Prima Ballerina del Teatro La Scala di Milano da marzo 2018, Virna Toppi è una giovane e stimata professionista con la passione per la fotografia, la cucina e il cucito, che non si scorda mai della bambina brianzola, golosissima di strozzapreti al ragù della nonna, riconoscendo in lei la determinazione e la risolutezza che l’hanno portata a diventare la ballerina che è oggi.
Virna, ci racconteresti come tutto ha avuto inizio?
“Ho iniziato a studiare danza in una scuola privata di Camnago all’età di sette anni. I miei genitori inizialmente erano reticenti, perché desiderosi di farmi praticare uno sport, mentre la Danza è un’Arte. Io però ho insistito al punto da far loro cambiare idea; sapevo che era la cosa giusta per me e da quando ho intrapreso questa strada non l’ho mai abbandonata. A 10 anni ho superato il provino per l’Accademia del Teatro La Scala e così, dopo otto anni di studio, parallelamente alla maturità linguistica, mi sono diplomata Ballerina Professionista. Dopo un anno di esperienza fantastica in Germania al Semperoper Ballet di Dresda, la mancanza dell’Italia e del Teatro dove sono cresciuta era tale che ho deciso di tornare a Milano. È iniziata così la mia seconda fase scaligera. Passati due anni dal mio rientro, infatti, l’ex direttore Makhar Vaziev mi ha promossa Solista e, dopo altre tre stagioni, l’attuale direttore Frédéric Olivieri mi ha nominata Prima Ballerina, rendendo concreta l’ambizione di una vita”.
Cosa ricordi di quegli otto anni di studio e formazione in Accademia?
“Ho sempre amato danzare e mi sono sempre impegnata al massimo per imparare e migliorare di giorno in giorno. Durante tutto il mio percorso ogni insegnante ha avuto un ruolo determinante nella mia formazione: tutti a modo loro mi hanno lasciato qualcosa. Credo di aver avuto la grande fortuna di poter lavorare con persone di spessore, dalla comprovata esperienza personale; grandi Maestri in grado di lasciare un segno indelebile nel mio percorso di crescita. Devo ringraziare tutti coloro che ho incrociato, perché è grazie a loro che sono potuta diventare la ballerina che sono oggi”.
Chi sono i tuoi punti di riferimento?
“Negli anni mi sono ispirata a diversi professionisti e icone del mondo della danza; per quanto riguarda la professionalità e la dedizione al lavoro, Roberto Bolle è per me il migliore in assoluto; la mia quotidiana fonte di ispirazione ed esempio. Tra le donne, sicuramente non posso non nominare Marianela Núñez, Polina Semionova e Alessandra Ferri, ballerine fantastiche con cui ho anche avuto la fortuna di poter lavorare. Ognuna di loro dal canto suo ha qualcosa di speciale, dovuto al proprio background. Poter assistere alle performance di professioniste come loro ha un valore inestimabile poiché mi ha dato la possibilità di carpirne i ‘segreti’ facendoli in qualche modo miei. Ci sarebbero tanti aneddoti da raccontare ma la sostanza è che ogni qualvolta un artista viene in Teatro per interpretare un balletto, come per esempio è successo con Marianela Núñez con Manon, cerco di immaginare ciò che sottostà e motiva ogni suo movimento o un gesto per poi farli miei”.
Come è la tua quotidianità?
“In generale la mia vita è molto semplice e routinaria. Ogni mattina arrivo in Teatro verso le 9.00; dopo una lezione di un’ora e un quarto, verso le 11.30 iniziano le prove, che proseguono fino alle 17.30, con una pausa pranzo alle 13.40. La sera non faccio nulla di particolare, cerco di recuperare al massimo le energie per il giorno successivo: faccio un massaggio, cucio le punte, guardo un film o qualcosa di simile. Normalmente non seguo un particolare regime alimentare: allenandomi tantissimo, mi rendo conto durante il giorno di ciò che il mio corpo necessita di mangiare e lo assecondo”.
Come è cambiata la vita di Virna dal marzo dello scorso anno?
“Ammetto che da quando sono diventata Prima Ballerina sento su di me una maggior responsabilità: so di essere una sorta di punto di riferimento per tutto il corpo di ballo, sia in scena sia in sala durante le prove giornaliere, e per questo cerco costantemente di esserne all’altezza, cercando di migliorarmi di giorno in giorno e alzando sempre più l’asticella, ovvero non sentendomi mai ‘arrivata’. Ad oggi mi reputo davvero fortunata a fare parte di questa Compagnia; più passa il tempo e più lo apprezzo. Quando mi capita di veder ballare il corpo di ballo da spettatrice mi sento davvero soddisfatta e orgogliosa di farne parte. Il mio rapporto con i colleghi è saldo e immutato anche dopo la mia nomina. Da parte loro sento una grande energia e appoggio che mi aiuta tantissimo nell’affrontare gli impegni e le responsabilità del ruolo; è una sensazione bellissima perché non mi sento mai sola né in scena né dietro le quinte… Sono legami che vanno al di fuori del Teatro”.
