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Anna  Albertarelli dalla danza inclusiva alla disciplina  filosofica del corpo poetico®

Anna Albertarelli dalla danza inclusiva alla disciplina filosofica del corpo poetico®

Regista, coreografa, insegnante di danza contemporanea, contact improvisation, teatro fisico e Pilates presso centri di formazione internazionali per danzatori, ma anche personal trainer olistico, ideatrice del metodo di integrazione e mediazione corporea per portatori di handicap Corpo Poetico®, nonché fondatrice nel 2000 della compagnia di danza inclusiva Vi-kap: il mondo di Anna Albertarelli, milanese di origine e bolognese di adozione, è ampio e variegato ma trova nell’arte perfomativa a carattere sociale declinata in più forme il suo comun denominatore.

Un principio condiviso anche dalla disciplina del Dance Ability, ovvero lo studio d’improvvisazione del movimento nato verso la fine degli anni ottanta in America dal lavoro del coreografo Alito Alessi, che si fonda sull’idea di danzare insieme in un’ottica di integrazione sociale dei cosiddetti ‘divesi’, spesso emarginati a causa delle loro difficoltà psichiche e motorie. 

È proprio in seguito alla partecipazione ad un corso di Dance Ability a Prato, nell’ormai lontano 1996, che Albertarelli  ha intrapreso un percorso ventennale di scoperta nel mondo delle disabilità e, dunque, nella danza inclusiva. 

“Quando partecipai al corso – racconta Anna Albertarelli – ero già insegnante di contact improvvisation e pertanto non del tutto nuova a certe situazioni ed emozioni. Ricordo che rimasi estremamente affascinata dalla ricerca del movimento proposto dalla disciplina e una volta tornata a Bologna decisi di ricreare una  situazione con la stessa atmosfera respirata”. E così per circa due anni Albertarelli, insieme all’amico psicologo e psicomotricista Roberto Penzo, si trovò al centro di un piccolo melting pot dove gravitavano tante persone con problemi differenti e storie da raccontare. 

“Decidemmo di istituire un luogo di incontro e ricerca sulla danza e il teatro dove la parola inclusione per noi era già scontata; aprimmo le porte a danzatori ed attori diversamente abili, a studenti universitari provenienti da diversi corsi di studi (dal DAMS, alle Scienze Motorie, fino alle Facoltà Socio Educative) e a chiunque volesse partecipare ad un’esperienza collettiva”.

Un contenitore di ricerca innovativo e all’avanguardia che, supportato dal CUSB di Bologna, si è via via sviluppato dando vita alla compagnia professionale Vi-Kap, costituita da attori e danzatori diversamente abili, eventi performativi, conferenze, video arte/danza.

“Nell’ambito delle azioni artistiche – sottolinea Anna - sono sempre stati banditi atteggiamenti pietistici, commiserevoli ed  accomodanti: le nostre scelte e le azioni dei protagonisti sulla scena sono condivise da tutto il gruppo in un’ottica paritetica e di confronto. Il percorso intrapreso fino ad oggi non si basa sul virtuosismo, bensì sulla poetica, o meglio su una ‘riflessione poetica’, che si propone di constatare come corpi diversi possano interagire tra loro, studiarsi e conoscersi attraverso l’improvvisazione e il teatro fisico”. 

Un approccio nuovo che ha permesso ad Anna Albertarelli di trovare e scoprire le mille sfaccettature delle persone, danzatori abili e non: “L’esperienza mi ha insegnato ad ascoltare questi incontri per trasformarli in poesia e quindi in atto creativo – confida -. Per noi di Vi-Kap, il palcoscenico o l’ambito della ricerca artistica è un ‘tappeto fatto di materia’ dove avvengono incontri-scontri fisici, il denudamento attraverso l’ineleganza compositiva e l’idea della danza come fluire di emozioni, il gesto come pura contrazione muscolare o fisica. In tutte le fasi del lavoro è indispensabile creare un clima collettivo di fiducia e rispetto così da far nascere anche una buona dose di coraggio. Il collettivo VI-KAP, come ora ci definiscono, ha acquistato una coscienza profonda dell’essere attori-danzatori. Il nostro è un percorso di ricerca artistica e pedagogica, per questo riteniamo debba essere svolto con rigore e coerenza”.

Si tratta di un vero e proprio “Pensiero di vita”, che ha dato forma ad una nuova disciplina chiamata Corpo Poetico®, ovvero un protocollo pedagogico che mette in primo piano “l’aspetto umanista dell’essere”, la sua corporeità, la sua consapevolezza, la sua energia e la sua presenza adattabile a diverse situazioni e contesti. È, più semplicemente, la ricerca costante di una serie di caratteristiche riproposte  trasversalmente all'interno di diversi corsi professionali per danzatori/attori rivolti a insegnanti di danza, educatori e assistenti sociali o operatori del settore educativo, o di stage esperienziali  aperti a tutti. Non solo, l’insegnamento di Corpo Poetico® può essere divulgato anche sotto forma di laboratorio all’interno di associazioni o cooperative sociali: il metodo, infatti, assume modalità di approfondimento diverse pur rimanendo fedele al suo principio di base, che vede “Il corpo nelle sue innumerevoli sfaccettature come materia di indagine e di crescita personale rivolto ad un unico atto finale poetico artistico”, come riassunto dalla sua ideatrice Anna Albertarelli. “Gli strumenti – conclude Anna - sono dunque le dinamiche di gruppo, il movimento, la danza contact improvisation, l’Anatomia Sensoriale®, il teatro fisico e tutte le loro possibili diramazioni”.

“L'incontro e la sensibilità rispetto a queste problematiche – spiega ad Expression Dance Magazine il psicoterapeuta Roberto Penzo, co-ideatore di Corpo Poetico® - si sviluppa dopo una lunga collaborazione. Nel corso degli anni, la scelta di operare in questi territori è stata mirata all'integrazione intesa come ricerca di nuove conoscenze attraverso il linguaggio espressivo corporeo e della danza, esasperato in ultimo nella decisione di ampliare tale sperimentazione al campo educativo e formativo, fino a costituire una metodologia di lavoro vera e propria”. 

Tutt’oggi la professionalità di Penzo è legata alla condivisione di un metodo mirato allo sviluppo delle potenzialità di persone, siano esse disabili o no, in una dinamica di gruppo in continua evoluzione. “Il percorso – aggiunge lo psicoterapeuta - procede per tappe successive e ha come prerogativa strutturare nel gruppo una buona immagine di sé attraverso una serie di relazioni in grado di mobilitare il corpo degli affetti e delle emozioni. In altri termini, lo scopo finale è essere in grado di fare accrescere istanze di autonomia e di partecipazione, dando voce alle differenze e le esigenze dei singoli”.

Si tratta di una metodologia in continuo evolvere che, grazie all’esperienza di due professionisti come Anna Albertarelli e Roberto Penzo, si propone di accrescere l’autostima e la fiducia nel prossimo, generando nel tempo consapevolezza del proprio corpo e dello spazio. Coinvolgendo la componente emozionale/relazionale del gruppo rispettandone le dinamiche, il Corpo Poetico® diventa, infine,  parte integrante del processo recettivo e reattivo del percorso di crescita.

 

 

© Expression Dance Magazine - Dicembre 2018

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