei piccoli profondi muscoli che controllano la colonna vertebrale e il bacino. L'eccessiva instabilità del 'centro' o 'core' è dovuta al mancato controllo dei muscoli profondi della colonna e dei muscoli che controllano maggiormente i movimenti lombo-pelvici (ad esempio, il trasverso dell'addome e gli obliqui). Questi muscoli, se riallenati in modo specifico, permettono di costruire un 'corsetto naturale' che ha il compito di tutelare la colonna preservandola da movimenti eccessivi.
Per aumentare il controllo del 'centro' si possono impostare diversi esercizi. Il programma di esercizi terapeutici deve avere due caratteristiche fondamentali: essere progressivo e graduale. Generalmente si inizia con esercizi da posizione supina sul tappetino. In questa posizione il ballerino impara a percepire le curve fisiologiche della colonna e la posizione del bacino (Figura 5). Il ballerino posiziona le mani sul bacino (in particolare sulle SIAS) per meglio percepire gli eventuali movimenti. Mantenendo la posizione supina inizia il lavoro di reclutamento della muscolatura profonda. Tale muscolatura, rappresentata dal trasverso dell'addome e dagli obliqui interni ed esterni, permette la stabilizzazione del bacino durante il movimento degli arti inferiori. Conservando la stabilizzazione del bacino, grazie al reclutamento di tali muscoli, il ballerino svolge semplici rotazioni esterne di anca a ginocchia flesse in maniera alternata. Se con questo esercizio di base si osserva la capacità di controllare il bacino, si prosegue con esercizi con un livello di difficoltà crescente fino a giungere alla richiesta di svolgere sequenze di passé-développé da supini con schiena o gambe appoggiate sulla fitball (Figure 6-7).
Oltre agli esercizi rieducativi come quelli citati, tramite un lavoro cosiddetto remedial teaching, è fondamentale correggere eventuali errori tecnici, che hanno portato nel tempo alla sofferenza lombare. Uno degli errori tecnici comunemente riscontrabile, ad esempio, è quello nell'esecuzione dei cambré (Figure 2-4 ). Nell'esecuzione di questo gesto si può osservare, a volte, come il danzatore tenda a 'spezzare' la curva troppo in basso nella fase di estensione senza distribuire il movimento su tutta la colonna. Anche questo errore di tipo tecnico si può correggere impostando un esercizio su tappetino da posizione prona, un esercizio in posizione quadrupedica con la pancia appoggiata su fitball o un esercizio in piedi. In tutti questi esercizi il ballerino, aiutato dal fisioterapista, lavora sulla percezione della propria colonna scomponendo il movimento di estensione sui diversi gradi. Attraverso questo lavoro il ballerino si riappropria del lavoro distribuito su tutta la colonna vertebrale che produce un cambré armonioso.
In ultimo, ma non meno importante, riveste una grande importanza il ruolo dell'educazione alla corretta postura e ai corretti movimenti durante la vita di tutti i giorni.
Le 5 regole d'oro per aiutare i ballerini a mantenere la schiena in salute
1) Svolgere con accuratezza il warm-up prima della lezione, includendo esercizi che preparino la schiena al lavoro in sala.
2) Prevedere degli allenamenti infrasettimanali specifici di rinforzo e di controllo del 'core'.
3) Prestare molta attenzione ai gesti tecnici che interessano direttamente la schiena cercando di distribuire il movimento sulla colonna in modo equilibrato.
4) Porre cura e attenzione anche alla postura durante la vita quotidiana: fare il ballerino in sala… non camminando per strada in città!
5) All'insorgenza dei primi sintomi di dolore lombare, recarsi dal personale medico-fisioterapico competente.