Il primo gennaio di quest’anno sei stata ospite di Roberto Bolle allo show tv ‘Balla con me’. Ci parleresti di questa esperienza?
“Ballare in televisione è molto diverso dal farlo in Teatro: per me, quella con Roberto, è stata un’esperienza nuova e interessante, una delle mie prime volte in televisione. Roberto sa mettere tutti a proprio agio, facendo sentire bene le persone in ogni situazione; inoltre il brano per cui sono stata chiamata era di per sé molto divertente, per cui posso dire di essere stata davvero contenta di aver partecipato al programma. Credo che, in generale, quello che sta facendo Roberto, portando la danza ‘fuori dai teatri’, è qualcosa di speciale. Spesso per pigrizia, per mancanza di tempo, o per una sorta di retaggio culturale che assimila la danza a un passatempo elitario, le persone non sono predisposte ad alzarsi dai propri divani e assistere allo spettacolo dal vivo. Quando però è la danza ad entrare direttamente nelle loro case, scoprono un mondo nuovo e interessante, profondamente lontano dai loro pregiudizi”.
Su Instagram sei una vera social star con oltre 28 mila follower. Sembra che anche tu stia facendo la tua parte per avvicinare il pubblico alla Danza...
“Premetto che adoro la fotografia e quando ho aperto il mio account Instagram l’ho fatto quasi per gioco per pubblicare qualche scatto frutto di questa mia passione. Poi però ho capito che i social, in particolare Instagram, sarebbero potuti essere un buon strumento per far conoscere alle persone la quotidianità delle ballerine, talvolta erroneamente immaginata ‘tutta scarpette e tutù’. Volevo andare oltre a ciò che appare, ovvero volevo semplicemente mostrarmi per ciò che sono: una ragazza come tutte, dalla vita simile a qualsiasi mia coetanea nonostante il lavoro che faccio. Un’idea che sembra essere stata apprezzata dagli utenti del social, che lo stanno dimostrando seguendomi con tanto affetto”.
Che consiglio ti sentiresti di dare a chi ama la danza e vorrebbe intraprendere la tua stessa professione?
“Il consiglio che mi sento di dare a un/a ragazzo/a a cui piace danzare è di continuare a farlo sempre e comunque, perché non è un fallimento non diventare Primo Ballerino ma, a mio parere, è una sconfitta smettere di fare ciò che si ama. Non è importante danzare nei teatri, se lo si vuole fare si può continuare anche senza raggiungere il ‘successo’, semplicemente facendolo per se stessi e per pura passione”.
Tornando alla tua carriera, quali sono gli impegni più imminenti per i quali stai lavorando?
“Aprile è stato un mese davvero pieno di impegni per me: dal 7 al 20 sono stata in scena con Wolf Works, eccellente lavoro di Wayne McGregor sulla vita di Virginia Wolf, con le toccanti musiche di Max Richter e l’eccezionale artisticità di Alessandra Ferri e Federico Bonelli, in cui ho interpretato il ruolo della sorella della protagonista, Vanessa Wolf. Uno spettacolo unico, apprezzato veramente da tutti: anche i miei nonni, sicuramente più avvezzi a balletti ‘classici per definizione’, lo hanno amato tantissimo. Il 29 aprile, inoltre, ho calcato il palco del Teatro Aleksandrinskij di San Pietroburgo in un Gala di étoile al Dance Open Festival. E il prossimo futuro si preannuncia altrettanto ricco di soddisfazioni: al momento sono al lavoro per montare ‘il Corsaro’, in scena a fine maggio al Teatro Lirico di Cagliari, e contemporaneamente sto preparando ‘La Bella Addormentata’, che sarà in scena a Milano dal 26 giugno al 9 luglio prossimi”.
Ultima domanda: come ti vedi tra 20/30 anni?
“Non so dire ora dove sarò o cosa farò tra così tanto tempo. Potrei continuare a fare danza, magari in altri ruoli o in altre forme, o essere una cuoca (cucinare è come ho già detto è un’altra mia grande passione) o semplicemente fare la mamma. Per ora vivo molto alla giornata e cerco di prendere il meglio da ciò che viene, impegnandomi al massimo affinché anche il futuro mi sorrida sempre”.
© Expression Dance Magazine - Giugno 2019